Medici con l'Africa Cuamm

la salute è un diritto,
battersi per il suo rispetto
è un dovere
DONA ORA Il tuo aiuto può fare la differenza

Rubrica appunti africani
Anno 2023

Appunti africani è una rubrica di storia e attualità politica africana e internazionale curata dal gruppo.

Condividi con i tuoi amici:

    MADAGASCAR E ALTRO

    8 Dicembre – Il Madagascar, ricco di risorse naturali e tra i paesi più poveri al mondo con oltre il 75% della popolazione sotto la soglia di povertà, vive una democrazia travagliata e discussa. L’elezione del nuovo presidente è stata contestata nelle modalità di esecuzione e nei risultati e trova quindi un paese che oltre che povero è anche molto diviso. Nuovi scenari e nuove alleanze si formano nei paesi del Sahel e dell’Africa occidentale dove la Francia (e con lei anche l’Unione Europea) è sempre più estromessa dai paesi che per decenni aveva mantenuto nella sua orbita. Questi cambiamenti portano al crearsi di nuove rotte, meno sorvegliate ma anche più pericolose, per il passaggio dei migranti diretti verso Libia e Algeria. Aggiornamenti, che hanno come nota comune una grande instabilità, vengono forniti sulla situazione di Burkina Faso, Gabon, Niger, Somalia e Repubblica democratica del Congo. Una nota curiosa viene dal Malawi che ha stipulato un accordo con Israele per l’invio di giovani a lavorare nelle zone abbandonate da israeliani e palestinesi dopo i massacri del 7 ottobre: un accordo che suscita perplessità.

    SIERRA LEONE

    4 Dicembre – La storia passata e recente della Sierra Leone, spesso collegata con quella della vicina Liberia, è estremamente interessante e complessa. Il confuso succedersi di colpi di stato e tentativi spesso rapidamente frustrati di ritorno alla democrazia, ripetuti interventi di forze internazionali, interventi diretti di truppe straniere è difficile da seguire. Il fenomeno dei “bambini soldato” e della lotta per il controllo dell’estrazione dei diamanti hanno portato a volte ad una breve ribalta le condizioni di questo paese la cui instabilità politica (sette colpi di stato negli ultimi tre anni) rende incerta e precaria anche l’attuale situazione di democrazia.

    LIBERIA

    19 Novembre – La storia della Liberia è insolita, molto diversa da quella degli altri paesi africani e per certi versi affascinante.
    Al centro di guerre e massacri che hanno coinvolto anche molti paesi vicini, è stata spesso citata per il coinvolgimento dei “bambini soldato” nelle guerre civili che hanno insanguinato il paese e portato a condanne di alcuni dei responsabili da parte del Tribunale Internazionale de L’ Aia. La presenza tra i maggiori protagonisti della scena politica di un ex calciatore molto famoso, George Weah, ha suscitato anche un maggiore interesse per le vicende del Paese. Le ultime elezioni conclusesi a suo sfavore per un numero limitatissimo di voti si sono svolte in maniera giudicata da tutte le parti regolare e hanno portato ad una accettazione del risultato da parte dello sconfitto oltre ad un richiamo alla pace e alla riconciliazione. È un messaggio tanto positivo quanto insolito nella storia di questo paese e più in generale in Africa. La speranza è che continui.

    KENYA E HAITI: COMPENSAZIONI

    2 Novembre – La stampa internazionale concentrata in Medio Oriente e Ucraina, non si occupa degli eventi di altre aree. Eppure persiste la situazione di instabilità, violenza e molteplici aree di guerra in molte zone del mondo. Presentiamo un aggiornamento sul grave degrado e persistente stato di guerra interna in Haiti, dove l’invio di una missione a guida kenyota spera di portare a una pacificazione che non è mai stata ottenuta da molte precedenti missioni. Il Kenya ha anche risollevato l’annoso e mai risolto problema dei risarcimenti richiesti per il passato coloniale inglese. Un rapido sguardo su molti altri paesi ci sottolinea come anche dove si cerca faticosamente una strada democratica attraverso elezioni, il percorso risulta difficile e costellato di svolte autoritarie.

