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Una risposta a Covid per la regione di Njombe

Sono arrivati a Njombe i dispositivi di protezione individuali, bombole d’ossigeno e termoscanner richiesti con urgenza dalle autorità regionali per supportare gli ospedali impegnati nella lotta al COVID-19.

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    La terza ondata di Covid è arrivata in Tanzania, un paese nel quale fino a marzo la pandemia veniva drasticamente negata. È stata la peggiore che il sistema sanitario abbia dovuto affrontare: tra luglio e agosto la variante Delta è dilagata nel paese e i casi sono si sono impennati, così come i decessi. Tuttavia, con il cambio del presidente, è cambiato anche l’approccio alla pandemia e il governo ha iniziato a richiedere aiuti per arginare l’ondata. Anche l’appello lanciato dal Cuamm il 19 agosto ha visto una pronta attivazione di amici e sostenitori, uniti nella consapevolezza che da questa crisi possiamo uscire solo insieme. Così a settembre sono arrivati anche a Njombe i dispositivi di protezione individuali, bombole d’ossigeno e termoscanner richiesti con urgenza dalle autorità regionali per supportare gli ospedali impegnati nella lotta al COVID 19.

    “Con l’aumento dei casi ed a seguito di un confronto con il Regional Medical Officer, ci è arrivata la richiesta di supporto da parte della regione di Njombe, dove siamo presenti con il progetto Nutrendo il futuro” racconta Cesare Gelso, operatore Cuamm in Tanzania. “Grazie al team in loco ed in collaborazione con le autorità regionali di riferimento ci siamo mobilitati rapidamente per capire quali fossero le necessità più impellenti e gli strumenti di cui c’era più bisogno. Dopo un dialogo con la sede a Padova abbiamo attivato la procedura per l’acquisto dei materiali che sono stati poi consegnati il 27 settembre con profondo riconoscimento da parte dalle autorità locali. I materiali sono stati distribuiti tra l’ospedale regionale di Njombe e quello di Kibena, dove il Cuamm è impegnato a rafforzare la qualità dei servizi legati alla nutrizione”. Ora l’ondata di Covid inizia gradualmente ad attenuarsi ma è fondamentale equipaggiare ospedali e centri di salute per essere pronti di fronte ad una ripresa del contagio dovuta all’insorgenza di eventuali nuove varianti, soprattutto alla luce delle ancora limitate vaccinazioni, visto che il paese ha iniziato la sua campagna vaccinale a luglio in un clima di altissima esitazione tra la popolazione.

    “Le autorità regionali ci hanno chiesto supporto anche per le attività di sensibilizzazione a livello comunitario per diffondere messaggi sull’importanza delle vaccinazioni e delle norme di prevenzione anche nelle aree più remote” conferma Cesare. Insieme, dall’Italia a Tanzania, in una circolazione di sostegno e aiuto reciproco. Grazie a quanti si spendono sul campo e a quanti sostengono, senza apparire, con generosità.

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