Medici con l'Africa Cuamm

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Con Martha per i diritti di tutte

Il diritto alla salute e quello all’istruzione sono un unico per Martha, donna e ostetrica in Sud Sudan, dove il 92% dei parti avviene in assenza di una figura professionale e che, per questo, registra un tasso di mortalità materna tra i più alti al mondo.

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    Martha Mochmetin ha 27 anni, è sud sudanese e a gennaio ha stretto tra le mani il diploma di ostetricia conseguito all’Istituto di scienze sanitarie di Rumbek. Ha iniziato a lavorare qui nel 2018, come assistente dell’anestesista in sala operatoria. A quel tempo, Martha non aveva alcuna qualifica, nessuna competenza né un titolo di studio ma era mossa da una forte curiosità e dal desiderio di, un giorno, occupare quello spazio con professionalità.

    «La mia non è una semplice professione: essere un’ostetrica vuol dire accogliere la vita tra le mani ed essere al servizio delle donne sempre, per promuovere il loro benessere. Nella nostra cultura ci sono taboo da superare, quello del parto in ospedale è uno di questi ma la verità è che le donne ne subiscono molti altri durante tutta la loro vita. Credo sia importante puntare sull’educazione delle giovani ragazze per abbattere questo sistema di credenze. Come ostetrica sento forte questa responsabilità. Aiuto le donne nel delicato momento del parto ma garantire la loro salute ogni giorno, in ogni fase della vita, resta la mia missione».

    Il diritto alla salute e quello all’istruzione sono un unico per Martha, donna e ostetrica in un paese, il Sud Sudan, dove il 92% dei parti avviene in assenza di una figura professionale e che, per questo, registra un tasso di mortalità materna tra i più alti al mondo 1.150 ogni 100.000 nati vivi e dove l’indice di alfabetizzazione femminile è di solo il 28%.

    «Ricordo il giorno in cui sono andata dal direttore sanitario – dice Martha con un sorriso nostalgico, avevo bisogno di lavorare e ho ricevuto questa opportunità. Per due anni ho osservato e fatto domande. Non potevo fare nulla da sola, non ne avevo le capacità ma lavorare fianco a fianco con persone qualificate mi ha insegnato che è questo il modo migliore per raggiungere buoni risultati. Collaborare».

    Martha non ha mai smesso di lavorare. Si è sposata, ha avuto un bambino, poi ha deciso di iniziare a studiare per diventare un’ostetrica. Lo ha fatto lì, nella scuola di ostetricia di Rumbek annessa all’ospedale. Con la borsa di studio Cuamm ha potuto coprire gran parte dei costi di questi tre anni di impegno: la mattina in aula, il pomeriggio in sala operatoria e nel mezzo il tempo di allattare il piccolo.

    «È stato facile? No, non lo è stato ma nella vita non puoi solo lamentarti, devi invece fermarti e pensare, riflettere su come poter fare le cose. Studiare e avere quel diploma in ostetricia era un’opportunità, non solo per me ma per tutta la mia famiglia. Con quel diploma tra le mani sapevo che avrei potuto lavorare e sostenere tutti loro che fino a quel momento mi avevano aiutata con grande sacrificio».

    Ed infatti Martha non perde occasione per ringraziare i suoi genitori e suo marito, sono loro che si sono presi cura del piccolo permettendole di dedicarsi con impegno agli studi e alla pratica clinica. Un percorso che, forse, non avrebbe mai intrapreso se non fosse stato per un incontro fortuito, uno di quegli incontri che segnano un prima e un dopo e che per Martha aveva il nome di un medico italiano: «è stato qui con noi in Sud Sudan dal 2013 al 2020 il dottor Enzo Pisani, è stato lui ad insistere affinché studiassi, io non pensavo di farlo. Non so dove sia ora ma vorrei che gli arrivasse il mio “grazie”, ovunque lui sia, vorrei che sapesse che ce l’ho fatta. Adesso sono un’ostetrica».

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