Medici con l'Africa Cuamm

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Un triste anniversario

Oggi, nel giorno che marca l’anniversario del conflitto che due anni fa ha sconvolto l’Europa, continuiamo a portare avanti il nostro impegno a supporto della popolazione ucraina così come nei teatri di tante guerre spaventose e dimenticate in Africa.

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    Sono trascorsi due anni da quando una nuova e terribile guerra è scoppiata alle porte dell’Europa. Una guerra logorante e lenta, quella tra Ucraina e Russia, a cui non vogliamo assuefarci. In questi due anni, tutto il mondo è cambiato. La terza guerra mondiale a pezzi, che Papa Francesco denuncia da sempre, ha aggiunto un ulteriore e tragico fuoco: quello a Gaza, tra Hamas e Israele.

    Qualcuno potrebbe chiedere: “Che senso ha ricordare oggi l’anniversario dello scoppio della guerra in Ucraina, quando abbiamo di fronte tante altre atrocità?” Ha il senso di non volersi abituare, di non voltare lo sguardo e il pensiero di fronte alle ferocie che l’uomo è capace di compiere, di essere consapevoli del mondo che stiamo costruendo e che vogliamo lasciare. Sono 59 le guerre che si stanno combattendo oggi nel mondo. Molte sono in Africa. Ognuna porta solo morte, strazio e distruzione.

    E sono queste le immagini che ogni giorno ci arrivano anche dall’Ucraina, ancora oggi. Sono già passati due anni e la situazione non cambia, a danno soprattutto della popolazione sempre più stremata e sfiduciata.

    I dati più recenti dicono che sono circa 18 milioni (il 49% dell’intera popolazione del paese) le persone che si trovano ad avere bisogno di assistenza umanitaria. Di queste 5,12 milioni vivono da sfollati (circa il 35% della popolazione). Tra gli sfollati, il 60% è composto da donne, il 27% ha meno di 18 anni e il 48% ha uno status di disabilità riconosciuto.

    Dati che sono persone, storie, vite. Ed è proprio in ragione di questi dati, che prosegue il lavoro di Medici con l’Africa Cuamm che ha scelto di intervenire, in punta di piedi, “con” l’aiuto delle comunità e di un’associazione locale, Vrb, e di tanti ucraini che si danno da fare per aiutare chi è maggiormente in difficoltà. Per seminare, in qualche modo, frammenti di pace, con piccoli gesti quotidiani. Un lavoro silenzioso e costante, che prosegue per cercare di alleviare le sofferenze della gente e oggi interessa 30 strutture sanitarie di 6 Oblast (regioni). Dall’acquisto e fornitura di farmaci, di materiali consumabili e apparecchiature biomedicali, alla distribuzione di generi alimentari e beni di prima necessità, come kit per l’igiene personale; dal supporto psico-sociale offerto agli sfollati alla formazione del personale sanitario e para-sanitario, con un’attenzione particolare alla mitigazione del rischio e al primo soccorso verso i feriti di guerra. Non manca una speciale formazione degli operatori sanitari, sui temi della salute mentale e della violenza di genere. Sono queste le attività principali che il Cuamm sta portando avanti in Ucraina. Alcuni dati possono dare un’idea dell’impegno: 5 progetti realizzati, 3 magazzini di stoccaggio di materiale, 2,7 milioni di Euro di aiuti erogati che hanno permesso di: distribuire 2.340 kit di materiale sanitario; di donare 4 ambulanze e 1 clinica mobile; supportare 66 tra strutture sanitarie e Ong; raggiungere 12 regioni raggiunte, in 2 anni. E ancora: 17.042 sfollati e 6.700 famiglie assistiti; oltre 6.700 kit di cibo consegnati, 1.068 sfollati supportati psicologicamente.

    Come in Ucraina, così anche in Moldavia prosegue l’intervento del Cuamm a Chisinau. Dall’inizio del conflitto russo-ucraino, circa un milione di rifugiati sono stati infatti accolti nella vicina Moldavia, uno dei paesi più fragile d’Europa. Per supportare il sistema sanitario nazionale e far fronte ai bisogni sanitari della popolazione, anche rifugiata, dall’aprile 2022 Cuamm porta avanti interventi di assistenza medica di base all’interno dei centri di accoglienza e in alcuni centri al confine con l’Ucraina, provvede alla distribuzione di beni di prima necessità per bambini e donne in gravidanza e organizza attività di formazione per il personale medico locale in tema di emergenza neonatale, in 8 ospedali del paese. A queste attività, che proseguono tutt’oggi, si aggiungono training ed incontri sui temi della salute mentale, rivolti a rifugiati e comunità ospitanti.

    «Sono passati due anni dall’inizio del conflitto, – dice Antonio Zardini, capo progetto in Ucraina – come Cuamm continuiamo a essere presenti per poter supportare i gruppi più vulnerabili. Grazie all’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, riusciremo a portare avanti le attività iniziate già due anni fa: supporto psicologico a famiglie sfollate nell’ovest del paese, assistenza logistico-sanitaria agli ospedali in prossimità delle zone del fronte e attività di formazione per volontari e operatori di Ong locali che lavorano costantemente con le comunità sfollate e ospitanti e che continueranno ad essere al loro fianco. Ridonare un sorriso, regalare un attimo di respiro e rilassamento, supportare la tenacia di un medico; questo è abbastanza per noi del Cuamm per darci la motivazione di rimanere qui e chiamare a raccolta donatori e professionisti perché supportino, con noi, la popolazione ucraina».

    L’intervento in Ucraina proesgue grazie al sostegno di Aics e in collaborazione con: Caritas Italiana, Caritas Moldava, Caritas Drohobych Sambir, Vrb, Vis e Avsi.

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