Tra giugno e dicembre 2022 Cuamm ha prestato assistenza ai rifugiati ucraini in Moldavia, lavorando in due centri per rifugiati a Chișinău. In questo periodo sono stati assistiti oltre 1000 pazienti, la maggior parte dei quali ha presentato necessità sanitarie legate alla presenza di patologie croniche non trasmissibili.

Trenta volontari del Cuamm – dalle provenienze e dalle aspirazioni più disparate – raccontano in formato epistolare la propria esperienza africana. “Africa andata e ritorno” (Editori Laterza) è un libro che illumina i molti volti del continente africano attraverso i racconti sinceri di chi in Africa vive e lavora sul campo.

Puntiamo a dare competenze e formazione ai giovani studenti africani, nei cui occhi sembra di poter leggere il futuro migliore del continente. Valorizzare, far crescere e supportare le risorse umane, in particolare i nuovi operatori sanitari in Africa, significa infatti contribuire al futuro, non solo della salute, di un continente intero.

Il “lavoro di cura” si è trasformato in “lavoro a prestazione”, dove il paziente è destinatario di una serie di servizi diagnostici, terapeutici, assistenziali iper frammentati ed erogati con lo scopo di ottenere il massimo output con il minimo input.

Sottofinanziamento cronico, privatizzazione dei servizi e indifferenza della politica, aggravati dall’ondata pandemica di Covid-19 e da una crescente carenza di risorse umane: sono alcuni tratti che descrivono la crisi che stanno vivendo i sistemi sanitari mondiali. Una crisi che nella mancanza di operatori vede uno degli aspetti più dirompenti, tra dimissioni massicce, migrazioni professionali e disuguaglianze crescenti.

Il Servizio sanitario nazionale è in una crisi persistente di strutture e persone: è urgente agire con politiche di programmazione che garantiscano risorse adeguate anche per il personale sanitario, che del sistema è il perno. Per una dimensione della sanità che sia equa, territoriale, incentrata sulle cure primarie e con i medici di medicina generale di nuovo al centro.

L’Africa sta attraversando una serie di sfide di grande rilievo che includono cambiamenti demografici, economici, socio-politici e climatici. Uno scenario complesso, che il continente ha bisogno di saper affrontare in un processo che metta al centro la formazione dei professionisti sanitari, per costruire comunità e sistemi sanitari resilienti in grado di rispondere ai disastri causati da rischi ambientali o provocati dall’uomo.

Anche nei Paesi dell’Africa sub-Sahariana la carenza di medici e operatori sanitari è un problema rilevante, che si scontra con la fragilità dei sistemi sanitari, la scarsità di risorse economiche e di personale formato. Il caso della Tanzania descrive la complessità del fenomeno, tra risultati raggiunti e sfide aperte.

Creare un sistema sanitario di comunità per far fronte alle necessità di cura e salute in un Paese fragile e senza risorse come il Sud Sudan: la Boma Health Initiative nasce con questo obiettivo.
La sua implementazione procede tra criticità strutturali, prospettive future su cui lavorare e le risorse umane – i Boma Health Workers – al centro.

Sei mesi di specializzazione nell’Africa sub-Sahariana con il progetto JPO Junior Project Officer: un’esperienza di formazione professionale e personale che attiva uno sguardo nuovo sulla professione e sulla salute globale, come confermano anche i risultati di un’indagine somministrata agli specializzandi coinvolti negli anni.