Salute mentale tra i giovani di Beira
32 gruppi composti da 10 ragazzi si sono incontrati in tutta Beira per comprendere meglio le proprie emozioni e trovare degli strumenti efficaci per affrontarle. Un percorso di Psicodramma che vuole sensibilizzare gli adolescenti sulla salute mentale e affrontare lo stigma ad essa correlato.
Gli incontri del percorso di Psicodramma sono sempre toccanti. I ragazzi dei quartieri più poveri di Beira si aprono condividendo paure, angosce, momenti di difficoltà, ma anche di felicità. Con l’aiuto di attivisti formati del Cuamm, questi giovani tra i 15 e i 24 anni riescono a riflettere sul proprio vissuto, riconoscendo le emozioni che hanno provato e trovando nuovi strumenti per elaborarle ed affrontarle.
«Sono grato per questa opportunità – racconta João, uno dei 320 partecipanti – ho imparato molto su me stesso e sono felice di poter trasmettere queste conoscenze agli altri, alle persone a casa e ai miei amici».
Le occasioni per parlare di salute mentale in Mozambico sono rare, nonostante essa costituisca una parte fondamentale per il benessere umano. La salute mentale, infatti, determina il modo in cui operiamo psicologicamente, emotivamente e socialmente in mezzo agli altri. Nei paesi a basse risorse, i fattori di rischio per una cattiva salute mentale sono molto frequenti, specialmente l’abuso infantile, compresa la negligenza durante la crescita, un ambiente insalubre e inquinato e una dieta povera e scarsa dei nutrienti fondamentali.
Riconoscendo quindi la necessità di sensibilizzare i giovani sulla propria salute mentale, il percorso di Psicodramma, parte del progetto “Conoscere per Curare”, che ha come capofila l’Università di Padova, Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino ed è finanziato da AICS, si è posto come obiettivo quello di insegnare l’ascolto empatico e la comunicazione assertiva. In questo modo, il progetto è stato in grado di fornire ai partecipanti gli strumenti per parlare delle proprie emozioni, ma anche per riconoscere quelle degli altri e aiutarli ad affrontarle. Una delle cose forse più soddisfacenti degli ultimi incontri, infatti, è vedere come i ragazzi siano riusciti a creare una vera e propria rete di supporto, dove parlare liberamente e trovare appoggio.
« Queste attività mi hanno aiutato moltissimo – dice Antonia durante l’incontro conclusivo – prima, quando ero triste, non sapevo bene cosa fare e volevo solo isolarmi. Oggi, so che posso parlarne senza sentirmi giudicata e cercare l’appoggio dei miei amici e della comunità che ho trovato qui».
Infine, per dare continuità al percorso fatto finora, sono stati inaugurati i “Cantinhos de Escuta” (Angoli di Ascolto), spazi gratuiti e aperti a tutti dove le persone possono parlare liberamente di sé, delle proprie emozioni e dei propri bisogni, trovando un appoggio emotivo e informazioni utili. Inoltre, i Cantinhos fungono anche da postazione per lo screening di problemi di salute mentale, con l’obiettivo di indirizzare coloro che potrebbero essere a rischio presso le unità sanitarie per ricevere le cure adeguate.