Due cuori una passione: l’Africa
Irene Avagnina e Marco Frison sono due giovani sposi, entrambi pediatri, che hanno scelto di prestare servizio con il Cuamm nell’ospedale centrale di Beira. «L’Africa sarà una grande opportunità di crescita per noi, come persone, come medici e come coppia. Il ricordo più bello che ho di quando sono stata giù è l’aver riscoperto “il valore del tempo”.
Per un anno chiameranno “casa” un appartamento modesto e un po’ spartano, nel quartiere di Ponta Gea a Beira in Mozambico. Ma quando si è in due cuori che battono con la stessa passione, ogni luogo può diventare familiare. Irene Avagnina e Marco Frison sono una coppia, entrambi pediatri e hanno scelto di prestare servizio con il Cuamm nell’ospedale centrale di Beira. Hanno 34 e 35 anni, si conoscono nel 2015, quando cominciano la specializzazione presso l’Università di Padova. Irene da Roma e Marco da Bassano. Insieme coltivano la passione per la cura dei più piccoli e non solo. «A farci “trovare” è stato l’interesse per i viaggi, la letteratura e il desiderio di continuare ad esplorare – racconta Irene –. Abbiamo sempre voluto che i nostri confini non si chiudessero a Padova. Io ho sempre avuto la valigia pronta e in Marco ho trovato lo stesso desiderio». E così, mentre Irene da giovane medico va in Vietnam, Marco vola in Ecuador. Una volta cominciata la specializzazione, Irene sceglie di trascorrere 6 mesi di tirocinio come Jpo, proprio a Beira e Marco, che ha vissuto nel collegio del Cuamm durante gli studi, condivide in pieno la scelta e va a Beira per qualche giorno così da conoscere il contesto.
«Quando sono partita come specializzanda, ero convinta di andare a fare la mia parte – riprende Irene –. Poi però mi sono resa conto che facevo parte di una squadra, di un gruppo, che non ero da sola e che insieme, con i colleghi mozambicani e con i medici Cuamm, si andava nella stessa direzione. Se fai le cose da solo, in Africa, non vai da nessuna parte. L’Africa mi ha insegnato che bisogna essere sempre creativi e imparare a trovare soluzioni nuove e diverse. Soprattutto l’Africa mi ha chiarito le idee su che tipo di medico voglio essere. Ovvero, un medico che ha scelto la cura e la relazione, un medico che vuole “stare” e non solo fare. Stare dentro la relazione con il malato, dare un senso e un valore alla cura e alla vita delle persone».
A luglio 2022, Marco e Irene si sposano e ora sono pronti per realizzare un sogno che condividono: partire come coppia. Irene ha una luce speciale negli occhi mentre ci racconta di Beira. Un’energia e una carica contagiose che trasmettono tutta l’impazienza di partire e di raggiungere il marito che l’ha anticipata di qualche giorno. Marco, dallo sguardo più timido aggiunge: «Partiamo perché è una bella idea. Condividiamo lo stile del Cuamm e il modo di operare che ha, quel “con” l’Africa, quel mettersi a servizio dove c’è più bisogno. La scelta della cooperazione in questo particolare momento, ci aiuta a riflettere su tanti interrogativi e tanti privilegi che diamo per scontati, per esempio, sulla garanzia di un sistema sanitario nazionale, sulla salute come diritto e come bene pubblico».
E conclude Irene: «L’idea di tornare in Africa con il Cuamm l’abbiamo avuta sin da subito. Quest’estate ci siamo sentiti pronti a trasformare in realtà questo desiderio. L’Africa sarà una grande opportunità di crescita, come persone e come medici. Il ricordo più bello che ho di quando sono stata giù è l’aver riscoperto “il valore del tempo”. Tutto in Africa è scandito dalla natura. Le giornate iniziano con il sorgere del sole, con estrema calma, e tutto è molto naturale. E poi c’è la musica. Ovunque. Le donne e le mamme che cantano, in ospedale, per la strada. Questo mi trasmetteva un senso di positività. Non mancheranno anche i momenti difficili, di certo, soprattutto di fronte alla frustrazione di certe situazioni in cui basterebbe poco per salvare la vita a un bambino, ma lì non c’è nemmeno quel poco. Non abbiamo mai lavorato insieme, ma ci siamo sempre confrontati durante il nostro percorso. L’esperienza a Beira sarà una sfida anche per questo, ci vogliamo mettere alla prova come coppia».