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Kilondelo L’importanza del nome

Kilondelo è un bambino nato prematuro a Chiulo. Oggi ha un nome e un futuro davanti a sé. Nella Giornata mondiale del Neonato e del Prematuro, Giulia pediatra ci racconta la sua storia.

 

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    Qui i neonati non hanno nome. Lo ricevono solo dopo il mese di vita e questo la dice lunga sulla mortalità neonatale.

    Nella cartella scriviamo “O bebé da Celma, o bebé da Jacinta”. L’atteggiamento delle mamme cambia nel corso dei giorni. All’inizio è come se non avessero aspettative, come se mettessero in conto che anche se il piccolo è nato in ospedale, comunque può morire. Poi quando le cose migliorano spuntano sorrisi sui loro volti, iniziano a crederci.

    Ci sono anche bambini a cui non daresti un’ora di vita e poi li vedi belli pimpanti che si riprendono in mano la propria esistenza, come il bebè con le naso-cannule della foto (o bebé da Celma), respirava con una difficoltà enorme, la sua mamma aveva l’Hiv e lui era minuscolo, 1,500 kg, quando è arrivato. Ora pesa quasi 1,600 kg dopo due settimane di vita, respira bene ed è fantastico!

    e poi però ci sono le storie che non finiscono bene, quelle di mille  bambini che sembra possano migliorare e poi, magari perché il generatore smette di funzionare, non hanno più ossigeno e muoiono. Qui a Chiulo, si muore per assenza di energia elettrica. ‌

    Quello che più mi colpisce è la forza delle madri. Una forza inimmaginabile. Non sono come le madri occidentali, non fanno coccole né vocine falsate, non c’è tanto spazio per l’affetto e la tenerezza. La vita è dura ed è bene che i piccoli lo capiscano subito. Ma sono presenti e fanno del loro meglio con le pochissime risorse che hanno. Spesso hanno figli a casa e devono pensare a tutto, alcune fuggono portando con loro il bimbo ricoverato perché devono tornare a casa dagli altri figli o perché non possono permettersi il trasporto di una salma. Preferiscono portare via il piccolo in fin di vita perché trasportare una salma implica il dover prendere un taxi e altre spese insostenibili. Mi chiedo quanto possa essere straziante e difficile per una madre prendere questa decisione.

    Eppure oggi è un giorno importante, perché il bambino di Celma, ha ricevuto un nome. Si chiama Kilondelo. Non ha più le naso-cannule e può tornare a casa. Pesa 1.700 kg, dovrà prendere il latte artificiale fornito dal Cuamm e fare i controlli ogni 3 giorni. Ma la sua mamma ha imparato a sterilizzare l’acqua e a prestare attenzione a tutte le sue esigenze. Kilondelo e la sua mamma possono farcela.

    Giulia Giulietti, pediatra a Chiulo.