Medici con l'Africa Cuamm

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Prevenzione e controllo per le donne in Mozambico

Medici con l’Africa Cuamm continua il suo impegno per aumentare la disponibilità e migliorare la qualità dei servizi di diagnosi e trattamento del collo dell’utero in tre regioni del Paese.

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    In Mozambico, il programma di screening per il tumore all’utero e al seno è iniziato nel 2009 e in soli 10 anni ha raggiunto il 23% di tutte le donne in età riproduttiva. Un risultato di cui essere molto orgogliosi, ottenuto da una proficua collaborazione tra il Ministero della Salute, organizzazioni internazionali come il Cuamm che supportano i servizi all’interno delle Unità Sanitarie e una mobilitazione della società civile. Nonostante i buoni risultati, è importante essere consapevoli che il 77% delle donne mozambicane non ha mai fatto una visita di controllo e non conosce i rischi legati al tumore dell’utero. Percentuale che diventa molto più alta nelle aree rurali del paese.

    Ed è con questa consapevolezza che il Cuamm, con DREAM Sant’Egidio e AIFO, sta promuovendo il progetto “Prevenzione e Controllo della malattie non trasmissibili”, finanziato dalla Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. Tra gli obiettivi che mira a raggiungere c’è proprio quello di aumentare la disponibilità e la qualità dei servizi di diagnosi e trattamento del cancro al collo dell’utero in 3 regioni del Paese.

    Nella Provincia di Sofala, in particolare, lo sforzo è stato maggiore perché gran parte delle unità sanitarie sono state distrutte dal violentissimo ciclone Idai che si è abbattuto sulla Provincia nel marzo dello scorso anno. Oltre alle sessioni di formazione e accompagnamento del personale, è stato quindi necessario ristrutturare le unità sanitarie per creare ambulatori dove fossero garantiti i servizi di diagnosi e trattamento. Nel piccolo Centro di Salute di Mutua, situato a una trentina di km dalla città di Beira, i lavori erano urgentissimi perché le visite ambulatoriali si svolgevano in una tenda e il Centro riceve anche le donne dell’adiacente campo profughi che ospita circa 800 famiglie che hanno perso la propria casa a seguito del ciclone.

    Il Centro di Salute è stato allargato ed è stato creato un nuovo ambulatorio attrezzato e funzionante; le autorità sanitarie hanno voluto che l’inaugurazione avvenisse proprio in concomitanza con la conclusione delle attività di sensibilizzazione sul tumore all’utero e al seno, che la regione ha realizzato durante il mese di ottobre. Nonostante le necessarie precauzioni per ridurre la diffusione del Covid, tutte le principali autorità non sono mancate proprio per dare il loro supporto a quest’importante iniziativa.

    «Avere il cancro all’utero non deve essere una sentenza di morte e un centro di salute come questo lo può dimostrare – ha dichiarato la moglie del Governatore della Provincia in rappresentanza di tutti -. Siamo consapevoli che molti sforzi devono ancora essere fatti, ma il ruolo di ognuna di noi è fondamentale per la sensibilizzazione di altre donne». Ha quindi ringraziato tutte le infermiere che lavorano instancabilmente per il miglioramento della salute femminile. Donne che aiutano altre donne.