A casa mia Il sogno di Ibrahim, Fullah e Saidu
Tre giovani con un unico sogno: diventare medici e prendersi cura dei malati. Per questo, si stanno formando nella clinica Pen Plus di Pujehun, affiancati da Silvia, specializzanda in Medicina interna, Jpo Cuamm.
Ibrahim, Fullah e Saidu hanno un sogno. Quando si è giovani, i sogni sono il motore che ti spinge ad andare avanti, sono la miccia che accende passioni e desideri. Come tutti i sogni, per essere realizzati hanno bisogno di tenacia, grande volontà e tanto impegno. Quando vivi in Sierra Leone, a Pujehun, i sogni che pian piano diventano realtà ti cambiano davvero la vita. Ibrahim, Fullah e Saidu oggi lavorano insieme nella clinica Pen Plus dell’ospedale, inaugurata dal Cuamm lo scorso marzo e offre assistenza e cure per le malattie croniche non trasmissibili, come il diabete, l’ipertensione e altre patologie.
Con loro c’è Silvia Professione, specializzanda in medicina interna, 30 anni, che è in Sierra Leone da settembre come Jpo. Ibrahim, Fullah e Saidu – anche 28, 24 e 31 anni – sono i Community Health Officer (operatori sanitari) della clinica. «Sono loro tre che fanno le visite ai pazienti. Ogni giorno lavoriamo fianco a fianco e questo ci permette di coltivare un bellissimo rapporto sia professionale che umano».
Originario della provincia di Makeni, nel nord del Paese, Ibrahim è arrivato a Pujheun dopo la laurea in Community Health Science nel 2022. «Ho iniziato come volontario nell’ospedale centrale e quando è stata aperta la clinica Pen plus venivo sempre qui per osservare. Cercavo di seguire il coordinatore del Cuamm di allora, il dottor Giacomo Marro. Volevo imparare il più possibile. A essere sincero il mio sogno era quello di diventare un chirurgo. Da quando ho messo piede in clinica, però, è cambiato tutto. A contatto con le malattie croniche non trasmissibili mi sono accorto che la medicina interna mi affascinava più della chirurgia».
E così appena si è aperta una posizione come Community Health Officer per la clinica, Ibrahim ne ha approfittato subito. «I primi mesi di lavoro sono stati incredibili. Ho lavorato con molti medici Cuamm che proponevano anche sessioni di formazione, come quella sull’utilizzo dell’elettrocardiografo. Adesso siamo capaci di diagnosticare uno scompenso cardiaco e di intervenire tempestivamente». Oggi il sogno di Ibrahim è quello di diventare un medico e specializzarsi in Medicina interna per poi poter lavorare proprio sulle malattie coniche non trasmissibili, la cui incidenza in Sierra Leone è in aumento.
Come Ibrahim, anche Fullah è arrivato all’ospedale di Pujheun come volontario, iniziando nel reparto pediatrico. Ma il suo sogno è quello di diventare un cardiologo. «In ospedale a Pujheun ci sono molti pazienti con problemi cardiaci e ipertensione. Io vorrei essere capace di aiutarli, di aiutare la mia comunità».
Per il sogno di Ibrahim così come per quello di Fullah, ma soprattutto per rispondere alla necessità di cure di qualità, la formazione del personale locale è fondamentale. «Lavorare con Cuamm mi sta aiutando a raggiungere i miei obiettivi. Abbiamo imparato davvero tanto e ora sappiamo intervenire in modo qualificato e tempestivo, quando necessario». E a distanza di quasi un anno dall’inaugurazione della clinica si continua a imparare: «Ogni giorno apprendiamo qualcosa di nuovo e speriamo di poter diventare degli specialisti in futuro. Credo che questo sia il nostro più grande desiderio» aggiunge Saidu, che prima di entrare nell’equipe del Cuamm, ha prestato servizio per due anni come volontario dell’ospedale del distretto.
Tutti e tre hanno iniziato la loro attività professionale come volontari nell’ospedale della zona, un paio di anni fa. Oggi, fanno parte dello staff del Cuamm e si prendono cura dei circa 170 pazienti che si rivolgono alla clinica ogni mese.
«Sono tutti e tre entusiasti di imparare. Capiscono che certe competenze sono essenziali. Supportarli nelle attività formative, affinché a loro volta, diventino formatori è la parte più bella di questa mia esperienza in Sierra Leone» dice Silvia.
Ed è sulla formazione, anche sul campo, anche nel reparto, fianco a fianco, per “imparare facendo” e confrontandosi con chi è più avanti nel cammino, che Medici con l’Africa Cuamm vuole continuare a investire e puntare per realizzare i sogni di Ibrahim, Fullah e Saidu e di tanti giovani africani che incontra, ogni giorno.