A Pujehun ripartiamo dai colori
Il lavoro di cura nella pediatria di Pujehun, Sierra Leone, riparte da spazi rinnovati e disegni colorati sulle pareti. Un intervento che faciliterà il lavoro del personale e garantirà migliori spazi di cura e guarigione.

Un posto funzionale e bello è anche un luogo in cui si cura meglio.
Se quel posto poi è la pediatria di un piccolo ospedale della Sierra Leone, dove ogni giorno vengono ricoverate decine di pazienti, ecco che forse qualche dipinto e un po’ di colore possono rendere anche meno spaventoso un ricovero.
Da otto mesi a questa parte, l’ospedale di Pujheun è il luogo in cui Annachiara e Andrea passano più tempo. Lei pediatra Cuamm, lui fisioterapista volontario, entrano qui la mattina verso le 8 ed escono quando ormai è buio da un pezzo. Questa struttura è un centro di riferimento nell’area. Lo scorso anno sono stati 1.869 gli ingressi nella pediatria che conta anche un reparto di neonatologia e un’unità malnutrizione.
Tra i letti del reparto, Annachiara e Andrea vedono ogni giorno la sofferenza dei bambini ricoverati, la preoccupazione delle loro madri e la difficoltà dello staff sanitario nel lavorare al meglio delle proprie capacità in un contesto in cui le risorse non sono minimamente sufficienti. A dispetto del numero di pazienti gestito infatti, l’ospedale è in costante carenza di personale. Annachiara e Andrea, insieme ad un’infermiera e uno specializzando, sono parte dello staff Cuamm che ogni giorno lavora fianco a fianco con quello locale: appena un tecnico di medicina e tre infermiere.
«Si fa quello che si può, con quello che si ha ma il personale è poco e lo spazio anche. Per riuscire ad ammettere tutti in reparto eravamo costretti a far stare anche tre bambini in un letto. Oltre a non essere funzionale, questo sovraffollamento era pericoloso per i pazienti stessi». dice Annachiara Zin, pediatra Cuamm.
L’ospedale di Pujheun accoglie un gran numero di bambini denutriti. Sono per la maggior parte bambini sotto i cinque anni di età a cui non viene garantito il giusto apporto proteico, minerale, vitaminico ed energetico nella fase di crescita. Molti arrivano in ospedale in condizioni già critiche, vuoi a causa della lontananza dalla struttura, vuoi perché le mamme non sanno interpretare i segnali.
«La condizione di denutrizione comporta anche uno stato di immunodepressione – spiega Annachiara -. Vuol dire che il sistema immunitario di questi bambini è fragilissimo e ogni infezione può costare loro la vita. Per questo è importante garantire giusti spazi di cura».
Ed è proprio questo ad aver motivato i lavori di riorganizzazione e ristrutturazione della pediatria di Pujehun voluti da Cuamm. Annachiara e Andrea, insieme a Maria – infermiera in servizio civile, ci si sono dedicati con pazienza e determinazione. A supportarli, tutto il team sul campo e molti amici e familiari che hanno voluto contribuire al progetto, insieme all’aiuto garantito da Confartigianato Imprese Padova.
«Sapevamo che le condizioni della pediatria non erano ottimali già prima di partire e in accordo con il Cuamm, avevamo messo in piano questa riorganizzazione – dice Andrea Pasinato, fisioterapista –. Dopo qualche mese nel reparto, abbiamo capito quali interventi fare e iniziato con le planimetrie».
Oggi il reparto è un posto diverso. Quello che qualche mese fa si presentava come un grande stanzone sovraffollato, è ora un ambiente ampio, diviso in due spazi: uno dedicato alle emergenze e un altro per i ricoveri meno gravi. Ci sono letti a sufficienza e ognuno di questi ha la propria zanzariera, fondamentale in un posto ad alta incidenza malarica. Le mamme hanno degli armadietti in cui riporre le sacche con cui arrivano in ospedale, ignare di quanto tempo passeranno lontane da casa. Anche il sistema idraulico è stato riparato per garantire acqua corrente in reparto. Questa nuova divisione permette di garantire ad ogni paziente le giuste cure e il personale può muoversi con maggiore facilità in uno spazio ben organizzato. Anche le pareti appaiono diverse: il giallo sbiadito è scomparso per fare spazio a dipinti colorati che ritraggono meduse, scimmie, uccelli colorati. Un lavoro commissionato ad artisti locali che non è solo un vezzo estetico ma un modo per favorire la stimolazione sensoriale nei piccoli pazienti denutriti.
«Ci piace pensare che anche quando qui ci saranno altri medici, l’impegno che abbiamo messo nella riorganizzazione di questo reparto possa essere un nuovo punto di partenza per chi resta e un ulteriore gesto di cura verso i piccoli pazienti e le loro famiglie» dice Annachiara Zin, pediatra Cuamm.