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Da Chiulo, in Angola,  una storia di coraggio, competenza, professionalità e formazione per salvare la vita a una mamma e a un bambino.

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    È sera, mi chiamano dalla maternità: “Dotora Paola vieni, è arrivata l’ambulanza dall’ospedale di Xangongo”. Le nostre case sono praticamente di fronte all’ospedale, mi bastano meno di 5 minuti per cambiarmi e arrivare in sala parto.

    Trovo Elisa, che ha circa 30 anni (non lo sa di preciso) e già 7 figli. È in travaglio di parto. Il collo dell’utero è già completamente dilatato, ma il bambino non si presenta con la testa.

    «Si sente la mano e la spalla. Per fortuna l’infermiera di Xangongo si è ricordata di quello che le hai spiegato durante la formazione che hai fatto pochi giorni fa e non ha rotto il sacco amniotico, come avevano fatto invece un mese fa», mi spiega Fernanda.

    Mi infilo i guanti. «Elisa , ora ti aiutiamo a far nascere questo bimbo. Spingi forte quando te lo dico!», le spiego. Introduco una mano nell’utero e, rotto il sacco, sento la spalla e la mano del bimbo. Cerco un piede, lo afferro e piano tiro per girare il bimbo. «Ora spingi forte!».

    Elisa spinge bene. mentre lo tiro per i piedi e, in un attimo, il bimbo è nato. Fernanda lo asciuga e glielo appoggia sulla pancia. La mamma sorride e già se lo attacca al seno.

    Due ingredienti: la competenza di un medico + la formazione fatta a un’infermiera locale = tre risultati raggiunti. Due vite salvate, quella della mamma e del bambino e un’infermiera formata che ha imparato a gestire questi parti complicati.

    Un parto sicuro e assistito e la formazione on the job del personale locale sono due azioni che possono fare la differenza in Africa. Anche con il tuo 5×1000, puoi fare la differenza e moltiplicare i risultati!

    Foto di Matteo De Mayda.