Un’autentica passione per la salute e per le persone
Olumide Salawu è il nuovo country manager del Sud Sudan e racconta come ha conosciuto il Cuamm e quali sono le sfide future dell’intervento nel paese più giovane dell’Africa.

Lavora con il Cuamm da 7 anni. Tutti trascorsi in Sud Sudan, uno dei paesi più difficili e dalle sfide sempre più impegnative. Olumide Salawu è il nuovo country manager del paese e da Juba coordina l’intervento del Cuamm. Chirurgo, 43 anni, lunga esperienza in diverse realtà e ambiti. Oggi sente di essere nel posto giusto, di avere chiara la strada da percorrere davanti a sé e, soprattutto, la voglia di affrontarla, mettendosi in gioco come uomo e come medico. E di strada ne ha percorsa tanta, dalla Nigeria, dove è nato, al Sud Sudan, passando per la Sierra Leone, luogo in cui ha conosciuto il Cuamm. Tante sono le sfide che ha davanti in un paese molto fragile dove Medici con l’Africa Cuamm è presente in 4 ospedali, supporta 66 strutture sanitarie di primo livello e 2 scuole per ostetriche e infermieri e dove intende continuare nel potenziamento della risposta ai bisogni sanitari di mamme e bambini, anche grazie al sistema di riferimento con le ambulanze che copre tutto lo stato dei Laghi.
«Ho sentito parlare del Cuamm, per la prima volta, nel 2014, quando per l’Unione Africana mi occupavo dell’epidemia di Ebola in Africa Occidentale. In seguito ho lavorato al Princess Chiristian Maternity Hospital come consulente medico della Banca mondiale e lì ho incontrato di persona i medici del Cuamm. Una cosa che mi colpì molto fu la dedizione e l’impegno, soprattutto nell’assistenza ai pazienti. È un approccio olistico alla cura. E pensai tra me e me: se persone che non sono africane di origine dimostrano questo entusiasmo nel prendersi cura di noi africani, allora anch’io dovrei dare il mio contributo. E, così, quando arrivò la proposta, ho subito accettato. Tra la Sierra Leone e il Sud Sudan scelsi il secondo, perché sentivo di aver già dato tanto in Sierra Leone e avevo voglia di conoscere un’altra parte dell’Africa. Avevo entusiasmo e voglia di riuscire. E credo che sia stata proprio questa motivazione, insieme alla mia passione per la salute e per le persone, a sostenermi in un paese in cui non è stato facile ambientarsi, all’inizio».
Arrivato in Sud Sudan nel luglio 2019, ha lavorato dapprima presso l’ospedale di Cueibet come chirurgo e Project manager. In quel periodo era l’unico medico della contea. «Ho lavorato con personale eccellente: ostetriche, pediatri, e altri chirurghi. Collaboravo anche con un chirurgo, il dottor Enzo, che in quel periodo era a Rumbek», racconta.
Trasferito successivamente a Rumbek, come coordinatore ospedaliero, si è trovato a occuparsi della gestione di un ospedale più grande e con maggiori responsabilità. Dopo l’esperienza in ospedale è stato incaricato coordinare le attività di salute pubblica nelle 5 contee di Rumbek. Da alcuni mesi, infine, ricopre il ruolo di Country manager.
«Credo che un punto di forza del Cuamm sia quello di investire nella crescita delle risorse umane, così da dare continuità all’intervento e da consolidare il sistema – riprende Olumide Salawu –. Troppi e continui cambiamenti, rendono difficile costruire e mantenere uno stile. Invece, con persone che conoscono bene il sistema, si può davvero farlo crescere. Per me, per esempio, è stato un grande traguardo riuscire a passare dalla clinica alla salute pubblica e al management. È un passaggio importante di cui ringrazio il Cuamm. Oggi la sanità deve avere un approccio olistico. Se si parla di clinica, posso dare il mio contributo; se si parla di gestione, anche; e lo stesso vale per di salute pubblica, di leadership, di governance. Questo percorso mi ha permesso di diventare migliore e di mettere in campo maggiore professionalità e competenze, favorendo la crescita e lo sviluppo».
E conclude con uno sguardo al paese in cui si trova da 7 anni:
«Il Sud Sudan è un paese molto giovane, il più giovane dell’Africa, ma attualmente la situazione è tranquilla. La gente continua con le sue attività quotidiane, soprattutto a Juba. Certo non si possono ignorare gli scontri, spesso per il furto del bestiame, che qui è una questione culturale. Alcune tensioni ci sono in aree come Unity State, a Nasir, dove ci sono ancora scontri tra opposizione e forze governative. Ma tutto è sotto controllo. Col tempo, però, ho imparato a conoscere le dinamiche, la politica, l’intero sistema sanitario del paese e a sapere come muovermi».