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5 CON 1000 Vogliamo continuare ad esserci

Daniela ci racconta le fatiche e la determinazione in Repubblica Centrafricana. Insieme a lei e a tutti i nostri operatori sul campo il nostro 5 CON 1000 è un modo per dire che  anche noi vogliamo continuare ad esserci.

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    Questi giorni risentono pesantemente del clima di incertezza: zone rosse o gialle, lockdown, scuole chiuse, didattica distanza, problemi di lavoro.

    Nonostante la lontananza, lo hanno ben chiaro anche i nostri operatori sul campo, come ci scrive Daniela Ramadani dalla Repubblica Centrafricana: “Le settimane, i mesi passano, ed ho da poco festeggiato il mio primo anno in Africa. Penso ai “padri fondatori” delle missioni del Cuamm e mi sembra un’inezia il tempo passato qui, eppure quando mio padre mi chiede: “quand’è che torni?”, i miei amici più cari mi scrivono dei loro tormenti nel lockdown italiano, mia nipote prende una nota a scuola e mi scrive messaggi per condividere i suoi pensieri… in tutti quei momenti, ogni giorno passato lontano pesa molto. Nonostante sia qui per mia scelta. Nonostante non vorrei essere altrove.

    Così viviamo a volte noi cooperanti, alla costante ricerca di un equilibrio che per lo più troviamo in noi stessi, ma che è un esercizio che pratichiamo senza sosta, soprattutto in un luogo tormentato come la Repubblica Centrafricana.

    Da dicembre ormai si vive in funzione del coprifuoco e sotto le regole dello Stato d’Urgenza. Da qualche settimana siamo tornati ad essere “liberi” fino alle 20 di sera, un piccolo cambiamento ma che permette movimenti necessari a livello mentale e fisico. Oltre alle mansioni lavorative quotidiane, si può fare la spesa, bere una birra con un collega, fare una camminata senza costantemente monitorare l’ora o, peggio, senza doverci rinunciare. Eppure, non possiamo non pensare che il nostro disagio, le nostre difficoltà, sono nulla in confronto alle sofferenze della popolazione locale. Al momento, circa 1 milione e mezzo di persone sono rifugiati interni, cioè persone che hanno dovuto lasciare le proprie abitazioni perché insicure, e hanno cercato appoggio da familiari e conoscenti, o nella foresta. Circa 1/3 della popolazione. Metà di loro bambini.

    Il clima di insicurezza, esponenzialmente cresciuto da dicembre in poi a causa delle elezioni governative, apporta problemi altamente impattanti sulla vita di tutti i giorni di un centrafricano: le strade sono insicure per i trasporti quindi i beni di prima necessità e non solo non arrivano nei centri più popolosi, il lavoro cala, le entrate delle famiglie anche, ed il costo della vita aumenta sotto tutti i punti di vista. Nelle provincie gli scontri a fuoco tra l’Esercito nazionale appoggiato dalle Forze Internazionali ed i gruppi armati sono all’ordine del giorno. Tutto sembra precario. La violenza sembra infinita. Così come la povertà.

    Ora le elezioni sono terminate, la prossima settimana ci sarà la cerimonia di insediamento del “nuovo” governo (il presidente in carica Touadera è stato riconfermato); speriamo non ci siano rappresaglie, speriamo che poco a poco la situazione torni a quella pseudo-normalità pre-elezioni. Pseudo, sì, perché c’è ancora molto da fare in Centrafrica per raggiungere una stabilità ed un accesso alle risorse che sia definito “normale”.

    E così, nonostante le difficoltà ed i momenti di scoramento, io ed i miei colleghi, soprattutto lo staff sanitario che lavora al Complexe Pediatrique, cerchiamo di mantenere alto il morale e lo spirito, di fare quello che possiamo al meglio, cerchiamo di ESSERCI.

    Insieme a Daniela, Giovanna, Riccardo e tutti i nostri operatori sul campo, anche il nostro 5 CON 1000 è un modo di dire che noi vogliamo continuare ad esserci, con queste persone, con queste mamme e bambini!

    Basta una firma e il codice fiscale del Cuamm 00677540288.

    Il tuo 5 CON 1000

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    [Ph ©Luigi Baldelli]

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