Attività di prevenzione e trattamento dell’Hiv ma anche attivazione di servizi dedicati alla salute mentale, in particolare di giovani e adolescenti. È stato possibile grazie al progetto “Conoscere per curare” realizzato a Beira, in Mozambico.
Attività di prevenzione e trattamento dell’Hiv ma anche attivazione di servizi dedicati alla salute mentale, in particolare di giovani e adolescenti. È stato possibile grazie al progetto “Conoscere per curare” realizzato a Beira, in Mozambico.
Le testimonianze degli attivisti comunitari del progetto “Protezione Integrale della Persona Sieropositiva in Angola”.
Il nostro intervento nell’ambito del progetto “Protezione Integrale della Persona Sieropositiva in Angola” attraverso la strategia del “Test and Treat”, che consiste nel testare e mettere in trattamento immediato le persone risultate sieropositive.
Una nuova ricerca dell’Università degli Studi di Firenze, in collaborazione con il Cuamm, mira a coinvolgere adolescenti e giovani adulti Hiv positivi per fornire informazioni aggiornate alle autorità sanitarie della regione di Shinyanga e rafforzare il sistema sanitario e i servizi per l’Hiv.
Martedì e mercoledì 18 e 19 maggio i volontari Cuamm di Firenze sono stati impegnati in stretta collaborazione con varie realtà cittadine in una due giorni di screening gratuito dell’Hiv e dell’Epatite C.
Oggi in Karamoja, Uganda, si è svolto l’evento di lancio di un progetto di Cuamm e Unicef che mira a garantire servizi di salute di qualità con focus su nutrizione, HIV, gestione delle emergenze sanitarie e Covid-19. È stata presentata anche la strategia ministeriale di coinvolgimento comunitario per far sì che le persone siano sensibilizzate e partecipino attivamente alla prevenzione e controllo della diffusione del virus.
Un libro può essere uno strumento potentissimo per creare connessioni. Con questo proposito nasce “Esperienze e modi di sperare”, un libro che ha l’obiettivo di combattere la discriminazione e l’emarginazione dei malati di HIV in Angola.
Un’esperienza intensissima quella di Silvia Duranti, infettivologa da poco rientrata da Yirol in Sud Sudan, che ci ha raccontato con emozione ed entusiasmo i suoi 10 mesi in questo paese difficile che poco a poco ha imparato ad amare.
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