Quali sono le ragioni di tassi ancora troppo bassi di allattamento? Una ricerca condotta dal Cuamm in Sierra Leone ne analizza le motivazioni: dal mancato sostegno familiare al timore di non avere latte a sufficienza, e si spinge oltre, a definire possibili interventi futuri. Un commento alla ricerca di Dorothee van Breevhoort.

Un centro vaccinale nella periferia di Padova gestito da Cuamm con la AULSS 6 e la Diocesi: nasce all’interno di un programma più ampio di risposta a Covid-19, dove lo sforzo, in Italia come in Africa, è quello di portare misure di prevenzione e cura a tutti, grazie al contributo di personale volontario.

Sono tante le persone “ai margini” della società: immigrati, senza fissa dimora, stranieri in attesa che venga loro riconosciuto un profilo amministrativo. Nell’onda del Covid, sono le persone che rimangono indietro: non solo economicamente, ma anche dimenticate dalle campagne di prevenzione e vaccinale, ad esempio.

Una cosa che Covid-19 dovrebbe aver insegnato è che nessuno si salva da solo, ci troviamo invece in una sorta di “nazionalismo sanitario” in cui i paesi più forti cercano di proteggere innanzitutto se stessi,perdendo di vista che solo la condivisione e l’accessibilità ai vaccini e ai brevetti permetterebbe una protezione condivisa.

Il ruolo delle case d’attesa è guardato da sempre con interesse ma sono pochi gli studi che ne hanno analizzato l’efficacia. Questa ricerca ha valutato come il loro utilizzo nell’ospedale di Wolisso, in Etiopia,abbia avuto un impatto positivo sulla mortalità perinatale, dimezzandola: ne emerge un quadro importante che ne consolida il valore e conferma le politiche di implementazione.

Il Sud Sudan ha scelto di aderire allo sforzo globale di vaccinare la propria popolazione per Covid-19.Le criticità però sono tante: non basta avere le dosi, è necessario poterle gestire logisticamente e somministrare in modo appropriato alla popolazione. Invece mancano fondi per la realizzazione di una campagna massiva ed è per questo che il ruolo delle ong come Cuamm diventa cruciale per colmare i gap esistenti.

È uno scenario “a due velocità” quello che riguarda la distribuzione e somministrazione dei vaccini:la mappa che si disegna è sempre la stessa, quella che vede i paesi a basso reddito da un lato, e il nord del mondo dall’altro. Solidarietà, Obbligo etico, Sicurezza per tutti dovrebbero essere le parole guida invece per garantire equità di accesso alla salute.

Barcollando nel buio della terza ondata e delle sue conseguenze, l’Africa oggi registra un drastico aumento dei casi di infezione da Covid-19 in molti dei suoi paesi, mostrando segnali di reparti sovraccarichi e un aumento di numero di morti. I numeri delle vaccinazioni invece rimangono troppo bassi, per scarsità di vaccini ma anche per difficoltà logistiche, di distribuzione e di fiducia da parte della popolazione.

Una pandemia che sarà ricordata, tra le altre cose, per una mancanza di decisioni rapide, sebbene da più parti si sia raccomandata la tempestività di un programma di vaccinazione globale.Questa inerzia ha portato sia a livello globale che locale a squilibri tra nord e sud, senza ricordare che all’universalità dell’emergenza dovrebbe corrispondere un’universalità delle risposte.

Adoperarsi per un’equa distribuzione dei vaccini come forma di “solidarietà intelligente”: non si tratta solo di un forte senso di giustizia sociale ma anche della consapevolezza più forte che mai di quanto le vite di ciascuno di noi – africano, italiano, asiatico – siano legate l’una all’altra,una visione collettiva che ci ricorda che per salvarsi serve percorrere una strada comune.