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Rubrica appunti africani
Anno 2025

Appunti africani è una rubrica di storia e attualità politica africana e internazionale curata dal gruppo.

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    SUD SUDAN, SUDAN, RDC E SUDAFRICA

    1 Aprile – Se possono offrire una visione preoccupante della situazione mondiale, le notizie che ogni giorno ci arrivano dai conflitti in corso e seguiti dai media, questa visione diventa anche peggiore se arriviamo a conoscere e valutare i conflitti, di entità non certo minore che avvengono in varie aree dell’africa. Nel podcast odierno vengono aggiornati gli sviluppi della crisi interna al Sud Sudan, della guerra civile da lungo tempo in corso in Sudan, del riaccendersi della lotta interna in Etiopia e del protrarsi ed estendersi del conflitto nelle regioni orientali della RDC. Tutti questi conflitti, lungi dal risolversi, vanno invece verso una espansione dei conflitti ai territori e alle nazioni vicine.
    Benzina sul fuoco la aggiungono le dichiarazioni e le azioni del Presidente Trump che, non pago di avere bloccato gran parte degli aiuti allo sviluppo diretti a molti paesi del continente africano, cerca motivi di attrito ora anche contro il Sudafrica, reo di avere accusato Israele di atti di genocidio contro la popolazione di Gaza e, forse soprattutto, di avere un ruolo rilevante all’interno dei BRICS, unione di paesi che avrebbe la dichiarata intenzione (peraltro ben lontana da una possibile realizzazione) di de-dollarizzare le economie dei paesi che ne fanno parte.

    TRUMP CONTRO USAID

    17 Marzo – L’agenzia americana per gli aiuti internazionali allo sviluppo (USAID) è stata letteralmente smantellata nell’arco di 60 gg dal presidente Trump coadiuvato dai suoi più stretti collaboratori. L’ agenzia gestiva il 60% di tutti gli aiuti americani. In nome dell’interesse americano e senza nessun riguardo alle ovvie conseguenze in temini umanitari l’ 83% dei programmi pari a 5200 progetti sono stati cancellati. I restanti verranno gestiti dal Dipartimento di Stato (e perciò direttamente dal presidente e dal suo staff ovviamente seguendone strettamente le linee tracciate)
    Si cerca di valutare l’impatto di questo fatto sul continente africano.
    Gli aiuti internazionali allo sviluppo sono stati spesso oggetto di rivalutazione critica e se ne riconoscevano i limiti e i difetti ma era impossibile prevedere una azione simile che per la estensione e la brutale rapidità crea un vuoto drammatico nella assistenza e nello sviluppo di milioni di persone. Con un tratto di penna e una firma apposta con tracotante arroganza.

    RDC, SUDAN, SENEGAL E NIJOMA

    3 Marzo – Facendo seguito al precedente podcast si danno informazioni sulla evoluzione della
    guerra nelle regioni orientali della RDC. La pace sembra più che mai lontana nonostante
    varie ma confuse e improduttive iniziative di pace. Il conflitto sembra anzi estendersi con il
    coinvolgimento diretto del Burundi e del Ciad. Sanzioni e provvedimenti contro il Rwanda
    non sembrano dare alcun risultato.
    Anche la guerra civile in Sudan, in atto ormai da due anni non sembra vedere alcuno
    spiraglio di una fine. Sembra anzi cristallizzarsi una sorta di divisione del paese in due
    parti controllate dai rispettivi eserciti.
    Per due guerre di cui non si vede speranza di pace c’è almeno la segnalazione di una
    possibile fine della guerra che oppone il governo del Senegal all’area indipendentista della
    Casamance.
    Si dà notizia infine della scomparsa di Sam Nujoma, leader storico che ha guidato la
    Namibia alla indipendenza avviandone anche uno sviluppo democratico ancora in atto. È
    una figura che si unisce alle grandi personalità che hanno saputo tracciare la storia di
    alcuni paesi africani.

    GUERRA NEL CONGO ORIENTALE

    28 Febbraio – Da tempo la regione orientale della Repubblica Democratica del Congo (RDC) è teatro di scontri tra le numerose bande armate ed è territorio di lotta e saccheggio da parte di molti paesi. Come sempre la ricchezza di materie prime è il motivo di scontro che ha come prima vittima le popolazioni. Questi scontri si sono ormai trasformati in una vera e propria guerra che sta coinvolgendo Rwanda, Burundi e Uganda, oltre naturalmente all’esercito della RDC.
    La conquista della città di Goma da parte del maggiore gruppo armato, M23, appoggiato direttamente secondo molte fonti dal Rwanda, ha portato alla ribalta questo scontro che è in atto da molto tempo.
    Il rischio di una guerra regionale in questa area dell’africa è molto concreto e non è escluso che, come già si era verificato in passato, possa portare a cambiamenti significatici anche alla guida del paese destabilizzando tutta la regione e i precari equilibri tra i vari paesi vicini.

