Il poco con cui vivere in Ucraina
Circa 18 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria a causa del conflitto. Il Cuamm sta assicurando cibo, forniture igieniche essenziali e materiali di base ai gruppi vulnerabili per affrontare il rigido inverno.

«Era troppo pericoloso vivere lì; venivamo bombardati quasi ogni giorno e mio fratello è morto durante un attacco missilistico mentre stava lavorando. La sua unica colpa? Essersi trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato».
Questa è la realtà della guerra in Ucraina, e queste sono le parole di Maria Boshenko*, una donna di 30 anni di Zaporizhzhia. La città, una volta nota come centro industriale e snodo portuale e ferroviario del paese, è anche sede di numerosi impianti per la produzione di energia elettrica tra cui la centrale nucleare a Enerhodar, la più grande d’Europa e tra le prime dieci al mondo. Anche per questo, dall’inizio della guerra, Zaporizhzhia ha subito numerosi attacchi.
Maria ha lasciato la sua città più di un anno fa, in cerca di sicurezza per lei e per suo figlio Ostap di 9 anni. Insieme, si sono trasferiti in un centro di accoglienza a Kiev, per essere portati poco dopo in un campo per sfollati a Vasylkiv, a 30 km di distanza.
Dal 24 febbraio 2022, il conflitto in Ucraina ha subito una continua escalation, causando una crisi umanitaria senza precedenti. Morte, distruzione, spostamenti di massa all’interno dell’Ucraina e dei Paesi vicini e l’incapacità del sistema socio-sanitario di soddisfare i bisogni essenziali hanno reso circa 18 milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria (Ukraine Hrp 2023). La più alta concentrazione di sfollati interni rimane nella regione di Kyiv, che ne ospita circa il 16,2%, mentre la stessa città di Kyiv ne ospita più del 7%. «Lavoro saltuariamente come donna delle pulizie – ha detto Maria. – ma abbiamo pochi soldi e facciamo fatica ad arrivare a fine mese. Abbiamo a malapena un pasto al giorno».
Sia in Ucraina che in Moldavia, la popolazione, in particolare i gruppi più vulnerabili, non riesce a soddisfare neanche i più semplici bisogni come cibo, prodotti igienici e materiali per resistere al rigido inverno ucraino. Le categorie vulnerabili, tra cui donne, bambini, anziani e persone con disabilità, sono quelle più colpite.
L’intervento del Cuamm
Nell’ambito dell’Emergency Call to Support, finanziato dall’Aics con 46,5 milioni di euro, il Cuamm, in collaborazione con l’organizzazione locale Vidchuij, distribuisce kit alimentari e igienici agli sfollati interni, ai rifugiati, alle comunità ospitanti e ai rimpatriati nelle aree di Chernivtsi e Kiev. A beneficiare di questo programma, sono gli sfollati interni in condizione di estrema vulnerabilità come le famiglie numerose con bambini piccoli, i nuclei monoparentali e quelli con anziani o persone con disabilità a carico.
Maria è una delle 662 mamme sole ad aver ricevuto supporto dall’attività di distribuzione portata avanti da Cuamm a Vasylkiv, grazie alla quale ha ricevuto periodicamente cibo e beni essenziali per lei e per suo figlio. Ad ottobre 2024, inoltre, sono stati consegnati 2.200 kit non alimentari e 2.200 kit alimentari, per un totale di 3.711 persone raggiunte.
In contesti di guerra, anche l’accesso a beni di uso comune può sembrare qualcosa di straordinario e fornire alle persone beni di prima necessità può realmente alleviare le sofferenze causate dal conflitto. Il progetto fa parte di un’iniziativa da 46,5 milioni di euro finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che raggiunge oltre 900.000 persone colpite dalla crisi ucraina ed è attuato in collaborazione con Caritas Italiana, Caritas Drohobych Sambir e Volonterskiy ruh Bukovyny (Vrb).
«Sono profondamente grata al Cuamm; ora abbiamo cibo e Ostap può mangiare come un bambino normale – ha detto Maria, che poi ha aggiunto -. Riuscite a credere che un semplice spazzolino e del dentifricio possano fare felice un bambino? È così, prima non potevamo permetterceli».
Medici con l’Africa Cuamm opera in Ucraina dal marzo 2022, fornendo assistenza ai gruppi più vulnerabili. Dall’inizio della crisi umanitaria in Ucraina, abbiamo raggiunto oltre 40.594 persone e sostenuto oltre 29 strutture sanitarie con farmaci, materiali di consumo, attrezzature biomediche e materiali di supporto logistico per garantire cure salvavita.