Prendersi cura dei più piccoli per la salute del paese
Migliorare l’accessibilità e innovare i servizi di cura dei più piccoli in Etiopia è possibile, ne è la prova il progetto Newborn Survival Project sulla salute neonatale. L’inizio di un percorso che si proietta verso il futuro del paese.
Il progetto Newborn Survival Project, sostenuto dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo in collaborazione con partner locali è stato sviluppato in Etiopia e più precisamente nelle aree di Addis Abeba, Tulu Bolo e Wolisso. L’obiettivo del progetto è stato quello di migliorare l’accessibilità e rafforzare i servizi dedicati alla salute neonatale e materno-infantile ed in particolare migliorare, equipaggiare e rifornire di farmaci la terapie intensive neonatali nei tre ospedali delle aree di riferimento.
Le attività centrali promosse dal progetto al fine di raggiungere l’obiettivo sono state:
Equipaggiamento delle terapie intensive neonatali
Nei tre ospedali di riferimento del progetto sono state equipaggiati i reparti di di terapia intensiva neonatale con medicinali, concentratori di ossigeno a parete e tutti gli strumenti necessari per permettere ai reparti di poter gestire anche i casi più critici in autonomia.
“Il progetto NICU ci ha permesso di installare generatori di ossigeno e di dotare ogni reparto dell’ospedale di uno strumento per la distribuzione dell’ossigeno a parete – racconta Eleonora Balestri, neonatologa Cuamm all’ospedale di Wolisso -. Tenendo conto che la maggior parte dei neonati a cui sono state diagnosticate patologie alla nascita possono poi essere affetti da disturbi respiratori, è estremamente importante avere l’opportunità di aiutarli con questi strumenti che sono pionieristici in Etiopia.”
Formazione di specialisti e operatori locali
L’aumento della disponibilità di personale locale specializzato, insieme a formazione e rafforzamento delle capacità e competenze, sono state componenti fondamentali dell’intervento. Sono stati svolti training sulla cure neonatali essenziali, sull’assistenza al neonato patologico, sulla rianimazione neonatale e sull’uso dei macchinari delle NICU. Sono stati formati complessivamente 53 infermieri e 56 ingegneri biomedici.
“L’apertura della terapia intensiva neonatale a Wolisso è stata accolta con grande gioia ed entusiasmo dal personale locale che l’ha vista anche come l’opportunità per approfondire la propria preparazione. Infatti 10 infermieri su 13 hanno trascorso un mese ad Addis Abeba per un corso di specializzazione – racconta Eleonora Belestri, neonatologa Cuamm presso l’ospedale di Wolisso-. I training avevano l’obiettivo di rendere autonomo il personale locale, in particolare nel seguire i protocolli per le principali patologie neonatali e nell’uso dei macchinari”.
Sensibilizzazione comunitaria
Accanto alla formazione degli operatori sanitari delle NICU, sono stati formati anche 26 Health Extension Workers, operatori di salute comunitaria, e 575 donne attiviste comunitarie del Women Development Army. Grazie al loro fondamentale supporto, è stato possibile svolgere 158 incontri comunitari, che hanno permesso di sensibilizzare 51.652 donne sulla salute materno infantile e la cura del neonato.
“Le attiviste donne del Women Development Army sono state la chiave per arrivare alle comunità. Per ogni Kebele, 15 in tutto, sono state selezionate 40 donne e abbiamo iniziato a tenere regolarmente degli incontri con loro su temi di salute, un spazio per confrontarsi, discutere, e raccogliere feedback e dati dalle attività di sensibilizzazione svolte – racconta Genet, operatrice Cuamm responsabile della mobilitazione comunitaria-. Il Covid ha avuto un forte impatto sulle nostre attività perché ci ha impedito di andare casa per casa e di incontrarci di persona per mesi, fino a quando non siamo riusciti a far ripartire le attività nel rispetto delle regole di sicurezza, usando le mascherine che avevamo distribuito a tutte le donne del Women Development Army. Abbiamo svolto anche sessioni di educazione su come prevenire e proteggersi dal Covid-19”.
Promozione dei servizi di salute per le donne in gravidanza
Trasmettere alle donne l’importanza di prendersi cura di sé stesse già nelle prime fasi della gravidanza è fondamentale per la loro salute e per quella dei loro bambini. Ciò è possibile in particolare grazie al coinvolgimento attivo delle persone e alla formazione di operatori sanitari, attivisti comunitari, e peer-mothers affinché diventino un punto di riferimento per il resto della comunità.
“Grazie alle operatrici di salute comunitaria e ai medici, ho imparato molto sulla salute e su come prendermi cura di me. Nel caso di una seconda gravidanza, mi avevano consigliato di ridurre al minimo gli sforzi, di passare poco tempo in piedi, di mangiare cibo salutare, e di fare periodicamente i controlli. Perciò, quando ho saputo di aspettare un altro bambino, ho iniziato a farmi seguire fin da subito” racconta una giovane mamma beneficiaria del progetto.
Educazione alla cura del neonato e di buone pratiche igienico sanitarie e nutrizionali
In collaborazione con le autorità distrettuali, gli operatori di salute comunitari e le donne del Women Development Army, fanno visita ai villaggi per sensibilizzare le madri e la comunità sulla salute materno-infantile e neonatale, in particolare l’allattamento esclusivo durante i primi 6 mesi di vita del neonato.
Per rendere efficace la promozione dell’allattamento al seno è essenziale il sostegno dei padri, dei familiari, degli operatori sanitari e dell’intera comunità.
“Durante i primi sei mesi, con i consigli ricevuti dagli operatori, ho allattato mio figlio solo con latte materno. Dopo di che, ho imparato a cucinare pasti semplici e ricchi di proteine per rendere mio figlio sano e forte” racconta una giovane mamma beneficiaria del progetto.
“Newborn Survival Project: qualità e innovazione per un maggiore accesso alle cure neonatali” è un progetto, sostenuto dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che si è sviluppato per tre anni a partire da giugno 2018. La realizzazione delle attività è stata possibile grazie all’impegno di Medici con l’Africa Cuamm in partnership con il Ministero della Salute etiope, la Ethiopian Catholic Church – Social and Development Commission (ECCSDCO), e il dipartimento di salute della regione di Oromia e della South West Shoa Zone.Inoltre, l’intervento è stato implementato con il coinvolgimento di partner tecnici: la Società Pediatrica etiope, l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù (OPBG), Informatici senza Frontiere, e l’Università degli Studi di Tor Vergata – Dipartimento Pediatrico Universitario-Ospedaliero (DPUO TV).
Riduzione della mortalità neonatale nelle tre Terapie intensive Neonatali coinvolte:
- -2,8% presso Ospedale di St. Paul
- -6,6% Ospedale di St.Luke
- -2,2% Ospedale Tulu Bolo
Altri dati di progetto:
- 14.691 neonati patologici ricoverati nelle tre NICU
- 53 infermieri e 56 ingegneri biomedici formati
- 26 operatori di salute comunitari e 575 attiviste comunitarie donne formati
- 158 incontri comunitari organizzati
- 51.652 donne sensibilizzate sulla cura neonatale
- 4 manuali realizzati: 3 sulle cure neonatali e 1 sull'equipaggiamento biomedico delle NICU
- 1 sistema informativo digitalizzato per neonati patologici