Medici con l'Africa Cuamm

la salute è un diritto,
battersi per il suo rispetto
è un dovere
DONA ORA Il tuo aiuto può fare la differenza

“Grazie, ma parto con il Cuamm! Da Busca a Pujehun”

Giulia Bellone è appena rientrata da Pujehun, un piccolo villaggio a Sud della Sierra Leone, dove ha svolto il Servizio civile universale come infermiera pediatrica.

Condividi con i tuoi amici:

    Giulia Bellone ha 25 anni, originaria di Busca, in provincia di Cuneo, ed è appena rientrata da Pujehun, un piccolo villaggio a Sud della Sierra Leone, dove ha svolto il Servizio civile universale come infermiera pediatrica. Nel suo racconto, l’incontro indimenticabile con mamme e bambini nella sezione pediatrica dell’emergency ward, nel reparto dei malnutriti e in terapia intensiva neonatale.

    Grazie ad una precedente esperienza di volontariato in Senegal, Giulia studiava all’università con l’obiettivo di tornare in Africa; così, quando è nata un’opportunità di lavoro al Regina Margherita di Torino, non ha avuto dubbi: “Grazie, ma parto con il Cuamm!”.

    «Sono arrivata in Sierra Leone il 7 luglio 2021, ho trascorso 10 giorni a Freetown per entrare gradualmente nella realtà del Paese. Poi, mi sono spostata nel villaggio di Pujehun. E da lì è iniziata l’avventura! Fondamentale il coordinamento del project manager Adrien, medico-chirurgo ginecologico, con cui ho collaborato moltissimo: è stato un importante punto di riferimento; così come Alessandra, chirurgo pediatrico, professionista esperta e determinata, che mi ha insegnato tanto: mi ha reso consapevole della realtà complessa che mi circondava».

    Una professione che appassiona

    «Ho vissuto l’esperienza più intensa della mia vita, in cui ho trovato, finalmente – so che è impossibile definire una data – quella felicità che mi ha permesso di apprezzarmi, di conseguenza poter lavorare meglio nella mia professione, che definisco passione. Ho instaurato relazioni all’interno dell’ospedale, nel compound e al di fuori, perciò anche nella comunità e ho trovato una casa, una famiglia. Mi sono sentita accettata, nonostante fossi bianca nella tribù mende e rappresentassi una minoranza.

    Nel campo lavorativo il Cuamm è veramente con l’Africa. Per un periodo, all’interno dell’ospedale, eravamo soltanto in 3 del Cuamm: io, Adrien e Alessandra. Tre in tutto l’ospedale, se non è con l’Africa questo! Sono partita con l’idea di crescere professionalmente e umanamente in un luogo totalmente diverso dal mio, imparare da chi mi avrebbe accolto, poter fare qualcosa per il prossimo nella mia piccolezza. Lì ho capito che non salviamo la vita, ma la supportiamo. Quando ci sono le condizioni per riuscire ad ottenere il risultato sperato, siamo felicissimi!».

    La condizione dei bambini

    «In Africa la condizione dei bambini è ancora difficoltosa. Inizia ora un leggero cambio di pensiero, di cultura, per riuscire a garantire migliori cure e consapevolezza della presa in carico dei minori. Le donne arrivano ad avere 19 parti. Crescere tanti figli guadagnando meno di un euro al giorno è un’impresa. Perciò la mortalità resta alta, le malattie si prendono facilmente, chi vive nei villaggi non ha sempre acqua pulita, non si copre, non mangia. Ho percepito che in Africa un figlio è visto come un aiuto futuro alla famiglia. Non si è da soli! Tuttavia, poi è difficile portare avanti in maniera ottimale il benessere di questo piccoletto. Io seguivo i bambini fino ai 5 anni, ma è altissima la mortalità di coloro che non ce la fanno entro le 24 ore dall’arrivo in ospedale. Spesso, le mamme prima provano a curarli a casa con le erbe tradizionali, poi non hanno soldi per pagarsi il trasporto, così quando trovano un’ambulanza che si ferma, salgono, ma ormai è troppo tardi».

    L’impegno in Italia

    «A Busca, il mio paese d’origine in Piemonte, assieme alla cittadinanza ho organizzato per l’ospedale di Pujehun una raccolta fondi che è stata molto partecipata. Sono orgogliosa del mio villaggio per come abbia deciso di affidarsi e dei risultati che sono arrivati. Con le donazioni abbiamo mandato laggiù attrezzature prima ancora che io concludessi il Servizio civile. Per me è una grande soddisfazione. Così posso portare testimonianza al mio paese che donare fa bene davvero! Ho già qualche progetto in cantiere, che svilupperò con Stefano Durando, referente del Cuamm per il Piemonte. Stay tuned!».