Emergenza Ciclone Eloise in Mozambico
La notte tra il 22 e il 23 gennaio 2021, il ciclone tropicale Eloise di categoria 1, ha colpito la già fragile provincia di Sofala 30 km a sud della città di Beira nel Mozambico Centrale.
La notte tra il 22 e il 23 gennaio 2021, il ciclone tropicale Eloise di categoria 1, ha colpito la già fragile provincia di Sofala, esattamente nel distretto di Buzi, 30 km a sud della città di Beira, nel Mozambico centrale. Piogge torrenziali e venti sopra i 120 km orari hanno devastato l’area raggiungendo anche le province di Zambezia, Manica e Inhambane con conseguenze devastanti per la popolazione locale e le abitazioni e mettendo a serio rischio i raccolti del 2021. La provincia di Sofala si sta ancora riprendendo dal tragico impatto del ciclone Idai nel marzo 2019 e dalla tempesta tropicale Chalane che ha colpito nuovamente la provincia il 30 dicembre 2020. Eloise è il secondo ciclone che colpisce quest’area in meno di 1 mese.
“In un Paese già martoriato dalla pandemia Covid-19 e da crisi umanitarie che hanno portato più di 600.000 persone sfollate nel nord del paese a causa di attacchi armati e disastri naturali, ci troviamo di fronte ad una situazione che drammaticamente si ripete − ci racconta Giovanna De Meneghi, country manager del Cuamm in Mozambico − quasi 7.000 persone sono risultate sfollate, costrette ad abbandonare le loro case e a rifugiarsi in rifugi temporanei offerti dal Governo, con 32.660 famiglie direttamente colpite per un totale di oltre 163.000 persone, più di 5.000 case sono state distrutte, danneggiate o allagate. Con gli altri attori sul campo (Onu, governo e altre Ong) stiamo organizzando la risposta di emergenza, con la massima velocità, per mettere in atto tutte quelle attività salvavita che sono considerate le più critiche e che devono essere eseguite in via prioritaria. La popolazione, seppur stanca e stremata dalle contingenti e croniche emergenze, sta reagendo e sta rispondendo con forza e determinazione alle azioni di ricostruzione guidate dal Governo e supportate dai partner internazionali e dalle comunità stesse”. I forti venti e le massicce inondazioni hanno causato la distruzione delle infrastrutture locali, della produzione e delle riserve di cibo e interrotto il funzionamento dei servizi, soprattutto nei distretti rurali di Buzi, Dondo e Nahatanda e nella città di Beira.
Tra le strutture colpite ci sono anche 11 strutture sanitare che hanno subito importanti danni, in particolare è stata gravemente danneggiata l’ala del pronto soccorso dell’Ospedale Centrale di Beira e l’ambulatorio. Un altro grave problema che si registra è l’allagamento di vaste aree della provincia, fenomeno che compromette gravemente la sicurezza alimentare e nutrizionale della popolazione, così come l’accesso a risorse idriche sicure, per evitare contagi, particolarmente in questo contesto di Covid-19.
Le priorità sono chiare e ci stiamo muovendo per agire il più presto possibile anche grazie all’impiego di oltre 80 attivisti sanitari di comunità:
- Fornire un approvvigionamento di acqua sicuro e servizi igienico-sanitari
- Prevenire le epidemie attraverso la creazione di zone d’emergenza dedicate e la distribuzione di cloro per disinfettare l’acqua
- Fornire assistenza immediata e soccorso d’urgenza
- Ristabilire i servizi sanitari di base, mappare i danni strutturali attuali e promuovere azioni immediate per riaprire e riabilitare i servizi ambulatoriali
- Supportare il servizio di ambulanze della città di Beira, rafforzando l’approvigionamento di materiale di protezione per il Covid-19, offrendo combustibile e credito telefonico affinché i riferimenti dei pazienti urgenti dai centri sanitari periferici all’Ospedale Centrale di Beira, avvenga nel più rapido tempo possibile.
Medici con l’Africa Cuamm ha un team di 40 persone a Beira e sta intervenendo per fornire una risposta umanitaria immediata sul campo. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti.