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SCREENING E SENSIBILIZZAZIONE IN MOZAMBICO

In Mozambico sono stati registrati importanti progressi nella prevenzione delle malattie non trasmissibili grazie ad un miglioramento dei servizi di screening, alla sensibilizzazione e agli strumenti specializzati messi a disposizione.

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    Favorire i servizi di screening e cura del diabete, ipertensione e tumore al collo dell’utero: è questo l’obiettivo del progetto “Prevenzione e controllo delle malattie non trasmissibili”, finanziato dall’AICS, e realizzato in Mozambico dal Cuamm in partnership con Comunità di Sant’Egidio e AIFO, nelle province di Maputo, Sofala e Zambezia. I progressi registrati negli anni sono evidenti: 22.738 le persone sottoposte a screening per il diabete, di cui 61,44% donne e 3.009 in gravidanza; 189.159 quelle sottoposte a screening per ipertensione, il 63% donne. E ancora 50.490 le donne sottoposte a screening per il cancro al collo dell’utero, con un tasso di positività del 6,9%.

    La sensibilizzazione poi è un elemento essenziale sui cui bisogna investire poiché più le comunità sono informate rispetto alle malattie croniche e in grado di riconoscerne i sintomi, più sono spinte ad accedere ai servizi sanitari. «La comunità è partecipe, accoglie bene le attività porta a porta in cui noi attivisti siamo impegnati. Quando sono informate sui sintomi e sui rischi delle malattie, le persone si avvicinano al centro di salute – ha dichiarato Dorca Abano, 30 anni, beneficiaria e attivista di comunità –. Per questo è importante realizzare anche le attività di sensibilizzazione. Molte donne poi arrivano di loro spontanea volontà anche se non hanno mai parlato direttamente con noi attivisti, magari solo perché hanno sentito altre donne parlare. Per questo continuerò a parlare con loro, perché è importante che sappiano che qui c’è questo servizio e che anche loro possono essere curate e stare meglio».

    Sono 98 gli attivisti che attraverso visite domiciliari si occupano di informare e promuovere la prevenzione di tali malattie. Inoltre le campagne di screening e sensibilizzazione comunitaria sono rafforzate dall’uso di spot radio e video informativi. Ad oggi sono state raggiunte ben 400.000 persone. Un’attenzione particolare va riservata alle donne perché possano acquisire più consapevolezza del loro stato di salute. Prima, quando si recavano nei centri di salute per trovare assistenza per queste patologie, tornavano a casa senza poter ricevere le dovute cure. Ora non è più così! Tramite una maggiore disponibilità di strumenti specifici e il miglioramento delle apparecchiature, è possibile garantire un servizio più completo e di qualità. «Quando ho iniziato, a gennaio, il centro di salute era già attivo ma i mezzi a disposizione erano limitati – racconta Rita Simao, infermiera al centro di salute di Mutua, a Sofala –. Certo, avevamo la sala e potevamo fare le visite, ma non avevamo l’apparecchio per la crioterapia che invece abbiamo ricevuto a luglio. Prima di averlo, visitavamo le pazienti e se presentavano lesioni superiori al 5% dovevamo riferirle al centro di salute di Dondo che è a circa 30 km da qui».

    È proprio attraverso concrete azioni di prevenzione e cura che dobbiamo e possiamo garantire una migliore qualità di vita ai pazienti affetti da malattie croniche non trasmissibili.