    AFRICA OTTOBRE 2023. MALI, BURKINA E NIGER

    5 Ottobre – Cosa sta succedendo nei paesi del Sahel dove si sono verificati recentemente dei colpi di stato? In Mali, Burkina Faso, Niger e Gabon un fattore comune sembra essere il non nascosto desiderio di chi è arrivato al potere, di mantenerlo. Anche i metodi sono simili: cambiare la Costituzione, rinviare le elezioni ad un futuro vago e certamente non vicino, liberarsi con ogni mezzo di possibili avversari. In molti paesi il malcontento nei confronti della Francia ha portato all’espulsione dei militari di quel paese e spesso anche dei caschi blu delle Nazioni Unite: meglio evitare testimoni scomodi – anche se molto spesso inefficienti – per mantenere una parvenza di pace e legalità. Continua, e spesso è motivo dell’instabilità dei governi, l’azione della Jihad. Chi ci rimette in modo sempre drammatico è la popolazione civile che subisce persecuzioni sia dai governi che dalle varie milizie armate. Notizie tristi anche dal Tanzania dove l’influenza degli Emirati Arabi si fa sempre più forte e dove la promozione del turismo avviene a danno delle popolazioni.
    Una notizia positiva: l’apertura della metropolitana a Lagos, in Nigeria. E’ un piccolo miglioramento in una megalopoli di 20 milioni di abitanti dove vivere e muoversi è particolarmente problematico.

    AFRICA SETTEMBRE 2023. GABON

    21 Settembre – Un altro colpo di stato, questa volta in Gabon, si è verificato a inizio settembre. E’ l’ottavo nelle ex colonie francesi dell’Africa occidentale e Centrale negli ultimi tre anni. L’instabilità in questa area ha origini complesse ma come denominatore comune il fatto di verificarsi in territori potenzialmente ricchi per le risorse naturali, abitati da gente in estrema povertà e governata da una classe dirigente rapace che ha accumulato ingenti ricchezze e che conserva il potere da moltissimo tempo.
    Il focus sul Gabon ci fa conoscere un paese poco conosciuto ai più, se non per le attività in passato del dottor Albert Schweitzer a Lambaréné, figura controversa ma affascinante di medico “umanitario”.
    Le osservazioni sulla storia, passata e recente, di questo paese ci danno il polso dell’estrema difficoltà di molti stati africani di avviarsi verso un percorso di sviluppo che dovrebbe avere come prima condizione la presenza di una classe dirigente adeguata. Sovvertimenti bruschi del potere come i colpi di stato non sono solitamente buone novità per la popolazione.

    AFRICA SETTEMBRE 2023. ZIMBABWE

    4 Settembre – La storia dello Zimbabwe è emblematica di come un paese dalla grande storia e tradizione, uscito nel 1980 dalla lotta per l’indipendenza con residue grandi potenzialità di sviluppo economico e sociale, sia riuscito a precipitare in una crisi per l’incapacità della sua classe dirigente impersonata soprattutto dal suo primo presidente Robert Mugabe. Anche l’evoluzione recente, dopo la destituzione di Mugabe (e la sua morte) non ha cambiato la direzione degli eventi.
    Altri focolai di tensione nel continente si registrano in Etiopia, dove dopo la fine della tragica guerra nel Tigray sembra aprirsi un nuovo conflitto interno nella Regione Amhara, in Niger dove è in atto un braccio di ferro tra la nuova giunta golpista e la Francia, e in Gabon dove un colpo di stato ha rimosso il presidente eletto tre giorni prima.

    AFRICA AGOSTO 2023. NIGER

    21 Agosto – Il colpo di stato in Niger ha avuto qualche spazio anche sui media nazionali.
    La situazione confusa e sempre in cambiamento rende difficile una valutazione degli eventi e soprattutto la comprensione delle origini e delle possibili conseguenze. Sono importanti ma anche difficili da comprendere le ripercussioni sugli interventi di cooperazione internazionale per affrontare la situazione di un paese che occupa gli ultimi posti tra gli indici di sviluppo. Questo podcast ci aiuta a capire la situazione che si è creata in Niger e i suoi possibili sviluppi.

    AFRICA LUGLIO 2023. L’AFRICA DELLE MIGRAZIONI

    1 Agosto – Le migrazioni in Africa e dall’Africa entrano spesso nei resoconti della nostra rubrica. Si vuole ora dare una visione più completa anche alla luce dei provvedimenti che molti stati europei tra cui l’ltalia stanno prendendo per affrontare questo evento. Sono diventati prassi normale gli accordi che trasferiscono sui paesi di transito il compito di respingere i migranti, di ostacolarne l’arrivo o di bloccarli e di limitarne drasticamente l’accesso ai paesi più ricchi.
    Nel frattempo l‘Africa continua d essere corteggiata e si susseguono missioni diplomatiche, summit economici, incontri ed accordi pieni di promesse che non tengono conto di quante volte in passato promesse analoghe siano finite nel nulla. L’ Africa continua a rimanere sola e i suoi governanti, in molti paesi, non ispirano ragionevole fiducia di possibili cambiamenti.

