Medici con l'Africa Cuamm

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Sentirsi bene aiutando gli altri

L’importanza della sensibilizzazione e della prevenzione nelle comunità per combattere il cancro alla cervice, il secondo tumore più diffuso nelle donne in Africa.

 

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    L’ottobre rosa, la campagna mondiale di sensibilizzazione sul cancro al seno e sui tumori della donna è in corso, e anche quest’anno il Cuamm è coinvolto con alcune attività di sensibilizzazione e screening a Sofala, Maputo e in Zambezia in Mozambico, dove ancora oggi muoiono molte donne vittime del cancro al seno o del cancro al collo dell’utero.

    Molte donne arrivano ad una diagnosi tardiva della malattia, a causa della scarsa conoscenza dei sintomi iniziali, per questo è fondamentale il lavoro di sensibilizzazione e prevenzione svolto da figure professionali come quella di Cesarina Flora Da Costa, infermiera di salute materno infantile che collabora con il Cuamm. Cesarina si occupa di formare e supportare le infermiere dei centri di salute per realizzare attività di screening, sensibilizzazione e trattamento per il cancro al collo dell’utero in 4 diverse unità sanitarie, distribuite nei Distretti di Beira, Dondo e Nhamatanda, nella Provincia di Sofala. Ama il suo lavoro ed è molto soddisfatta di quello che fa. Ce lo racconta Paolo Massaro, project manager del progetto “Prevenzione e controllo delle malattie non trasmissibili” in Mozambico, che ha intervistato Cesarina per raccontare più da vicino l’impegno per combattere il cancro della cervice, il secondo tumore più diffuso nelle donne in Africa.

    Quale pensi sia il modo migliore per informare e avvicinare le donne ai servizi di prevenzione e screening?

    «Tutte le donne dovrebbero fare lo screening del cancro al collo dell’utero, credo che il modo migliore per raggiungere un sempre maggior numero di donne sia quello di fare campagne educative, nelle comunità, durante le quali si possa parlare direttamente con le persone. Quando sono impegnata in queste attività, uso materiali fotografici, volantini, e cerco di usare la forza delle immagini per spiegare e convincere dell’importanza di effettuare lo screening. Non è facile però, soprattutto nelle zone rurali, perché le donne pensano sia una perdita di tempo andare presso il centro di salute, ma io sono caparbia e non mi stanco di provarci».

    «Quando vengono presso il centro di salute, a volte capita che le donne sono timorose nel farsi visitare, togliersi i vestiti e farsi fare lo screening, ma quando sono presente io in ambulatorio, difficilmente una donna esce senza averlo effettuato. Credo di avere un dono nel parlare e convincere altre donne. Lo dico sempre anche alle altre infermiere più giovani che affianco: bisogna usare un linguaggio semplice e diretto e riuscire a raggiungere tutti, anche le persone più umili o disinteressate per fare loro capire l’importanza dello screening. E con la stessa caparbietà lo faccio anche con familiari e amici. Anche nelle formazioni che organizzo con il personale sanitario, do sempre molta importanza alle sessioni pratiche e cerco di mostrare concretamente alle infermiere partecipanti cosa bisogna fare, utilizzando modelli anatomici e cercando di coinvolgere le partecipanti il più possibile. A volte mi rendo conto che il lavoro non è facile, ma come donna mi sento bene quando posso aiutare un’altra donna. È una scelta che ho fatto tanto tempo fa e sono contenta di averla fatta. Posso dirlo ad alta voce: mi sento bene ad aiutare gli altri». E dal sorriso che Cesarina fa mentre pronuncia queste parole non stentiamo a crederci.