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Neonatologia al centro in Etiopia

Da Addis Abeba al Tigray e a tutta l’Etiopia, un intervento che mette al centro i bisogni dei piccoli neonati prematuri e delle neonatologie del paese. Parola d’ordine: formazione.

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    Si è appena concluso un workshop di due giorni che ha visti riuniti, ad Addis Abeba, 20 esperti e “addetti ai lavori” di Medici con l’Africa Cuamm, Uenps (Union of European Neonatal and Perinatal Societies), Eps (Ethiopian Pediatric Association) e Ministero della Salute locale e ha segnato il primo passo del nuovo intervento che mira al rafforzamento delle cure neonatali in Etiopia, il tutto grazie al sostegno del Governo italiano.

    «L’incontro di questi due giorni è stato molto utile e proficuo, per conoscere ed entrare in relazione con un gruppo di Neonatologi etiopi. Abbiamo potuto programmare le principali iniziative da intraprendere e i temi da trattare in un primo congresso che organizzeremo a gennaio 2025, punto di partenza per migliorare l’assistenza neonatale in Etiopia», ha affermato il prof. Corrado Moretti, direttore di Uenps.

    Un fronte di impegno che vedrà il Cuamm in prima linea principalmente in attività di cura, di riabilitazione di alcune Nicu (terapie intensive neonatali), nella fornitura di materiali ed equipaggiamento per i reparti, e soprattutto nella formazione del personale sanitario.

    «È stato un incontro importante  per tutti i partner di progetto – ha sottolineato la dott.ssa Eleni Hagos, pediatra del Cuamm al St Luke Hospital di Wolisso –. Abbiamo definito la cornice e le basi dei temi che saranno trattati e delle azioni che metteremo in campo, sulla base di un’interessante indagine condotta da Uenps in 44 Neonatologie in Etiopia. Ancora una volta, si parte dai bisogni reali delle persone e si cercano strade e risposte, per migliorare la cura dei piccoli neonati».

    Un’attenzione speciale sarà dedicata al Tigray, con l’ospedale di Shire, e alla capitale etiope, Addis Abeba, con il Black Lion Specialized Hospital, dove saranno ristrutturate, migliorate ed equipaggiate le rispettive Neonatologie. Tra gli altri obiettivi: un grande convegno di gennaio 2025 dove saranno formati 20 pediatri etiopi, grazie al coinvolgimento di neonatologi di Uenps e Eps. Nel periodo di attività, i pediatri etiopi, a loro volta, formeranno 125 ostetriche e infermiere sulla rianimazione neonatale. i beneficiari attesi, grazie all’azione complessiva e trasversale, oltre 20.700 donne, che saranno assistite e più di 3.700 neonati che verranno trattati nelle Nicu dei due ospedali.

    «Tornando in Etiopia dopo alcuni anni di lontananza, ho potuto verificare che il paese è cresciuto dal punto di vista delle cure neonatologiche – ha detto il dott. Gaetano Azzimonti, Program manager del Cuamm ai margini del meeting –. Abbiamo trovato delle persone molto competenti e motivate, che hanno degli obiettivi chiari e si impegnano per realizzarli, penso per esempio alla pediatra Cuamm, dott.ssa Eleni, alla dott.ssa Atsani, responsabile della Neonatologia dell’ospedale Black Lion, la più grande dell’Etiopia e al dott. Bogale, presidente dell’Eps (Ethiopian Pediatric Association). Il valore e il punto di forza di questo intervento sta specialmente nella formazione, di medici neonatologi nelle tecniche e metodologie per insegnare. Questi specialisti a cascata andranno a formare altro personale sanitario, ostetriche, infermieri in particolare del Black Lion e dell’ospedale di Shire, ma in futuro anche in molte altre zone del paese».

    L’intervento si collega e integra con quello presentato nei giorni scorsi, in Tigray, alla presenza del presidente ad interim del Tigray, Getachew Reda, dall’ambasciatore italiano in Etiopia, Antonio Palese, dalla direttrice Aics Addis Abeba, Isabella Lucaferri, e dal direttore del Cuamm, don Dante Carraro.

     

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