Rubrica appunti africani
Anno 2025
Appunti africani è una rubrica di storia e attualità politica africana e internazionale curata dal gruppo.

PANAMA E TRUMP
3 Febbraio – Tra i tanti proclami del neo-eletto presidente degli Stati Uniti, se la minacciata annessione della Groenlandia appare quanto meno difficile a realizzarsi, lo è sicuramente meno la appropriazione del canale di Panama e dell’area circostante.
Ripercorrendo la storia del canale, la presenza degli USA si è sempre dimostrata estremamente rilevante. La nascita stessa dello stato di Panama e la sua indipendenza dalla Colombia è stata sostenuta dagli USA proprio in funzione della realizzazione e del controllo del Canale. Non ci si può quindi stupire delle pretese ora avanzate dal presidente Trump, deciso anche in questo caso a portare indietro le lancette della storia rinnegando i trattati e le promesse siglate dai suoi predecessori.
Anche in questo caso è soprattutto il timore di una supremazia cinese a rinfocolare desideri di controllo di questa struttura di enorme rilevanza strategica ed economica.
Anche questo contribuisce a creare un clima di incertezza e tensione a livello globale.
LA GROENLANDIA SECONDO TRUMP
28 Gennaio – Abbandonando lo sguardo solitamente rivolto all’Africa, viene esaminata questa volta la mira espansionista di stampo vetero-coloniale espressa dal presidente USA Donald Trump nei confronti della Groenlandia.
Una maggiore conoscenza della storia e delle potenzialità di questo territorio e anche della politica espansionista che ha portato gli USA alla attuale configurazione, ci aiuta a capire come le rivendicazioni dell’attuale presidente, pur nella loro forma violenta e sguaiata, trovino radici e precedenti nella storia americana.
Di nuovo c’è la minaccia, che appare paradossale, di una azione addirittura militare verso il territorio di un paese alleato abitato da una popolazione che ha sempre manifestato la propria volontà di indipendenza e libertà: valori di cui gli USA amavano proclamarsi paladini.
GHANA; MOZAMBICO, MAYOTTE
9 Gennaio – In una carrellata sui principali avvenimenti avvenuti in Africa nel 2024 vengono esaminati gli esiti della elezioni svolte in alcuni paesi e che hanno portato ai risultati più significativi: Senegal, Sudafrica, Mozambico,Botswana, Mauritius, Namibia e Ghana. Se in alcuni paesi la consultazione elettorale ha portato a cambiamenti pacificamente accettati, in altri ha acuito tensioni e portato a violente manifestazioni. Il disagio e la ribellione giovanile, in un continente in cui il 70% della popolazione ha meno di 30 anni, è un motivo di instabilità in molti paesi e ne condiziona un pacifico sviluppo aggiungendosi ai gravi problemi economici derivati soprattutto dal peso sempre maggiore dell’indebitamento estero. La Cina è attualmente il principale creditore. Alla crescente tensione dovuta al disagio dei giovani e alla crisi economica si aggiungono le situazioni di guerra e di grave carenza alimentare che affliggono molti paesi e gli eventi climatici estremi che flagellano varie parti del continente con siccità o devastanti inondazioni e con frequenti e ripetuti cicloni.
5 Gennaio – Il Ghana è un paese particolare per il panorama africano. Ha una buona stabilità politica e una democrazia che esce rafforzata dalle ultime elezioni in cui il cambio di partito e di presidente è avvenuto in maniera pacifica e abbastanza trasparente. Le difficoltà economiche e le problematiche sociali non mancano ma il paese sembra in grado di affrontarle. Diversa la situazione in Mozambico dove l’esito delle elezioni sta suscitando ancora gravi disordini che sembrano sfociare in una rinnovata guerra civile. A questo si aggiungono soprattutto al Nord i danni dell’ennesimo ciclone con grandi devastazioni che hanno colpito anche l’isola di Mayotte la cui anomala situazione politico-istituzionale era già stata oggetto di un precedente podcast. Le parole del presidente Macron rivelano la debolezza della politica francese nelle sue ex colonie da cui la Francia viene progressivamente cacciata. Cerca di farsi strada intanto, in varie situazioni di conflitto, la presenza della Turchia che attraverso opere di mediazione vuole rafforzare la sua presenza in Africa.