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Il latte materno La “medicina” più importante

Ogni anno, dall’1 al 7 agosto si celebra la Settimana mondiale dell’allattamento al seno. In alcuni luoghi, specie in Africa, il latte materno fa la differenza tra la vita e la morte di un neonato. Anche a Beira, in Mozambico, soprattutto per i prematuri. Questa è anche la storia, a lieto fine, della bambina di Giacinta.

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    Questa è una storia a lieto fine. Di quelle in cui il protagonista supera molte difficoltà e riesce a farcela. È la storia di una bambina nata prematura, alla 31esima settimana gestazionale, che pesa solo 900 grammi. La bambina di Giacinta è piccolissima quando nasce a Beira, in Mozambico, il 12 maggio. Nei primi giorni di vita, la bimba non ha un nome. E’ consuetudine, in Mozambico, dare un nome al proprio figlio solo dopo diverse settimane, dopo che le mamme vedono che può farcela, che può sopravvivere.

    «A Beira c’è un reparto di Neonatologia nuovo e funzionate che Medici con l’Africa Cuamm ha contribuito a restaurare dopo il Ciclone Idai e in cui opera attivamente. La bimba, nata con taglio cesareo per complicazioni materne, viene subito ricoverata in terapia intensiva. Ha gravi problemi respiratori e necessita dell’ossigeno e dell’aiuto della CPAP – racconta Elena Altieri, pediatra Cuamm da poco rientrata da Beira, dopo un anno di servizio –. Per i neonati prematuri, a Beira, come in tanti ospedali africani, il latte materno rappresenta una delle “medicine” più importanti. Una grande speranza di vita, talvolta la sola. È, infatti, l’unico alimento che tollerano senza problemi, in piccolissime quantità, ogni giorno. Il loro piccolo intestino potrebbe avere diverse complicazioni con il latte artificiale. Purtroppo a Beira non c’è una banca del latte dove altre mamme possono donare quello che hanno in eccesso e quindi è necessario che la mamma, ogni giorno, si rechi in ospedale per tirarsi manualmente il latte dal seno, perché non ci sono i tiralatte».

    Alcuni giorni dopo il parto, Giacinta viene dimessa, perché in ospedale non c’è una stanza per ospitare le mamme dei prematuri. Per fortuna abita abbastanza vicina e ogni giorno riesce a recarsi in ospedale per tirarsi il latte.

     

     

    «Dopo il calo di peso dei primi giorni di vita e le difficoltà respiratorie, la bambina di Giacinta viene colpita anche da una grave infezione da klebisiella – riprende Elena –. In quel periodo c’era un’epidemia di infezioni causate da questo germe, con resistenze a molti antibiotici. Per fortuna, lei riesce a sopravvivere facendo l’ultima linea di antibiotici disponibile in ospedale. Dopo 17 giorni di terapia intensiva, non ha più bisogno di aiuto per respirare, l’infezione è ormai superata, quindi possiamo trasferirla, insieme alla madre, nella stanza dedicata alla Kangaroo mother care. È il 29 maggio e pesa poco più di 700 gr,  quando la mamma può iniziare a stare con lei tutto il giorno. La Kangaroo mother care è una “terapia” speciale in cui il bambino sta sempre adagiato sul corpo della mamma, che diventa una sorta di incubatrice naturale, ed è fondamentale per la crescita, il benessere respiratorio e il mantenimento di una normale temperatura corporea del piccolo. Con la Kangaroo mother care i bambini hanno molte più speranze di vita. Così la piccola inizia a recuperare il peso perso e, dopo alcune settimane, possiamo rimuovere il sondino, tramite cui veniva nutrita, e può cominciare a prendere il latte con il bicchierino».

    Il 10 luglio, la bambina di Giacinta raggiunge il peso di 1,540 grammi e finalmente viene dimessa. Un grande successo reso possibile grazie alla pazienza e alla costanza della sua mamma che ha continuato a darle il suo latte, grazie alla tenacia di questa piccola bimba e alla professionalità dei medici che l’hanno accompagnata nei primi giorni della sua vita.

    «Sono passati oltre 70 giorni da quando la bambina di Giacinta è nata. All’ultimo controllo pesava 2,2 kg. Ora è fuori pericolo e la sua mamma ha scelto il nome per lei: si chiama Eunice, che in greco antico, significa “buona vittoria”», conclude Elena.

    Ed è quello che auguriamo alla piccola Eunice, di continuare a vincere la partita della vita!

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