Diabete proteggi la tua famiglia
Si tiene oggi la Giornata Mondiale del Diabete. Tante le iniziative promosse da Medici con l’Africa Cuamm per sensibilizzare su questa malattia dimenticata che colpisce milioni di persone, anche in Africa.
Un azzurro intenso che richiama il cielo e un grande cerchio blu. Sono il colore e il simbolo del diabete: malattia attorno a cui, oggi, si stanno mobilitando milioni di persone, in oltre 120 paesi, con più di 1.000 eventi. Anche in Africa. Dall’Angola alla Sierra Leone, dal Mozambico alla Tanzania passando per l’Etiopia, nella Giornata Mondiale del Diabete, sono numerose le iniziative che i volontari del Cuamm stanno realizzando in alcuni dei paesi in cui il Cuamm opera, per promuovere la consapevolezza che il diabete è una malattia cronica, troppo spesso rimane nascosta e dimenticata.
«Ho scoperto di avere il diabete poco tempo fa, grazie ai volontari del Cuamm che hanno effettuato uno screening nella mia città. Non è stato facile da accettare. È una malattia che non si vede, che ti richiede un grande cambiamento, di alimentazione, di stile di vita, però ora mi sento meglio e vorrei che anche altri potessero capire l’importanza di prendersi cura di sé».
Paulina ha 19 anni e vive a Beira, in Mozambico. Oggi ha indossato la maglia azzurra e e ha partecipato alle iniziative di sensibilizzazione proposte dal Cuamm in tutte le provincie del Mozambico in cui si occupa di diabete e malattie dimenticate. Come lei, altri 463 milioni di persone al mondo sono malate di diabete; 1 ogni 11. In Africa sub-Sahariana, nel 2017, si stimavano circa 15,5 milioni di malati. (foto di Nicola Berti – Beira)
Come in Mozambico, così anche in Angola, Etiopia, Tanzania e Sierra Leone, si stanno promuovendo manifestazioni, marce, rappresentazioni teatrali, screening gratuiti, banchetti informativi per diffondere un unico grande messaggio: “Diabete: proteggi la tua famiglia”. Ce lo spiega Alina Mikus volontaria Cuamm impegnata in prima linea in questa giornata:
«L’obiettivo che abbiamo oggi è migliorare la consapevolezza rispetto al diabete in Sierra Leone. Il diabete può accrescere la povertà delle famiglie; tuttavia, si può prevenire attraverso uno stile di vita sano. Mantenere sotto controllo il peso, bere molta acqua ed evitare il consumo di zuccheri e il fumo. Il Cuamm ha organizzato varie iniziative a Freetown in occasione della giornata in partnership con il Ministero della Salute, in particolare offrendo uno screening gratuito e sensibilizzando la popolazione per acquisire uno stile di vita salutare».
Grande mobilitazione anche in Tanzania, dove una nonna accompagnata dalla sua nipotina di 5 anni ha detto ai nostri volontari: «Anche se è molto giovane, spero che questa esperienza lasci un segno importante nella sua vita. Ci siamo ripromesse, l’un l’altra, di camminare insieme, più di prima!».
Medici con l’Africa Cuamm, grazie al sostegno di WDF (World Diabetes Foundation) sta lavorando per rispondere a un bisogno reale della popolazione africana, in particolare, in Angola, Etiopia, Sierra Leone e Mozambico (dove l’impegno contro il diabete è sostenuto oltre che da WDF, anche dall’AICS, Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo). Tra le attività implementate: prevenzione, diagnosi e cura del diabete; screening nelle donne in gravidanza e nei neonati; formazione di operatori sanitari perché siano in grado di individuare e gestire i malati; fornitura di equipaggiamento e attrezzature per la diagnosi. Interventi che Medici con l’Africa Cuamm sta implementando in 24 ospedali e 105 centri di salute distribuiti nei territori di questi quattro paesi.
«I dati dimostrano che in Africa il diabete è un problema serio per la popolazione, è una nuova sfida che richiede risposte che come Cuamm stiamo dando in modo concreto e capillare – spiega Andrea Atzori, responsabile dei Rapporti Internazionali di Medici con l’Africa Cuamm -. In 6 degli 8 paesi in cui interveniamo, abbiamo iniziative per il diabete. Cerchiamo di fare diagnosi precoce e trattamenti, in stretta collaborazione con le associazioni locali che si occupano di questa malattia».