Articoli, poster e presentazioni delle nostre attività in Africa.
La ricerca operativa ha assunto negli anni un ruolo sempre più forte per la nostra organizzazione: è parte integrante del nostro piano strategico, complementare all’attività sul campo e anzi funzionale a risultati sempre più efficaci.
Fare ricerca, infatti, significa per noi studiare e conoscere a fondo i contesti in cui operiamo, adottare un metodo critico del nostro lavoro, individuare le buone pratiche basandoci su evidenze scientifiche, e significa anche assicurare una accountability precisa del nostro operato.
In questo senso fare ricerca significa fare cooperazione di qualità, in rete con le comunità scientifiche internazionali e orientata all’innovazione. Perché la medicina dei paesi poveri non deve essere povera.
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Il morso di serpente provoca morte o forti disabilità, sia fisiche che psicologiche, ma il suo riconoscimento come problema di salute pubblica internazionale è stato ostacolato dai dati epidemiologici insufficienti. Ci sono infatti pochissimi dati riguardanti la gravità dei morsi di serpente nell’Africa sub-sahariana e nelle aree del Sud Sudan. L’obiettivo di questo studio è dunque quello di osservare il numero, il profilo clinico e gli esiti nei casi di morso di serpente in tre diversi ospedali e in un centro di salute nelle zone rurali nel Sud Sudan.
Il diabete mellito (DM) sembra presentarsi in correlazione con la tubercolosi, comportando gravi ripercussioni sulla cura dei pazienti affetti dalla malattia infettiva. L’obiettivo primario della ricerca è stimare la prevalenza di Diabete Mellito in nuovi pazienti con tubercolosi polmonare attiva. Si passerà poi alla valutazione del trattamento della TB nelle sue diverse fasi sui pazienti diabetici.
In questo modo si cercherà di ottenere una valutazione sulla presentazione clinica della tubercolosi nei pazienti diabetici, confrontandoli con quelli non-diabetici e facendo attenzione alle complicanze causate dal DM in pazienti affetti da TB.
Il ricorso al taglio cesareo è in aumento in tutto il mondo, ma le motivazioni, soprattutto nei paesi a basso e medio reddito, sono controverse e non giocano sempre a favore della salute della madre. La ricerca vuole analizzare il contributo del taglio cesareo presso l’ospedale di Matany – in Uganda – utilizzando il sistema di classificazione di Robson. L’uso dei criteri proposti da Robson potranno essere un buon punto di partenza per controllare in maniera sistematica l’induzione al parto cesareo. La classificazione inoltre, permetterà di attuare delle strategie per ridurre la frequenza dell’utilizzo del taglio cesareo primario medicalmente inutile.
L’obiettivo della ricerca è di determinare la prevalenza del Diabete Mellito (DM) tra i pazienti affetti da TB presso i centri di Luanda, in Angola. Il Diabete Mellito sembra infatti colpire duramente la popolazione affetta da tubercolosi, con effetti drastici sul tasso di mortalità dei pazienti a causa di ricadute, recidività e riattivazione della stessa TB. Anche se la raccolta dei dati deve ancora essere completata, i risultati preliminari confermano la gravità della correlazione tra le due malattie. È dunque necessario trovare una soluzione per il trattamento integrato di entrambe le malattie.
Le settimane successive al parto rappresentano una fase critica per la salute della madre e del bambino nato pretermine; nella maggior parte dei casi è in questo periodo che si registra il più alto tasso di mortalità infantile, causata dall’ipotermia neonatale associata a morbilità e mortalità. Precedenti studi mostrano la diminuzione di ipotermia neonatale dopo l’applicazione di semplici cappellini di lana durante la terapia “Mamma Canguro”. I risultati di questo studio permetteranno di comprendere l’effettiva efficacia nell’applicazione di questi accorgimenti, adatti ai paesi a risorse limitate.
Il progetto si basa sullo sviluppo di una ricerca antropologica al fine di migliorare l’accesso e l’utilizzo dei servizi di salute materna infantile e adolescenziale nei distretti di Hamer e Daasanach della zona sud Omo, partendo dalla comprensione della condizione attuale delle donne nei due distretti. La scarsa istruzione, la mancanza di denaro e le lunghe distanze da coprire per raggiungere il centro di salute più vicino sono attualmente i principali fattori che ostacolano l’accesso delle donne ai servizi di salute dedicati a madri, bambini e adolescenti. Il sondaggio ha inoltre come secondo obiettivo lo studio della nutrizione della donna in gravidanza, della madre e del neonato, le pratiche tradizionali di cura dei neonati, la condizione e lo stato delle adolescenti a rischio di gravidanza precoce.
In Mozambico la presenza dell’HIV è ancora elevata e causa migliaia di morti ogni anno. La maggior parte degli studi svolti nel paese sono stati condotti in modo retrospettivo e non esiste attualmente alcun dato sulle principali patologie chirurgiche che colpiscono i pazienti con HIV. Non si sa nemmeno quali siano i possibili fattori di rischio che coinvolgono queste patologie. Lo scopo della ricerca sarà dunque conoscere le patologie chirurgiche e i principali fattori associati che colpiscono i pazienti affetti da HIV. Particolare attenzione deve essere data al monitoraggio clinico dei pazienti per somministrare in tempo un corretto follow-up e migliorare così la prognosi dei malati.
Nei paesi risorse limitate, lo stetoscopio è raramente disponibile e la frequenza cardiaca è normalmente rilevata tramite la palpazione del cordone ombelicale. Precedenti studi condotti su manichini e neonati sani però hanno dimostrato che questo tipo di rilevazione risulta alquanto imprecisa. L’ipotesi è che la palpazione del cordone ombelicale potrebbe sottovalutare la frequenza cardiaca, in particolare se utilizzata su neonati con bradicardia. L’obiettivo della ricerca sarà dunque quello di individuare l’accuratezza dei metodi raccomandati per il rilevamento della frequenza cardiaca nei neonati che necessitano di rianimazione alla nascita.
Il Mozambico è l’8° paese al mondo con la più alta incidenza di HIV. Sebbene il numero di nuove infezioni sia diminuito dal 2001, 14.000 bambini contraggono l’HIV ogni anno. Il trend di accesso alle cure con trattamento è cresciuto in tutto il paese, tuttavia si stima che solo il 27% dei bambini che possono beneficiare di un trattamento antiretrovirale ha iniziato l’effettivo trattamento nel corso del 2012. I risultati dello studio saranno utilizzati per affrontare al meglio le assegnazioni di investimenti futuri per il trattamento dell’HIV nel paese e per garantire un’assistenza di buona qualità.