Medici con l'Africa Cuamm

la salute è un diritto,
battersi per il suo rispetto
è un dovere
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Le persone al centro Il Cuamm tra le prime 10 Ong

Secondo i dati di Open Cooperazione, pubblicati in questi giorni, il Cuamm è la prima ong in Italia per risorse umane impiegate. Professionalità e  competenza fanno la differenza nell’intervento.

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    Sono stati pubblicati in questi giorni i dati di Open Cooperazione, la piattaforma open data che aggrega i dati di trasparenza delle organizzazioni italiane impegnate nella cooperazione. Nel 2021, con 4.738 tra dipendenti e collaboratori, Medici con l’Africa Cuamm risulta la prima tra le Ong italiane analizzate come numero di risorse umane impegnate nella realizzazione della propria mission.

    Cuore e centro dell’intervento sono quindi le persone, con la loro professionalità e competenza, con la passione di impegnarsi ogni giorno per la salute dei più fragili in Africa, sono loro a fare la differenza, il motore di ogni progetto, a rendere concreto e reale quel “con l’Africa” inciso nel nome di una Ong che da oltre 70 anni opera a fianco delle popolazioni africane.

    Nel suo libro “Quello che possiamo imparare in Africa. La salute come bene comune”, don Dante Carraro, direttore del Cuamm, scrive:

    «Crediamo in una cooperazione fatta di persone e vite condivise, e solo dopo dai mezzi e dalle risorse. I soldi vengono sempre dopo le persone, Una cooperazione che si riducesse solo a scambi di denaro non è cooperazione: non cresce chi riceve, non cresce chi dona. Diventa merce di scambio, non condivisione di vita, di valori. Non crescita reciproca, ma sterile mercanteggiare. Se non c’è condivisione di vita, non c’è vera cooperazione».

    Nonostante le limitazioni di questa pandemia che ha cambiato la realtà in cui viviamo, Medici con l’Africa Cuamm ha realizzato 180 progetti principali sul campo con un bilancio che si attesta a oltre 46 milioni di euro, un + 29,71% rispetto all’anno precedente.

    Sono numeri che dicono di un impegno che è proseguito costante e in ogni paese. Nonostante le difficoltà delle diverse ondate che hanno rallentato le attività e nonostante i lockdown e le restrizioni differenti, la cura e l’attenzione per la salute dei più poveri, nei luoghi più remoti, è sempre stata al centro dell’impegno di tutti, forti della convinzione che la “salute è un diritto, e battersi per il suo rispetto è un dovere”.