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Scegliere in un paese a basse risorse

La Tanzania è uno dei pochi paesi nel mondo a non rientrare nelle statistiche relative a Covid-19. Chiara Bortoluzzi, Jpo di medicina interna ci racconta la sua esperienza a Tosamaganga.

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    Poter accedere ad un sistema sanitario nazionale che rende equo l’accesso alle cure per tutti è spesso un privilegio che diamo per scontato e che è diventato evidente con l’avvento della pandemia di Covid-19.

    Un privilegio che non tutti i paesi hanno, e che soprattutto in Africa ti mette di fronte a scelte complesse anche quando si tratta delle patologie più semplici. “Fare il medico in un paese a basse risorse è una sfida continua. Si diventa consapevoli del costo delle risorse diagnostiche e terapeutiche e si impara ad avere una comprensione di queste risorse sulla base del paziente e delle famiglie che ci si trova davanti, cercando di assimilare e comprendere al meglio il contesto socio-culturale in cui ci si muove.” racconta Chiara Bortoluzzi, Jpo di medicina interna da poco rientrata da Tosamaganga in Tanzania.

    La Tanzania è uno dei pochi paesi nel mondo a non rientrare nelle statistiche relative a Covid-19, a causa dell’approccio dell’ex presidente John Magufuli che fin dalla prima ondata nel 2020 aveva fortemente negato la pandemia. Una scelta che ha comportato gravi difficoltà sia in fase di diagnosi, in quanto i tamponi spesso non venivano processati, sia nella fase di cura, in quanto mancavano frequentemente i farmaci e gli strumenti per poter affrontare un’insufficienza respiratoria.

    “Verso fine gennaio abbiamo avuto dei casi il cui quadro clinico ci faceva sospettare un’infezione da Covid ma per i pazienti più gravi le risorse erano poche; infatti non potevamo usufruire che di concentratori di ossigeno, ed i farmaci a disposizione non erano molti – racconta Chiara –. Avendo lavorato in Italia, nell’ospedale di Brescia durante la prima ondata, sicuramente l’impatto della pandemia in termini numerici in Tanzania è diverso da quello che abbiamo avuto in Italia, ma in un paese a basse risorse bastano 10-15 pazienti in contemporanea per affaticare la gestione dell’intero ospedale”. Una difficoltà aggravata anche dai contagi tra gli operatori sanitari che comportano una redistribuzione del lavoro tra il personale spesso già sotto organico.

    La Tanzania è un caso particolare per la sua delicata situazione politica che a metà marzo ha visto l’avvento della nuova presidentessa: ma le risorse sanitarie limitate sono un comune denominatore dei tutti i paesi in cui operiamo ed è proprio per questo che il nostro impegno è a servizio dei bisogni di sistemi sanitari già fragilissimi prima della pandemia, e che adesso rischiano di crollare.

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