    AFRICA GIUGNO 2023: MALI E UGANDA

    1 Luglio – Le nuove elezioni in Mali non sembrano portare a una svolta democratica e soprattutto non rappresentano espressione di volontà popolare: una nuova Costituzione sembra piuttosto preparare la strada per un più ampio potere della giunta militare. Anche la sorveglianza internazionale da parte delle NU è messa in discussione.
    In Uganda si accentuano le infiltrazioni della Jihad che fa base nel Nord Kivu del Congo: formazioni armate si strutturano e agiscono nel nord.
    Altre interessanti notizie riprendono temi e situazioni già viste in precedenza e di cui ci vengono forniti aggiornamenti, purtroppo raramente positivi: dalla situazione della popolazione Rohingya a quella di Haiti, dal Sudan dove la guerra tra eserciti continua, alla Guinea Bissau diventata crocevia africano del traffico di droga, alla RCA che sempre più si getta tra le braccia dei russi della Wagner e dell’esercito Rwandese. Unica nota positiva del mese: nasce in Rwanda la AgenziaAfricana del Farmaco con qualche prospettiva positiva per questo continente in cui il 97% dei farmaci deve essere importato.

    AFRICA MAGGIO 2023

    1 Giugno 2023 – Il mese appena concluso ha visto il protrarsi della guerra in Sudan che prosegue nonostante numerosi e inutili accordi per tregue che nessuna rispetta. Il dramma per la popolazione civile continua non solo nella capitale ma in tutto il paese e soprattutto nella già in passato tormentata area del Darfur, con la crisi alimentare che si aggiunge ai danni diretti del conflitto e migliaia di profughi che fuggono senza avere un reale porto di salvezza. Ciad e Sud Sudan vedono il ritorno di profughi che un tempo erano fuggiti proprio da questi paesi.Le conseguenze dei cambiamenti climatici si manifestano anche in Africa con inondazioni disastrose che si alternano a lunghi periodi di siccità: ne derivano crisi alimentari cui gli aiuti internazionali, già ridotti per la crisi legata alla guerra in Ucraina, non riescono a far fronte.La crisi degli interventi internazionali si manifesta in molti paesi (Mali e RdC) dove anche le forze presenti con intenti di interposizione o di pacificazione sono malvisti dalla popolazione e scarsamente efficaci quando non decisamente dannosi. Eventi potenzialmente positivi (come la inaugurazione di una grande raffineria in Nigeria) non riescono a dare reali vantaggi al paese per la instabilità che caratterizza tutto il continente. Come in molte parti del mondo, sono soprattutto migranti e rifugiati che anche in Africa pagano i prezzi più alti, come a Gibuti e in Malawi.Provvedimenti legislativi particolarmente persecutori vengono varati in Uganda contro gli omosessuali: l’omosessualità viene denunciata come retaggio coloniale.

    AFRICA APRILE 2023

    2 Maggio 2023 – Eserciti nazionali, forze armate regionali, milizie popolari o private/mercenarie entrano nel quadro sempre più complesso degli scontri armati che sono comuni in molti paesi africani. Si aggravano così per molte popolazioni le condizioni che già erano critiche e in certi casi drammatiche legate a persecuzioni, cambiamenti climatici , migrazioni e malattie. L’elenco sembra non avere mai fine. Oltre al Sudan, improvvisamente balzato in testa alla classifica dei paesi in conflitto, ritornano a questa triste ribalta anche Etiopia, Burkina Faso, Ciad e, mai scomparsa in questa classifica, la Repubblica democratica del Congo. Una annotazione curiosa, perché poco nota, riguarda l’isola di Mayotte nell’arcipelago delle Comore: una situazione confusa in cui le popolazioni maggiormente svantaggiate sono, come al solito gli immigrati… anche se sono in realtà in quella che dovrebbe essere casa loro. Vengono poi segnalate alcune situazioni di migranti che non sono sotto i riflettori al confine tra Angola e Congo e, ancora, nel Nord da Niger.