    PANAMA E TRUMP

    3 Febbraio – Tra i tanti proclami del neo-eletto presidente degli Stati Uniti, se la minacciata annessione della Groenlandia appare quanto meno difficile a realizzarsi, lo è sicuramente meno la appropriazione del canale di Panama e dell’area circostante.
    Ripercorrendo la storia del canale, la presenza degli USA si è sempre dimostrata estremamente rilevante. La nascita stessa dello stato di Panama e la sua indipendenza dalla Colombia è stata sostenuta dagli USA proprio in funzione della realizzazione e del controllo del Canale. Non ci si può quindi stupire delle pretese ora avanzate dal presidente Trump, deciso anche in questo caso a portare indietro le lancette della storia rinnegando i trattati e le promesse siglate dai suoi predecessori.
    Anche in questo caso è soprattutto il timore di una supremazia cinese a rinfocolare desideri di controllo di questa struttura di enorme rilevanza strategica ed economica.
    Anche questo contribuisce a creare un clima di incertezza e tensione a livello globale.

    LA GROENLANDIA SECONDO TRUMP

    28 Gennaio – Abbandonando lo sguardo solitamente rivolto all’Africa, viene esaminata questa volta la mira espansionista di stampo vetero-coloniale espressa dal presidente USA Donald Trump nei confronti della Groenlandia.
    Una maggiore conoscenza della storia e delle potenzialità di questo territorio e anche della politica espansionista che ha portato gli USA alla attuale configurazione, ci aiuta a capire come le rivendicazioni dell’attuale presidente, pur nella loro forma violenta e sguaiata, trovino radici e precedenti nella storia americana.
    Di nuovo c’è la minaccia, che appare paradossale, di una azione addirittura militare verso il territorio di un paese alleato abitato da una popolazione che ha sempre manifestato la propria volontà di indipendenza e libertà: valori di cui gli USA amavano proclamarsi paladini.

    GHANA; MOZAMBICO, MAYOTTE

    9 Gennaio – In una carrellata sui principali avvenimenti avvenuti in Africa nel 2024 vengono esaminati gli esiti della elezioni svolte in alcuni paesi e che hanno portato ai risultati più significativi: Senegal, Sudafrica, Mozambico,Botswana, Mauritius, Namibia e Ghana. Se in alcuni paesi la consultazione elettorale ha portato a cambiamenti pacificamente accettati, in altri ha acuito tensioni e portato a violente manifestazioni. Il disagio e la ribellione giovanile, in un continente in cui il 70% della popolazione ha meno di 30 anni, è un motivo di instabilità in molti paesi e ne condiziona un pacifico sviluppo aggiungendosi ai gravi problemi economici derivati soprattutto dal peso sempre maggiore dell’indebitamento estero. La Cina è attualmente il principale creditore. Alla crescente tensione dovuta al disagio dei giovani e alla crisi economica si aggiungono le situazioni di guerra e di grave carenza alimentare che affliggono molti paesi e gli eventi climatici estremi che flagellano varie parti del continente con siccità o devastanti inondazioni e con frequenti e ripetuti cicloni.

    5 Gennaio – Il Ghana è un paese particolare per il panorama africano. Ha una buona stabilità politica e una democrazia che esce rafforzata dalle ultime elezioni in cui il cambio di partito e di presidente è avvenuto in maniera pacifica e abbastanza trasparente. Le difficoltà economiche e le problematiche sociali non mancano ma il paese sembra in grado di affrontarle. Diversa la situazione in Mozambico dove l’esito delle elezioni sta suscitando ancora gravi disordini che sembrano sfociare in una rinnovata guerra civile. A questo si aggiungono soprattutto al Nord i danni dell’ennesimo ciclone con grandi devastazioni che hanno colpito anche l’isola di Mayotte la cui anomala situazione politico-istituzionale era già stata oggetto di un precedente podcast. Le parole del presidente Macron rivelano la debolezza della politica francese nelle sue ex colonie da cui la Francia viene progressivamente cacciata. Cerca di farsi strada intanto, in varie situazioni di conflitto, la presenza della Turchia che attraverso opere di mediazione vuole rafforzare la sua presenza in Africa.