«Non sono qui per salvarli tutti, non è questo il senso – racconta Fabio Manenti, responsabile dell’ospedale di Wolisso in Etiopia-. La missione del Cuamm è riallacciare quel filo che si interrompe ogni giorno per tante mamme e per i loro bambini, continuando a lavorare sui processi, rafforzando le capacità del personale locale, educando ad un’attenzione alla persona, attraverso l’esempio continuo. Le diseguaglianze sono ovunque: le risorse limitate che non sempre bastano ad aiutare i nostri pazienti, la povertà che non permette l’accesso alla salute (in Africa molto spesso le cure e i farmaci sono a pagamento), l’ignoranza che non consente alle persone di comprendere l’importanza di recarsi per tempo all’ospedale, infine le differenze etniche che provocano tensione e difficoltà nella vita di tutti i giorni. Sono tanti i passaggi in cui il filo si spezza, ma è nostro compito ricucirlo per fare in modo che questo legame con l’Africa diventi sempre più solido. Il nostro sistema di riferimento ha proprio questo obiettivo: mantenere in vita la relazione anche con la popolazione che vive nelle zone più periferiche, garantendo la continuità della cura; in questo senso un ruolo chiave  è quello dei community health worker, operatori che portano l’intervento del Cuamm nei villaggi e nelle comunità, garantendo a mamme e bambini visite, vaccini, screening per la malnutrizione e promuovendo buone pratiche e una cultura della prevenzione. «In Africa manca sempre qualcosa, ma ciò che non manca mai è la voglia di far funzionare le cose, di creare le condizioni per un futuro migliore» afferma Fabio. Questa ostinazione ci fa credere che non importa quanto sia grande la fatica o impervia la strada per raggiungere chi ha bisogno, ci sarà sempre qualcuno, come Fabio, pronto a raccogliere un capo del filo per entrare in relazione con l’altro. Per questo vogliamo costruire insieme con fiducia e tenacia #lostessofuturo!