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Workshop internazionale ad Addis Abeba

Quattro giorni dedicati alle cure neonatali e perinatali, un’iniziativa di Cuamm, Uenps e l’Associazione Etiope di Pediatria.

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    Un workshop internazionale sulla rianimazione neonatale ha visto riunirsi ad Addis Abeba alcuni tra i massimi esperti in materia al livello internazionale. L’evento, accolto dall’Istituto Italiano di cultura, è stato organizzato da Medici con l’Africa Cuamm in collaborazione con l’Unione delle Società Neonatali e Perinatali Europee (Uenps), l’Associazione Etiope di Pediatria e il Ministero della Salute Etiope. Inaspettati, i saluti ai partecipanti della senatrice Anna Maria Bernini – Ministra dell’Università, della Ricerca e dell’Alta formazione artistica e coreutica, in visita in Etiopia accompagnata dall’Ambasciatore Agostino Palese.

    Il workshop di due giorni ha riunito esperti internazionali e personale sanitario di 42 Unità di Terapia Intensiva Neonatale (Nicu), rappresentanti degli uffici sanitari regionali, del Ministero della Salute etiope e dell’Oms, con l’obiettivo di rafforzare le competenze cliniche e metodologiche per migliorare la sopravvivenza neonatale in Etiopia.

    «Questo incontro è una grande opportunità di scambio e formazione – spiega Fabio Manenti, Cuamm Program Manager -. Lo spazio di discussione che siamo riusciti a creare con il coinvolgimento dei più illustri esperti di neonatologia al mondo e la dinamica partecipazione che si è creata, dimostra l’interesse verso la materia e la volontà dei colleghi e dei professionisti etiopi di mettersi in gioco».

    L’attività rientra in un progetto guidato da Cuamm e sviluppato a partire da un’ indagine sulla rianimazione in sala parto e sulla cura respiratoria neonatale nelle Nicu d’Etiopia, condotto proprio da Uenps. I risultati, presentati dal Prof. Moretti – Direttore di Uenps, hanno dato il via all’incontro animando una discussione in plenaria che ha coinvolto tutti i partecipanti.

    «Come Cuamm ora l’impegno sarà quello di accompagnare l’attuazione di questi piani di miglioramento. La sfida, come sempre accade in contesti a risorse limitate, resta quella di trovare strategie alternative e adattabili ad un contesto paese come l’Etiopia, dove la maggior parte dei neonati nasce ancora in casa o in centri con livelli di assistenza limitati» chiosa Fabio Manenti.

    Investire sulla formazione specifica di professionisti sanitari è un primo, fondamentale, passo per disseminare know-how e creare le condizioni favorevoli alla crescita delle competenze nel Paese. Proprio per questo, il workshop è stato seguito da una due giorni di formazione. 20 pediatri neonatologi etiopi hanno partecipato al Neonatal Resuscitation Course for Trainers al Black Lion – Tikur Anbessa Hospital di Addis Abeba. Obiettivo: creare un pool di formatori con competenze specifiche al livello nazionale. Gli stessi che durante il corso hanno acquisito metodologie e strumenti per la formazione in rianimazione neonatale, coinvolgeranno infatti a loro volta un più ampio numero di sanitari in una formazione a cascata.

    Coinvolgendo il Ministero della Salute Etiope (EMoH) e promuovendo la collaborazione con la Società Etiope di Pediatria (Eps) e con esperti internazionali dell’Uenps, il progetto intende creare partenariati solidi e facilitare scambi nazionali e internazionali che rafforzeranno l’intero sistema di assistenza neonatale in Etiopia.

    L’evento si inserisce nel progetto “Strengthening Neonatology in Ethiopia”, finanziato dall’ Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics), che supporta i servizi di terapia intensiva neonatale presso gli ospedali di Suhul a Shire, nel Tigray e il Black Lion ad Addis Abeba attraverso la formazione avanzata degli operatori sanitari e lo sviluppo di protocolli d’intervento basati sulle più recenti evidenze scientifiche. L’iniziativa, rivolta ai due ospedali identificati come modelli, intende affrontare alcune dimensioni chiave nella qualità dei servizi con lo scopo ultimo di ridurre la mortalità neonatale e materna. Si prevede che il progetto avrà un impatto diretto su almeno 160.573 neonati e 160.573 donne in gravidanza.