Medici con l'Africa Cuamm

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5 ambulanze per rispondere all’emergenza a Beira

“Ricostruzione”, la parola d’ordine nella seconda città del Mozambico, per il 90% distrutta lo scorso marzo. Con 5 ambulanze un sistema sanitario più forte e tempestivo nel rispondere alle emergenze quotidiane.

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    A quattro mesi dal passaggio del Ciclone Idai che lo scorso 15 marzo ha colpito duramente la città di Beira, in Mozambico, continua l’impegno per rimettere in funzione il sistema sanitario di una delle città più popolose del Paese, andando oltre la gestione immediata dell’emergenza. È iniziato in questi giorni infatti un nuovo progetto di Medici con l’Africa Cuamm, sostenuto dall’Unione Europea attraverso EU Civil Protection and Humanitarian Aid – ECHO, con un contributo pari a 400.000 Euro (27.200.000 MZN), che vuole garantire i trasporti di emergenza in ambulanza per la popolazione della città di Beira, con particolare attenzione per le donne incinte e i bambini con meno di cinque anni che vivono nei quartieri più poveri di Beira, maggiormente colpiti dal ciclone. «Le persone colpite dal ciclone Idai in Mozambico continuano a necessitare supporto lungo il loro percorso di ripresa – ha dichiarato Christos Stylianides, il Commissario Europeo per l’Aiuto Umanitario e la Gestione delle Crisi –. La nostra collaborazione con Medici con l’Africa Cuamm in Mozambico faciliterà l’accesso tempestivo ai servizi di assistenza medica primaria nelle aree più danneggiate. Siamo in prima linea nel supporto ad attività di assistenza umanitaria, per salvare le vite di coloro che sono stati colpiti dai disastri». ambulanze-2 «L’obiettivo è di raggiungere con il progetto 6.800 persone – spiega Giovanni Putoto, responsabile della programmazione di Medici con l’Africa Cuamm – ma tutta la popolazione potrà beneficiare dell’intervento, che prevede di rendere operative cinque ambulanze per mettere in collegamento tutti i quindici centri di salute della città di Beira con l’ospedale di riferimento. Inoltre, è prevista la formazione di ostetriche e infermiere che lavorano nelle unità sanitarie periferiche attive nei quartieri più popolosi e più distanti dall’Ospedale Centrale di Beira». Le stesse infermiere ed ostetriche che nei giorni successivi al passaggio del ciclone si sono sottoposte a turni continuativi di 48 ore per continuare a garantire assistenza sanitaria alla popolazione locale, rimasta isolata per giorni, sotto la pioggia e in stato di necessità, come testimoniato dai volontari di Medici con l’Africa Cuamm. Sono più di 600 le morti confermate a causa del ciclone Idai e 1.600 le persone ferite nel solo Mozambico, ma il ciclone ha colpito anche Zimbabwe e Malawi. A marzo centinaia di migliaia di persone hanno dovuto abbandonare la propria casa e andare a vivere nei campi di accoglienza installati in aree non allagate della città di Beira o dei distretti colpiti (Dondo, Nhamatanda e Buzi). Oltre alle case delle fasce più povere della popolazione, costruite con mattoni di fango e tetti di lamiera o paglia facilmente distruttibili, anche le strutture più solide sono state scoperchiate, come l’Ospedale Centrale di Beira e l’Università Cattolica di Beira, dove Medici con l’Africa Cuamm è presente da diversi anni. Dopo l’emergenza, ora è urgente ricostruire: rimettere in piedi le strutture e i servizi sanitari per le comunità colpite.  

    http://ec.europa.eu/echo/

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    Questo documento riguarda le attività di aiuto umanitario attuate con il sostegno finanziario dell’Unione europea. Le opinioni in esso espresse non devono essere in alcun modo considerate l’opinione ufficiale dell’Unione Europea e la Commissione Europea non è responsabile per qualsiasi uso che possa essere fatto delle informazioni in esso contenute.

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