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Le epidemie si vincono coinvolgendo le comunità

Il nostro intervento nell’ambito del progetto “Protezione Integrale della Persona Sieropositiva in Angola” attraverso la strategia del “Test and Treat”, che consiste nel testare e mettere in trattamento immediato le persone risultate sieropositive.

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    Si chiama 90-90-90 ed è l’obiettivo dell’agenzia delle Nazioni Unite per la lotta all’HIV e l’AIDS (Unaids). Si traduce in: diagnosticare il 90% di tutti i casi di Hiv, assicurare almeno al 90% di tutte le persone diagnosticate l’accesso alle terapie anti-retrovirali e far sì che il 90% di loro raggiunga la soppressione della carica virale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, per raggiungere questo obiettivo, promuove e raccomanda l’accesso e la terapia per le persone che convivono con l’infezione da Hiv attraverso la strategia del “Test and Treat”, che consiste, appunto, nel testare e mettere in trattamento immediato le persone risultate sieropositive.

    In Angola si sta facendo molto per attuare questa strategia che contribuisce sia a migliorare la qualità di vita delle persone che convivono con il virus, sia a ridurre in modo significativo la diffusione dell’infezione. E il progetto “Protezione Integrale della Persona Sieropositiva in Angola” (Pipsa), finanziato dalla Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, si inserisce proprio all’interno di questo contesto.

    Il Paese ha ribadito il suo impegno per eliminare l’infezione da Hiv entro il 2030: un’enorme sfida che richiede misure concrete per l’attuazione della strategia “Test and Treat” e delle nuove linee guida adottate. Per iniziare, è assolutamente essenziale estendere la disponibilità del test, offrire il trattamento alle persone positive e non “perdere” alcun paziente.

    Il progetto Pipsa, iniziato nel luglio 2018, si completerà il 28 febbraio 2022 e mira a fornire assistenza continua e integrata alle persone che vivono con l’infezione da HIV (PLWHA) nel Municipio di Kilamba Kiaxi, e che fruiscono dei servizi sanitari offerti dall’Ospedale Divina Provvidenza e dai Centri di Salute Palanca 2, Kilometro 9A e Whegi Maka. Kilamba Kiaxi è un municipio ad alta densità di popolazione con un’elevata percentuale di persone che vivono in condizione di povertà. È necessario perciò partire dai più vulnerabili e garantire un accesso tempestivo al trattamento per tutti i pazienti diagnosticati, senza stabilire criteri di ammissibilità.

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    Si tratta di un intervento che crede nell’importanza di proporre attivamente il test a tutta la popolazione attraverso campagne di informazione e di sensibilizzazione nelle strutture sanitarie e nei punti di aggregazione comunitaria, al fine di identificare e curare le persone che non sanno di avere l’infezione da Hiv. Un’azione rafforzata innanzitutto da corsi di formazione per medici, infermieri, tecnici di laboratorio, psicologi, assistenti sociali e attivisti.

    “Sono state realizzate 24 campagne di informazione presso scuole, chiese e posti di lavoro – racconta Giulia Natali, capo progetto -. Con le campagne di sensibilizzazione sono state raggiunte 5.930 persone e 1.790 sono state sottoposte al test per HIV. Sono stati distribuiti inoltre 33.270 preservativi”.

    Numeri che parlano e che fanno sperare in una migliore e più diffusa consapevolezza nella comunità dell’importanza della prevenzione e della cura.

    Il trattamento dell’infezione infatti è uno dei principali metodi di prevenzione e i pazienti che lo seguono correttamente e azzerano la carica virale, non trasmettono l’infezione. La promozione degli incontri di gruppo e visite domiciliari è stata poi strategica per ridurre il numero di persone che non garantiscono adeguata adesione al trattamento e ricontattare coloro che lo hanno già abbandonato.

    “Per tentare di ridurre l’abbandono della terapia, gli attivisti comunitari hanno effettuato almeno una visita a domicilio a tutte le persone positive – racconta Luciano Nigro, infettivologo per il Cuamm -. Le infermiere coinvolte nel progetto, insieme agli infermieri dei Centri di Salute, telefonano a tutte le persone che non si presentano a ritirare i farmaci per la terapia. Infine, sono state effettuate consulenze e supervisioni una volta alla settimana nei Centri di salute del Municipio – conclude Luciano”.

    Il secondo obiettivo promosso da Unaids e dall’Oms, trattare il 90% delle persone testate positive, è stato raggiunto. Dall’inizio del progetto la terapia antiretrovirale è stata offerta a tutte le persone risultate positive all’infezione da HIV entro una settimana dalla diagnosi e molte di loro continuano a seguire adeguatamente la terapia.

    Non si tratta però solo di facilitare l’accesso al trattamento ma anche di migliorare le conoscenze e di aumentare la domanda da parte della comunità di servizi di supporto psicosociale. Lo stigma legato all’HIV e all’AIDS è ancora molto diffuso infatti e spesso causa di emarginazione. Perciò è un cambiamento che richiede tempo e che deve partire dal basso, coinvolgendo l’intera comunità. Solo così possiamo pensare di vincere questa sfida.

    Il progetto è realizzato grazie alla collaborazione dell’Unione Medico Missionaria Italiana (UMMI) insieme a Medici con l’Africa Cuamm ed altri partner in Angola: l’Ospedale Divina Provvidenza, la Ripartizione Municipale di Salute di Kilamba Kiaxi, la Direzione Provinciale di Salute di Luanda, l’Associazione Lotta all’HIV/AIDS e l’Associazione degli Amici delle Persone Sieropositive.

    Argomenti: Luoghi:
    Alcuni dati dell'intervento


    Personale del progetto: 1 capo progetto, 1 infettivologo, 2 coordinatori, 10 attivisti, 3 infermieri e 1 psicologo.

    • 25756 persone testate dagli attivisti, di cui 17146 donne e 8610 uomini

    • 1129 persone risultate anti-HIV positivi, di cui 772 donne e 357 uomini

    • 579 donne in gravidanza testate, di cui 35 risultate positive.

    • 28-57 anni fascia di età con la percentuale di positività più alta

    • 1.047 visite domiciliari effettuate e 5520 telefonate

    • 32 persone ritornate in cura

    • 154 consulenze e supervisioni effettuate dall’infettivologo

    • 98%, persone ancora in trattamento presso il centro di salute Palanca 2

    • 96% presso Kilometro 9°

    • 82% presso Whegi Maka