Il diritto alla salute è messo duramente alla prova da conflitti, crisi economiche e politiche
e instabilità, con ricadute su singoli e comunità. Per questo lo sguardo del Cuamm continua a rivolgersi verso gli ultimi, perché, in questi tempi turbolenti, sia garantito anche a loro quello stato di benessere fisico, psichico e sociale che chiamiamo salute.

Mentre l’Italia e l’Europa invecchiano e sembrano perdere quello slancio verso il futuro che
ha segnato la loro storia nel XX secolo, l’Africa di oggi pulsa di energie e risorse che disegneranno i prossimi scenari a livello globale. Pur nelle molte difficoltà, il continente africano va ormai considerato un interlocutore cruciale con cui costruire nuove relazioni.

È un fenomeno globale che mina la salute fisica e mentale di chi la subisce, a qualsiasi latitudine si verifichi. Ma in alcuni Paesi a basso reddito, molti dei quali in Africa e già coinvolti in emergenze umanitarie o in conflitti, la violenza di genere assume contorni ancora più critici, innestandosi su fattori socio-culturali, comportamentali e ambientali che aumentano le dimensioni e l’impatto del fenomeno.

Una riflessione su un certo fanatismo di pensiero – strisciante ma non meno dannoso – diffuso in una parte del nostro “mondo occidentale”. E un invito a non perdere di vista, soprattutto i medici, la necessità morale che ci ricorda come le persone sono sempre più importanti delle idee assolute e la salute è un diritto per tutti, senza distinzioni.

Come integrare meglio la ricerca sul campo con la programmazione sanitaria nei Paesi in via di sviluppo? E come far dialogare i diversi attori impegnati in questo ambito? Medici con l’Africa Cuamm ne ha discusso insieme a partner internazionali durante un evento organizzato in occasione della CPHIA 2023, la Conferenza Internazionale Africana di Salute Pubblica.

I livelli di diffusione delle malattie non trasmissibili in Africa sub-Sahariana sono diventati simili a quelli di Paesi a più alto reddito ma la quantità di risorse destinate alla sanità nei due diversi mondi – quello più povero e quello più ricco – rimane enormemente diseguale. Con un impatto sanitario, socio-economico e politico di grande rilevanza.

La Sierra Leone registra uno dei tassi più alti al mondo di mortalità materna, dovuto principalmente a complicazioni legate alla gravidanza. Il Cuamm lavora da anni nel Paese supportando le madri e i bambini sul campo e attraverso progetti di ricerca operativa, come lo studio TiPER focalizzato sulle pazienti eclamptiche e sulla diagnosi precoce di edema polmonare.

La salute è un equilibrio definito dall’OMS come benessere bio-psico-sociale: la violenza di genere intacca profondamente tutte e tre queste componenti. Un fenomeno trasversale e dai contorni ancora drammatici, specialmente nei Paesi a basse risorse in cui spesso si intreccia con situazioni di conflitto e sociali che ne esasperano le caratteristiche e la diffusione.

Le NCDs (Non Communicable Diseases) rappresentano un fenomeno nuovo e con un impatto crescente in Africa, come numero di pazienti e morti premature. In Tanzania il Cuamm gestisce centri di salute che accolgono pazienti con patologie croniche, agendo sia sugli aspetti clinici e strutturali sia sull’aumento di consapevolezza della popolazione rispetto alle NCDs.

Dalla provincia di Cabo Delgado in Mozambico, tormentata da un conflitto e da crisi umanitarie
e strutturali persistenti, un’esperienza Cuamm in cui la ricerca operativa e le azioni sul campo si integrano per garantire supporto psicologico (MHPSS) e assistenza integrata, clinica e legale, ai soggetti vittima di violenza di genere (GBV).