Medici con l'Africa Cuamm

la salute è un diritto,
battersi per il suo rispetto
è un dovere
DONA ORA Il tuo aiuto può fare la differenza

Imparare fianco a fianco la cura dei neonati

L’esperienza di Eleonora Balestri nel reparto di terapia intensiva neonatale dell’ospedale di Wolisso in Etiopia.

Condividi con i tuoi amici:

    Al suo arrivo all’ospedale di Wolisso, Eleonora Balestri, neonatologa, è stata inserita in un progetto che si dedica alla terapia intensiva neonatale, un contesto difficile e delicato ma che le ha portato grandi soddisfazioni: “L’apertura della terapia intensiva neonatale è stata accolta con grande gioia ed entusiasmo dal personale locale che l’ha vista anche come l’opportunità per approfondire la propria preparazione. Infatti 10 infermieri su 13 hanno trascorso un mese ad Addis Abeba per un corso di formazione. Questo ha significato che i 3 infermieri rimasti facessero i turni per coprire i colleghi. Un intenso e dedicato lavoro di squadra che si respirava anche nella vita di tutti i giorni in reparto. Abbiamo avuto un caso molto difficile di una bambina, nata in un contesto familiare molto povero, con una grave malformazione facciale molto rara” continua Eleonora -. “L’inaspettata patologia della bambina ha costretto la mamma a stare in ospedale per 3 settimane, creandole ulteriore preoccupazione perché nel frattempo aveva lasciato l’altro figlio di 6 anni con la vicina e non sapeva come far avere sue notizie. Incredibilmente è stata la vicina a presentarsi all’Ospedale di Wolisso per chiedere notizie della mamma. Gli infermieri del reparto sono rimasti molto colpiti da questo caso e hanno deciso di fare una colletta per permettere alla vicina di prendersi cura del bambino nelle settimane in cui la mamma doveva seguire la piccola appena nata.”

    Covid-19 ha stravolto la nostra quotidianità, ha limitato i nostri spostamenti, obbligandoci a rivalutare tutto ciò che ci sta intorno. Eleonora aveva già iniziato a studiare il portoghese e ad approfondire i progetti a Beira per prepararsi alla sua partenza programmata per il Mozambico, ma a causa della chiusura molto rigida delle frontiere ha dovuto cambiare programma e destinazione, ed è arrivata a Wolisso in Etiopia.

    L’impatto con l’Etiopia è stato particolare, nonostante avessi già lavorato in Africa e più precisamente in Uganda mi sono accorta di quanto questo nuovo contesto fosse diverso da un punto di vista culturale e professionale. Dalle mie esperienze precedenti ho imparato che il modo ‘migliore’ per ambientarsi è porsi con umiltà, essere in ascolto, senza perdere mai sé stessi, con la consapevolezza che ci si trova in un contesto diverso, rispettandolo e cercando di creare relazioni positive” racconta Eleonora.

    Lavorando in vari paesi dell’Africa ci si avvicina alla grande pluralità di questo continente e all’immensa diversità culturale al suo interno. Questo si vive anche in campo sanitario e medico: “In Uganda avevo l’impressione ci fosse una maggiore “rassegnazione” verso il neonato con una patologia – racconta Eleonora – . Il nome, ad esempio, viene dato non subito alla nascita ma a distanza di tempo perché la percezione del rischio di perdere il bambino è molto alta. In Etiopia invece l’attaccamento al neonato da parte dei genitori e del personale sanitario sembra molto più forte fin dal primo momento nonostante le risorse siano comunque molto limitate.”

    Essere “con” l’Africa è anche questo, comprenderla in tutte le sue sfaccettature e lavorare fianco a fianco agli operatori e alla popolazione locale per prendersi cura di tutti anche nell’ultimo miglio.

    L’impegno quotidiano e il lavoro dedicato di Eleonora e del team del reparto di Neonatologia dell’Ospedale di Wolisso si inserisce nell’ambito del progetto “Newborn Survival Project: qualità e innovazione per un maggiore accesso alle cure neonatali”, sostenuto dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.

    Photo credits: Andrea Frazzetta