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UNA GIORNATA AL CENTRO VACCINALE

Si registra, si vaccina e si raccolgono dati nel centro vaccinale di São Josè de Munhava, uno dei 12 allestiti da Medici con l’Africa nell’ambito della campagna “Un vaccino per “noi”.

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    São Josè de Munhava è forse il più strategico dei centri vaccinali, allestito in uno dei quartieri più popolosi della città di Beira, in Mozambico. Quello che sorprende non è tanto la quantità di persone presenti in attesa di ricevere il vaccino, in un lunedì mattina qualsiasi di gennaio, quanto il silenzio e l’ordine con cui tutti si attengono alle indicazioni ricevute dagli attivisti. All’entrata donne, uomini e giovani aspettano pazienti il loro turno. Di fronte, dall’altro lato del corridoio, una fila prioritaria per donne in gravidanza e mamme con bambini. Sono molte e sono giovani. All’appello mancano i più fragili, i disabili.

     

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    Una chopela, (un’ape taxi) si avvicina al gazebo della vaccinazione. A bordo c’è una signora sulla cinquantina, non si muove, riesce appena a rispondere al nostro saluto. L’accompagna un uomo, il marito. «Rosa António, si chiama. E io sono João António. Siamo marito e moglie, ma anche cugini», racconta mentre fanno il vaccino alla moglie. João è lì per accompagnare Rosa, lui la vaccinazione l’ha già completata e qualche giorno fa era venuto a chiedere come avrebbe potuto ricevere la seconda dose anche sua moglie, che fatica a camminare. «Mi hanno detto che se avessi avuto la possibilità di portarla qui, avrebbero evitato che facesse la fila». Rosa e João hanno potuto raggiungere il centro vaccinale con un mezzo proprio, cosa non comune qui. «Non tutti hanno la possibilità di prendere una chopela, ma noi non possiamo dimenticare nessuno. Lavorando a stretto contatto con la direzione provinciale organizziamo un trasporto quando necessario o, se possibile, inviamo un tecnico di salute sul posto», racconta Rosa, 26 anni, attivista del Cuamm dal 2015. È un sistema complesso che parte dalla direzione distrettuale, dove ogni mattina i vaccini arrivano e vengono smistati, fino ad arrivare ai punti vaccinali che ricevono le dosi in base a criteri di densità demografica e adesione. In questa catena si inserisce il lavoro di raccolta dati. In una scheda si registrano età e genere, ma anche le persone con bisogni speciali: disabili, donne gravide, sfollati e soggetti che presentano comorbidità. Estevão, responsabile della raccolta dati, spiega l’importanza di questa attività: “E’ un lavoro cruciale nella catena di distribuzione dei vaccini perche è proprio consultando questi dati che la direzione distrettuale riesce a smistare le dosi, garantendo sempre il giusto stock ed evitando sprechi”. A São Josè, in una comune giornata di vaccinazione, la campagna vaccinale sostenuta dal Cuamm prosegue e alla base di tutto c’è la collaborazione, stretta e quotidiana, con il sistema locale.

    Questo lavoro è reso possibile grazie al sostegno di tanti, istituzioni, imprese e cittadini che credono nell’importanza di questo obiettivo. Grazie in particolare all’Unione Europea, a Assindustria Veneto-Centro con le imprese associate, a Fondazione Rachelina Ambrosini e ai tanti altri che ancora vorranno unirsi a questa sfida!

     

     

     

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