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Un’Uganda libera dalla Tubercolosi

Una festa piena di colori e di gente, semplice e ben organizzata. È quello a cui ho potuto assistere ad Iriiri nel corso della giornata di sensibilizzazione sulla Tubercolosi, a cui ho partecipato per la prima volta come volontaria di Medici con l’Africa Cuamm in Uganda.

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    Una festa piena di colori e di gente, semplice e ben organizzata. È quello a cui ho potuto assistere ad Iriiri nel corso della giornata di sensibilizzazione sulla Tubercolosi, a cui ho partecipato per la prima volta come volontaria di Medici con l’Africa Cuamm in Uganda.

    Domenica 24 marzo scorso, infatti, in tutto il mondo era la Giornata Mondiale contro la Tubercolosi e anche nel distretto di Napak, nel nord dell’Uganda, Medici con l’Africa Cuamm ha organizzato una serie di incontri, feste e momenti comunitari, per coinvolgere la gente sul tema “Agiamo per porre fine alla TB oggi”.

    Ad Iriiri c’erano le autorità del distretto, molta gente dei villaggi circostanti, gli operatori del Cuamm, ma soprattutto artisti di strada e gruppi teatrali, oltre che il gruppo delle “Peer Mothers”, che con le loro canzoni in lingua locale hanno sottolineato l’importanza della prevenzione, della terapia continuativa e, ancora prima, del test per diagnosticare la malattia al più presto.

    Temi di cui si è discusso anche in un’ora di diretta radiofonica serale sull’emittente locale, con esperti di Tubercolosi da noi coinvolti. In questa zona dell’Uganda, come in molte altre parti dell’Africa, la radio resta infatti oggi il modo più semplice per raggiungere l’attenzione della gente, che spesso non può leggere i giornali, né tanto meno guardare la televisione.

    Dato che il mio compito è quello di fare comunicazione, sono però anche molto soddisfatta di essere riuscita a far uscire un articolo sul giornale nazionale “New Vision”, coinvolgendo un corrispondente del giornale nella giornata di festeggiamenti.

    Da parte della gente del posto l’accoglienza è stata calorosa: in molti hanno partecipato alla manifestazione, che si è presto trasformata in una grande festa di villaggio. Si respirava un bel clima di interesse. Restano ancora molte cose da fare, sia per arrivare a coinvolgere più persone, che per porre fine alla Tubercolosi in Uganda, ma oggi mi sento un po’ più ottimista.

    Juliet Hildah Namulundu – Communication Officer volontaria in Uganda

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