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La risposta al Covid-19 nelle comunità periferiche di Addis Abeba

Prosegue l’impegno del Cuamm per sostenere la campagna vaccinale contro il Covid-19 negli 8 Paesi di intervento: un nuovo progetto in un distretto della capitale etiope.

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    C’è una zona di Addis Abeba dove ancora si muore di Covid-19. Si chiama Kolfe Keranio il distretto della capitale etiope che registra uno dei tassi più bassi di vaccinazioni contro il Coronavirus nel Paese. In risposta all’emergenza pandemica, Medici con l’Africa Cuamm realizza il progetto “Support to the roll out of Covid-19 vaccination campaign in Addis Ababa”, finanziato da Irc (International Rescue Commitee), con fondi dell’Unione Europea.

    Il programma, innanzitutto, ha l’obiettivo di aumentare la copertura vaccinale nelle 10 woreda di Kolfe Keranio, in particolare per i soggetti vulnerabili: over 50, donne incinte, persone affette da patologie croniche, disabili. Per raggiungere tale scopo, promuove la formazione degli operatori sanitari locali e i volontari di comunità, in modo che possano, in seguito, condurre sessioni di sensibilizzazione nelle aree periferiche della città, favorendo l’aumento della richiesta di vaccinazioni. Perché se l’Europa, ormai, è largamente immunizzata, qui la campagna vaccinale stenta a completarsi.

    L’intervento, inoltre, fornisce supporto logistico alle autorità sanitarie locali per le campagne di vaccinazione nelle comunità promosse dal governo e per le vaccinazioni nei centri di salute. Fino ad oggi, sono state vaccinate 30.664 persone, di cui 1.705 con patologie croniche.

    Durante una delle recenti attività condotte nella comunità di Kolfe, il Cuamm ha incontrato Tinuye Haile, una donna 65enne, vedova e mamma di cinque figli. Tinuye soffre di asma da oltre dieci anni e di lebbra da più di trenta; con il passare del tempo, ha perso entrambe le mani, il piede sinistro e la sua vista è ridotta. Nonostante la salute fragile, Tinuye partecipa attivamente e con entusiasmo alle sessioni di sensibilizzazione contro il Covid-19: «Non ho avuto alcun dubbio nel sottopormi alla vaccinazione contro il virus e per ora ho ricevuto due dosi. Ho deciso di fare la mia parte, collaborando con le operatrici sanitarie e i volontari comunitari a decostruire falsi miti e idee errate che portano le persone della mia comunità ad essere contrarie alla vaccinazione per il Coronavirus».

    Gli Health Extension Workers (HEWs), unitamente ai volontari di comunità, sono attori centrali nell’attuazione del progetto, parte della risposta emergenziale implementata nelle aree più fragili della capitale etiope. Il team di professionisti viene formato, poi assegnato a zone chiave delle woreda (cittadine, mercati, centri di salute) identificate dal programma come luoghi rilevanti per incidenza di casi di Covid-19, per svolgere un lavoro di sensibilizzazione, aumentando la consapevolezza sul valore della prevenzione e arginando tutte le paure e la disinformazione riguardo i vaccini contro il Covid-19.

    Spesso, gli abitanti dei territori remoti, lontani dai centri urbani, provenienti da contesti di disagio, rifiutano il vaccino per il Covid-19: molti temono si tratti di una sperimentazione, che può portare a conseguenze gravi, come infertilità e trombosi. Anche le componenti culturale e religiosa hanno un peso notevole. Significativo, allora, l’impegno degli operatori sanitari per ridurre distanze e ostacoli di accessibilità tra le comunità e i centri di salute, sviluppando il progetto con la diffusione di informazioni corrette, trasparenti e tempestive sulla campagna vaccinale, affrontando tematiche culturali delicate, aumentando il livello di conoscenza, comprensione e accettazione del vaccino nelle comunità.

     

    https://ec.europa.eu/

    Questa news è stata prodotta con il supporto finanziario dell’Unione Europea. I contenuti sono di sola responsabilità di Medici con l’Africa Cuamm e non riflettono necessariamente la visione dell’Unione Europea.

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