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Da Udine a Wolisso L’esperienza di Margherita

Grazie al sostegno della Fondazione Friuli, Margherita Baracetti, specializzanda in Pediatria press l’Università di Udine, ha trascorso 6 mesi a Wolisso in Etiopia e molto ha imparato…

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    Ha trascorso 6 mesi a Wolisso, in Etiopia, come Jpo del Cuamm. È una dei tanti specializzandi che prestano servizio in Africa, in un ospedale in cui opera Medici con l’Africa Cuamm, grazie a un accordo con oltre 30 università italiane. Margherita Baracetti, giovane di Tavagnacco, sta studiando per diventare Pediatra presso l’Università di Udine e per seguire un sogno che aveva da sempre, lo scorso novembre è volata in Etiopia, dove grazie al sostegno della Fondazione Friuli che le ha garantito una borsa di studio, è rimasta fino a maggio 2024.

    «Faccio un bilancio molto positivo di questa esperienza, che è stata così intensa ed è difficile da riassumere e raccontare in poche righe – dice Margherita –. Desideravo da molto tempo farla e quello che ho imparato e portato a casa è stato qualcosa di davvero straordinario. Prima di tutto, mi ha insegnato a tornare all’essenza delle cose, mi ha riempito di sorrisi, di incontri, di storie e soprattutto di tanta vita, nonostante tutto».

    E prosegue: «Mi è piaciuto vivere in un mondo colorato, dove si dà più importanza alle persone e alle relazioni rispetto alle cose; dove ci sono le pulci nel letto, ma anche fiori bellissimi fuori dalla tua finestra. Ho imparato a convivere un po’ meglio con tutte le ingiustizie del mondo e a focalizzarmi sul buono, su quello che puoi fare, per tentare di essere parte della soluzione e non del problema. Mi ha aiutato a trovare dei punti di rifugio e gratificazione dentro di me. Mi ha dato modo di conoscere molte persone e di condurre una vita “comunitaria”, che per il nostro modo di vivere occidentale è ormai raro». «Per questo il mio grazie va al Cuamm – prosegue – che offre a tanti giovani queste opportunità; alla mia Università che ha accolto queste opportunità e alla Fondazione Friuli che ha sostenuto in concreto questo percorso, garantendo le spese del viaggio e della permanenza».

    «Lo consiglierei davvero a chi sente che nel nostro mondo viviamo a testa bassa, focalizzati solo sul fare, perdendo di vista l’essenziale. Lo consiglierei a chi ha spirito di adattamento e si sente gratificato dall’aiutare l’altro, oltre che dallo scoprire nuovi angoli di mondo. Le fatiche e i momenti tristi non sono mancati, soprattutto per le morti di neonati e bambini che, in Italia, oggi sarebbero vivi e in salute. In Etiopia è più facile che la vita si spenga, basti pensare che i genitori, al momento del parto, non portano i vestitini per il nascituro, perché hanno paura che porti sfortuna e il piccolo muoia. Ho visto malattie e condizioni cliniche che in Italia sono molto rare e che mi hanno permesso di crescere dal punto di vista professionale. Ho imparato a fare più ragionamenti clinici e mi ha riacceso la voglia di studiare e approfondire le cose, perché quando non hai tante analisi a disposizione, devi affinare la tua mente». E conclude Margherita: «Ho imparato, infine, il grande dono della libertà e della pace. Vedevo i miei colleghi etiopi intrappolati in un paese che da anni è lacerato da tensioni e guerre. Per loro è normale finire in prigione, senza un chiaro motivo e non essere liberi di spostarsi quando e come vogliono».

    Margherita racconterà la sua esperienza giovedì 17 ottobre, alle ore 18, a Udine, presso la sede della Fondazione Friuli, durante l’anteprima di presentazione del libro “Con l’Africa”, di Giuseppe Ragogna, edito da Ediciclo -Nuovadimensione, insieme all’autore e al direttore del Cuamm, don Dante Carraro.

     

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