A poco più di un mese dal passaggio del ciclone Idai, il bilancio dei danni è drammatico e ancora parziale, perché molte zone sono ancora inaccessibili.

A poco più di un mese dal passaggio del ciclone Idai, il bilancio dei danni è drammatico e ancora parziale, perché molte zone sono ancora inaccessibili.
A poco più di un mese dalla devastazione di Idai, un altro ciclone si è abbattuto sul Mozambico. Giovedì 25 aprile, la provincia di Cabo Delgado, è stata colpita dal ciclone Kenneth, che con i suoi 200 km/orari, ha spazzato via gran parte delle abitazioni. (Foto a destra presa dal web)
A poco più di un mese di distanza, la situazione a Beira è ancora molto lontana dalla normalità.
Prima del ciclone, è andato in scena nei centri di salute di Maputo e provincia lo spettacolo “Nuove abitudini” per sensibilizzare la popolazione mozambicana sulle malattie croniche non trasmissibili.
L’emergenza continua, 4.373 casi di colera confermati nei distretti di Dondo, Beira, Nhamatanda e Buzi. Bisogna fare presto per fermare l’epidemia.
Giovanni Putoto, responsabile della programmazione del Cuamm ha raggiunto il team Cuamm a Beira: «Nell’Ospedale centrale di Beira tutta l’attività chirurgica è paralizzata, cibo e acqua bisogni impellenti: bisogna fare presto!»
Fornire acqua potabile, riparo alle popolazioni sfollate, assistenza sanitaria. Queste le attività salvavita considerate prioritarie per far fronte all’emergenza.
La situazione resta estremamente critica nei prossimi giorni previste ancora piogge intense ed esondazioni con il rischio di nuove vittime. Serve aiuto per cibo, acqua potabile, abiti, kit di primo soccorso e materiale per costruire ripari.(Foto di INGC, Instituto Nacional de Gestão de Calamidades).
In questi giorni il ciclone Idai si è scagliato sul Mozambico e in particolare sulla città di Beira. È stato un fine settimana di grande preoccupazione per la calamità che ha colpito circa 700.000 persone tra Beira, Dondo e Nyamathanda seminando un numero imprecisato di morti, feriti e sfollati.
Gravi danni alle strutture sanitarie di Beira. Medici con l’Africa Cuamm al lavoro con autorità locali per garantire servizi sanitari in emergenza. Maggiormente colpiti i quartieri più poveri, nella città inondata il rischio è il colera. Bisogna assicurare la continuità dei servizi sanitari nonostante la calamità.
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