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27 operatori sanitari impegnati negli ospedali di Soroca e Orhei, in Moldavia, hanno preso parte al secondo corso di formazione sulle emergenze neonatali e la stabilizzazione tenuto da personale locale qualificato, sotto la supervisione di un esperto internazionale.

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    Due corsi di formazione della durata di due giorni sono stati organizzati presso l’Ospedale di Soroca e l’Ospedale di Orhei, in Moldavia, tra lunedì 20 e venerdì 24, per migliorare le competenze del personale sanitario presente nelle strutture periferiche, in materia di cure neonatali: precisamente gestione dell’emergenza e stabilizzazione. L’attività è stata condotta in loco da professionisti locali formati durante il “Training of Trainers – ToT”. Con loro, un formatore internazionale certificato in emergenze neonatali e stabilizzazione neonatale. Due team interdisciplinari, 11 persone a Soroca e 16 all’Ospedale di Orhei, per un totale di 27 professionisti tra infermieri, ostetriche e pediatri, hanno partecipato alla formazione. I due ospedali, di Soroca e Orhei, sono delle strutture di riferimento distanti rispettivamente 94 e 31 miglia dalla capitale Chişinau. La formazione è stata pianificata per coinvolgere un team multidisciplinare e per simulare attività quotidiane quindi migliorare la capacità di intervento del personale impegnato nelle strutture periferiche.

    «Attualmente è in corso la seconda fase del progetto. Stiamo rafforzando le competenze tra i professionisti sanitari che lavorano nelle periferie del Paese insegnando loro come realizzare al meglio un intervento di rianimazione neonatale – ha detto Anastasia Tean, formatrice della task force. Sono felice di far parte di questo team. Ora stiamo visitando le aree in cui abbiamo lavorato un anno fa e vediamo in prima persona l’impatto delle nostre formazioni. Medici e infermieri si sentono molto più sicuri. La parte pratica si sviluppa in modo molto più interessante, perché tutto il personale medico lavora con maggiore sicurezza. Seguono il protocollo di rianimazione con precisione, senza trascurare i dettagli. Come medica impegnata in un ospedale di terzo livello a Chisinau, vedo con i miei occhi le condizioni in cui vengono trasferiti i bambini dai centri periferici e posso dire con certezza che la stabilizzazione di questi pazienti è notevolmente migliorata. Questo ci permette di aumentare significativamente le possibilità di successo del trattamento e della sopravvivenza dei bambini».

    L’attività apre la strada alla seconda fase del progetto R.I.S.E., guidato da Medici con l’Africa CUAMM UK e finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), con l’obiettivo di garantire la copertura dei servizi a più livelli del sistema sanitario. Gli ospedali moldavi hanno registrato un indice di trasferimento di emergenze postnatale fuori scala (3,6% nel 2022). Data la lunga distanza dalle strutture secondarie all’ospedale principale, è essenziale che il personale a livello periferico sia in grado di effettuare la stabilizzazione prima del trasferimento. Per raggiungere l’obiettivo e offrire cure di qualità a madri e bambini, un totale di 84 operatori sanitari provenienti da 7 ospedali di secondo livello situati in 7 diverse regioni sarà coinvolto nella formazione.

    In Moldavia, negli ultimi 10 anni, il tasso di mortalità materna è diminuito significativamente passando da 44 per 100.000 nati vivi nel 2010 a 19 nel 2017, mentre il tasso di mortalità infantile per 1.000 nati vivi è diminuito da 26 nel 2010 a 12 nel 2019 grazie all’impegno proattivo del Ministero della Salute e degli operatori sanitari. Tuttavia, questo tasso rimane ancora al di sopra dell’indice dell’OMS per le regioni europee. Sebbene i tassi di mortalità materna e infantile siano diminuiti nel corso degli anni, è necessario migliorare l’indice di mortalità e l’esito delle procedure di emergenza lavorando sui gap riguardanti il trasferimento e l’assistenza postnatale negli ospedali periferici.

    «Questi corsi sono molto necessari per rafforzare le nostre competenze e quindi fornire un servizio migliore alla popolazione. La medicina è in continua evoluzione, essere aggiornati è fondamentale soprattutto nella gestione neonatale, ma abbiamo poche opportunità di apprendimento. Attraverso questi corsi acquisiamo conoscenze e fiducia essenziali per operare tempestivamente in caso di emergenza» ha detto Silvia Ciugava, neonatologa dell’Ospedale di Soroca.

    In Moldavia ci sono 32 ospedali che gestiscono un totale di 27.000 nascite all’anno. Tuttavia, molte di queste strutture hanno un basso numero di parti annuali, al di sotto dei 500. Questo espone il personale sanitario ad una minore gestione delle emergenze materne e neonatali limitando quindi anche lo sviluppo delle loro competenze in materia. Inoltre, i dati ospedalieri riportano un alto tasso di trasferimenti post-parto da strutture periferiche, che non sono dotate di unità di terapia intensiva, a strutture di terzo livello situate nella capitale. È quindi altamente necessaria una cura di qualità e tempestiva per i neonati dopo il parto al fine di stabilizzare il neonato. Per questo motivo, le attività di formazione sulla stabilizzazione neonatale sono fondamentali nelle strutture periferiche.

    Dallo scoppio del conflitto il 24 febbraio 2022, oltre un milione di rifugiati ha attraversato il confine in cerca di rifugio in Moldavia, uno dei paesi più fragili d’Europa. Per prevenire il collasso del sistema sanitario nazionale e affrontare le necessità sanitarie sia della popolazione locale che dei rifugiati, sono stati ritenuti necessari interventi mirati. L’impegno di CUAMM nel paese è iniziato nell’aprile 2022 nella capitale Chişinau. Da allora, e in stretta collaborazione con il Ministero della Salute e l’OMS, l’intervento è stato guidato dal duplice obiettivo di fornire assistenza medica di base all’interno dei centri di accoglienza per rifugiati (RAC) e offrire formazione specifica per il personale medico locale sulle emergenze neonatali. Ad oggi, CUAMM è ancora impegnata in tali attività grazie al supporto offerto dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS). L’impegno si estende anche all’Ucraina, concentrandosi sulla fornitura di medicinali, attrezzature mediche e materiali di consumo agli ospedali; distribuzione di generi alimentari, beni essenziali e attrezzature per combattere il freddo; oltre a fornire supporto psicologico ai più vulnerabili.

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