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Una dieta “salutare” anche contro Covid19

Nella giornata mondiale della salute, Prisilia, nutrizionista in Tanzania, racconta l’intervento di Cuamm per rafforzare le competenze di operatori sanitari e comunità, migliorando le abitudini alimentari e le pratiche di salute anche in sistemi sanitari fragili: perché cure e protezione siano davvero accessibili a tutti.

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    “Dal 2019 ho avuto l’opportunità di iniziare a lavorare con il Cuamm come operatrice sul campo negli interventi comunitari, in particolare all’interno del progetto “Nutrendo il futuro”. L’intervento agisce su due livelli: i centri di salute e le comunità, in stretta collaborazione con i leader comunitari e le autorità distrettuali e regionali ­– racconta Prisila –. Ci siamo dedicati innanzitutto alla formazione dei community health workers, gli operatori di salute comunitaria, in particolare sull’attività di raccolta dati, sull’uso del MUAC, un “braccialetto” per misurare il grado di malnutrizione dei bambini, e abbiamo facilitato le loro relazioni con i capi di villaggio e con le famiglie. Abbiamo lavorato poi insieme ai community health workers al rafforzamento del sistema di riferimento dei casi di malnutrizione dalla comunità ai centri di salute. Infine, in collaborazione con il partner di progetto CEFA, abbiamo distribuito alle famiglie identificate come vulnerabili un kit per l’agricoltura e l’allevamento di animali. Mi chiamo Prisila Amosi e sono una nutrizionista, laureata in Scienze della Nutrizione presso l’Università dell’Agricoltura di Sokoine, a Morogoro in Tanzania. Ho lavorato in diverse organizzazioni e, prima di lavorare con il Cuamm, ho collaborato ad un progetto di sviluppo della prima infanzia, dai primi giorni di vita del bambino fino ai 5 anni. Durante la mia ricerca sul campo ho lavorato nel settore di produzione del latte: facevamo sessioni di educazione per le aziende agricole e gli allevatori. Quando lavoravo in ospedale invece, mi occupavo di gestione dei casi di malnutrizione di bambini, malnutrizione grave ed acuta e moderata acuta”.

    Prisila, è oggi nutrizionista per il Cuamm nell’ambito del progetto “Nutrendo il futuro: intervento integrato in agricoltura, salute, nutrizione a supporto dei primi mille giorni di mamme e bambini a Iringa e Njombe”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo e implementato dal Cuamm in collaborazione con CEFA-Il seme della solidarietà. Questa donna sorridente e determinata racconta l’impegno di Cuamm dentro e con le comunità, per migliorare le abitudini alimentari e le pratiche di salute. In collaborazione con le autorità locali, Il Cuamm supporta nei villaggi di intervento l’organizzazione dei Village Health and Nutrition Days (VHND), giornate dedicate alla salute e alla nutrizione, durante le quali le persone possono sottoporsi allo screening nutrizionale e assistere alle dimostrazioni di cucina per imparare a preparare cibo nutriente per i bambini. In particolare, si mira a sensibilizzare le comunità sull’importanza di una dieta bilanciata, organizzando anche sessioni su come allattare il bambino, sulla miglior dieta da seguire durante la gravidanza, sul riconoscimento di segnali di pericolo nei neonati, e sul tema del family planning, in accordo con le linee guida nazionali del Ministero della Salute.

    “Ci stiamo impegnando a coinvolgere sempre di più gli uomini, ma è ancora molto difficile a causa della loro mentalità “tradizionalista” ­– aggiunge Prisila –. È una grande sfida far capire loro che crescere il bambino non è solo compito della madre, bensì responsabilità di entrambi i genitori. A livello di strutture sanitarie poi offriamo sostegno ai centri di salute e formiamo il personale sanitario nella gestione dei casi di malnutrizione. All’ospedale di Kilolo ad esempio, il Cuamm si occupa della gestione dei pazienti ambulatoriali, garantendo disponibilità di cibo terapeutico (RUTF), e promuove l’integrazione dei servizi di early childhood development, necessari per il corretto sviluppo dei bambini nei primi anni di vita. Nei villaggi si promuove la sensibilizzazione su Covid-19 e sui vaccini. Le attività stanno avendo ottimi risultati, come si è visto anche durante i le giornate dedicate alla nutrizione, dove si sono vaccinate diverse persone dopo che i leader comunitari si erano vaccinati per primi. Ora le persone hanno meno paura del vaccino”.

    Un impegno attento e dedicato quello di Prisila e del Cuamm, per migliorarsi e migliorare la vita della propria comunità. “Ho scelto questa professione perché desidero contribuire al benessere della comunità, in particolare nell’ambito della nutrizione, e proprio grazie al lavoro su campo con il Cuamm, ho avuto l’opportunità di incontrare molte persone, conoscere i contesti nei quali vivono, vedere come le tradizioni influiscono sulla loro vita. Solo così è possibile realizzare un intervento efficace”.