Medici con l'Africa Cuamm

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Ripartire con Chiara Bortolas e Laura Bottan

Mancano pochi giorni all’Annual Meeting e desideriamo condividere la gratitudine per questo cammino fatto di piccoli passi, ma di azioni concrete, quotidiane che hanno permesso di aiutare molte mamme e i loro bambini in Africa.

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    Mancano pochi giorni all’Annual Meeting e desideriamo condividere la gratitudine per questo cammino fatto di piccoli passi, ma di azioni concrete, quotidiane che hanno permesso di aiutare molte mamme e i loro bambini in Africa. Azioni realizzate con slancio e cuore da molti amici, istituzione, associazioni, da tutte quelle persone che hanno fatto ognuna la loro parte per costruire un futuro più giusto per tutti. Come Chiara Bortolas, Presidente di Donne Impresa Coldiretti Veneto, che ha promosso la campagna “Cuori di gratitudine” per sostenere l’ospedale e la Scuola per infermiere e ostetriche di Rumbek in Sud Sudan. Un coinvolgimento, quello delle donne imprenditrici nel settore agricolo in Veneto, che si trasforma in un grande abbraccio per l’Africa e la sua gente.

     

    Perché è importante partecipare all’Annual Meeting?

    Partecipo a questo meeting del Cuamm in rappresentanza di tutte le donne di Coldiretti che hanno voluto sostenere le mamme e i loro piccoli in Africa. Lo abbiamo fatto da subito, abbracciando un popolo in difficoltà che era quello del Sud del Sudan in un momento in cui in Italia ci trovavamo ad affrontare un’emergenza straordinaria. Un’emergenza che però non ci ha impedito di pensare a chi vive ogni giorno in emergenza e da molto più tempo rispetto a noi. Ci siamo subito sentite vicine agli operatori sanitari, e soprattutto ci siamo sentite dentro un grande progetto di solidarietà. Un progetto senza confini e che sembrava impossibile e poi invece è diventato, piano piano, una bellissima realtà e abbiamo capito quanto fosse importante condividere e stare insieme per il bene comune e ovviamente il nostro cuore continua a battere per i Medici con l’Africa Cuamm.

    Cosa significa per lei ripartire?

    Ripartire per me è una grande gioia, significa ricominciare, iniziare, inventare. Significa anche cercare di coinvolgere e di comunicare quella che è stata questa bellissima esperienza a fianco degli amici del Cuamm, è un’esperienza che ha fatto volare la nostra passione per una parte di mondo, che seppur così lontana, improvvisamente è diventata vicina facendoci sentire coinvolte in questo grande progetto.

    Ripartire “con”?

    Ripartiamo ovviamente con grande entusiasmo, e l’entusiasmo tipico della gente dei campi, che è gente semplice però è gente di cuore. Noi, donne di Coldiretti, ci abbiamo da subito messo la faccia perché siamo quelle che con trasparenza e legalità lavorano ogni giorno per produrre cibo e per donarlo poi alla nostra società. Sapere di essere state parte di questo grande progetto, di aver potuto contribuire alla fondazione di un reparto e alla creazione di una scuola di formazione è tanto per noi, ma vogliamo pensare ancora più in grande e pensiamo di voler realizzare molto di più se riusciremo a gettare il nostro cuore oltre l’ostacolo.

     

    Dall’Africa anche Laura Bottan, volontaria del servizio civile e ostetrica a Chiulo in Angola porta la sua testimonianza a questo cammino di avvicinamento all’ Annual Meeting. In realtà, nonostante la pandemia, non si è mai fermata, perché i bambini hanno continuato a venire al mondo, a dimostrazione che la forza della vita supera sempre ogni difficoltà.

    Perché è importante partecipare all’Annual Meeting?

    L’Annual Meeting è una grande occasione per avvicinare le persone che non conoscono il Cuamm, un esempio sono i miei genitori, che parteciperanno e conosceranno più da vicino i progetti, la mission e l’operato dell’organizzazione con cui sono in Africa.

    Cosa significa per te ripartire?

    Se devo essere sincera io non mi sono mai fermata e questo grazie al mio lavoro di ostetrica. La pandemia ha fermato il mondo, ma non ha avuto il potere di fermare le nascite. Nonostante il virus, la paura, lo sconforto e gli ospedali in tilt le madri hanno sempre continuato a partorire e i bambini a venire al mondo. Questa immagine è meravigliosa perché rappresenta la forza e la magia della vita, che si compie nonostante tutto. Quest’anno, come civilista ostetrica a Chiulo, sono ripartita solo nel senso che ho iniziato una nuova avventura, in un luogo lontano ma con lo stesso impegno professionale e la stessa missione di prima: quella di aiutare le mamme e i bambini. Per me questa non è una ripartenza, ma una partenza verso una realtà che sentivo il bisogno di conoscere, dalla quale volevo poter imparare e alla quale volevo dare il mio contributo. Quando ho sentito il termine “ripartire” ho pensato piuttosto al verbo transitivo “dividere con”. Scegliendo di lavorare col Cuamm come ostetrica in Angola io ho scelto e scelgo tutti i giorni di dividere il mio vissuto, la mia esperienza, la mia professionalità e le mie competenze con gli altri.
    Nel mio modo di concepire il “ripartire” vedo uno scambio; uno scambio continuo e profondo con le persone che incontro sul mio cammino, sia a livello umano che professionale. Io do loro qualcosa e loro danno qualcosa a me. Io condivido e, al contempo, ricevo.

    Ripartire “con”?

    Ripartire con le persone. Condividere una parte di me con tutte le persone che incontro. Da una parte in ospedale come ostetrica: medici, infermieri e pazienti. E dall’altra con chi divide con me questa esperienza: la mia compagna di servizio civile Sara e i miei colleghi del Cuamm che, come me, ogni giorno, vivono questa realtà assurda e al contempo meravigliosa, provano le mie stesse emozioni ma soprattutto comprendono, come forse solo chi vive sul campo, il vero significato di questa esperienza.