Medici con l'Africa Cuamm

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Potenziare le capacità con la formazione

Il racconto di Ada Merolle, medico specialista in Medicina tropicale, in missione a Beira, in Mozambico, come coordinatrice nella provincia di Sofala.

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    «Vivo l’Africa da trent’anni. Dopo quindici trascorsi in Angola, avevo la curiosità di scoprire il Mozambico. In un contesto ristretto come quello di una provincia, tra le varie mansioni che ho svolto (manageriali e tecniche), ho contribuito ad organizzare un percorso di “Capacity building” rivolto allo staff locale del Cuamm, che ha portato ad un risultato positivo per tutti. Per me, un’occasione stimolante e la possibilità di creare un forte legame con il personale; per loro, un’opportunità di crescita professionale.

    È stato interessante lavorare con il dottor Fernando, responsabile dei progetti Hiv del Cuamm, non ancora totalmente autonomo nella pianificazione, gestione e monitoraggio delle attività, ma dotato di notevole impegno nel migliorare le sue competenze. Così come la dottoressa Sara, assistente di progetto, che da novembre 2022 sta frequentando un master per giovani pediatri e neonatologi; questo master è frutto di una collaborazione tra l’Università di Padova, l’Università Eduardo Mondlane di Maputo, l’Università Cattolica del Mozambico di Beira e Medici con l’Africa Cuamm, con il sostegno del Miur.

    La “Capacity building” è una delle mie passioni: ritengo che uno staff ben formato e qualificato sia il fattore chiave per garantire successo e sostenibilità degli interventi realizzati dalle organizzazioni non governative e agenzie di cooperazione. Parlo e scrivo fluentemente il portoghese, per cui, una volta sul campo, ho acquisito rapidamente le conoscenze delle varie linee guida e norme del Ministero della Salute del Mozambico e mi è stato facile interloquire con le Istituzioni locali ed insegnare ai colleghi. Dopo un primo periodo in cui ho incontrato un po’ di diffidenza, abbiamo preso a lavorare in sintonia, analizzando i vari documenti di progetto (proposta tecnica, quadri logici, cronogrammi) ed utilizzando gli strumenti di pianificazione, monitoraggio e gestione elaborati del Cuamm: tutti strumenti che avevano a disposizione, ma con difficoltà a padroneggiare. Un miglioramento generale c’è stato e ora andrà consolidato.

    Ho incontrato risorse locali molto valide, che vanno sostenute nel processo di crescita. L’obiettivo del Cuamm sarà avere tra qualche anno personale locale tecnico competente e autonomo. Per adesso, oltre al dottor Fernando, c’è anche la dottoressa Anabela, attualmente assistente di progetto, che presto ricoprirà il ruolo di capoprogetto. Quando tra due anni la dottoressa Sara avrà concluso il master in Neonatologia, avremo anche lei a bordo! A Beira ci sono davvero figure motivate e professionali su cui contare ed investire e che dobbiamo necessariamente seguire e rafforzare. Un aspetto che mi ha appassionato particolarmente è stata la collaborazione tra il Cuamm e l’Università Cattolica del Mozambico: con la direttrice pedagogica, la professoressa Kajal, abbiamo pensato di sviluppare una collaborazione tra Università e i nostri Junior Project Officer, in particolare, nell’ambito della health research.

    Si potrebbe creare un interscambio tra istituzioni di ricerca italiane e locali, istituendo percorsi formativi per gli specializzandi in sanità pubblica, realizzando studi per analizzare il contesto sanitario-epidemiologico e il funzionamento del sistema sanitario nella provincia di Sofala allo scopo di comprendere le reali necessità e i bisogni sanitari della popolazione, per proporre soluzioni pertinenti e sostenibili. È importante che il Cuamm contribuisca a migliorare anche la qualità dell’insegnamento dell’Ucm e, in particolare, della specializzazione in sanità pubblica per garantire futuri health manager in grado di pianificare, gestire e monitorare il sistema sanitario e i progetti sanitari».

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