    SUDAN IN FIAMME

    2 Maggio 2023 – A sottolinearne la gravità in questi ultimi giorni anche i media italiani si occupano della guerra civile in atto in Sudan. Ovviamente lo sguardo è più rivolto alle operazioni di evacuazione dei nostri connazionali e alle conseguenze che questa situazione può avere sulla situazione economica e sui flussi migratori verso il nostro paese. Capire cosa c’è dietro questo sanguinosa guerra, conoscere la storia dei capi dei due eserciti che si stanno scontrando, riuscire a leggere le conseguenze sui paesi vicini e sulla politica internazionale è importante per chi con l’africa e in africa vuole continuare ad operare con attenzione e consapevolezza. Il resoconto del dottor Murru fornisce una base di conoscenza utile per seguire l’evolversi di eventi che susseguono con grande rapidità e in modo spesso confuso

    AFRICA MARZO 2023

    4 Aprile 2023 – Il mese di marzo ha visto un accentuarsi di fenomeni già segnalati precedentemente. La situazione della Tunisia, di cui in Italia si hanno notizie indirette, si caratterizza per una politica
    persecutoria violenta nei confronti degli immigrati. In Nigeria gli esiti delle elezioni, caratterizzate da un’affluenza molto scarsa e da episodi molto dubbi, non sono accettati dagli sconfitti e si profilano tensioni nel paese. In Repubblica Centrafricana si registra l’uccisione di personale cinese, a sottolineare che in questo paese, come in vari altri, anche la Cina non è più vista come una presenza amica ma come una
    potenza neo-coloniale. Mentre prosegue il pellegrinaggio di vari politici occidentali in Africa in cerca di nuove forme di “cooperazione”, non cessano le violenze armate in varie nazioni con una particolare diffusione del movimento Jihadista: il Sahel sembra ormai diventato l’epicentro del terrorismo mondiale. Cicloni che distruggono vaste aree (Mozambico, Madagascar e Malawi) ed epidemie che non cessano di mietere vittime (colera e febbre di Marburg) completano il quadro tratteggiato dei principali eventi di questo mese.

    AFRICA FEBBRAIO 2023

    2 Marzo 2023 – Alla ricerca di un nemico comune che distolga l’attenzione dai problemi interni, anche la Tunisia, al cui Presidente è dato l’appellativo di “Presidente della vergogna”, agita lo spettro dei migranti: è con lui che l’Italia cerca accordi per arrestare il flusso dei disperati che prendono la via del mare. Banditismo, Jihad e pulsioni separatiste continuano in varie parti dell’Africa favorite dalla diffusione di armi, abbondantemente foraggiata ora soprattutto dalla Russia: questo mese segnaliamo la situazione di Kenya, Somaliland, Burkina Faso e Nigeria.
    Continua la girandola di visite diplomatiche in vari paesi dell’Africa da parte di molti paesi: Russia, USA e Francia vanno alla ricerca di appoggio politico in sede internazionale e, soprattutto, di materie prime mentre si rafforza sempre di più in vari paesi la presenza dei mercenari russi della Wagner. Le elezioni avvenute nel gigante africano (la Nigeria) non hanno ben definito ancora la scelta del presidente e il futuro assetto politico e gli sconfitti non hanno ancora accettato ufficialmente il risultato elettorale: il futuro rimane incerto anche in questo ambito.

    TAMBURI LONTANI n. 51

    Papa FRANCESCO in RDC e SUD SUDAN – La visita di Papa Francesco in Repubblica democratica del Congo e in Sud Sudan è stata un momento di grande valore per la Chiesa e per l’Africa. La situazione economica e sociale di questi due paesi ricchissimi di risorse naturali ma con popolazioni in condizioni di grande povertà e martoriate da guerre che perdurano da anni e che non sembrano vedere una fine, è stata sottolineata dal Papa che con parole molto chiare e forti ne ha condannato lo sfruttamento: “Giù le mani dall’Africa!”. L’incontro con le vittime della violenza e l’ascolto delle loro testimonianze ha costituito un momento forte di denuncia al mondo: “.. Basta sangue versato, basta conflitti, basta violenze..”
    Una voce particolarmente forte si è levata dal Papa a difesa delle donne e contro le contrapposizioni etniche.
    Riaccendere i riflettori sull’Africa e sulle sua sofferenze è stato un momento importante che non deve essere dimenticato.

    AFRICA GENNAIO 2023

    1 Febbraio 2023 – Il 2023 si apre per il continente africano con un intenso corteggiamento da parte delle grandi potenze (Russia, Cina e USA in testa)a molti stati africani alla ricerca non solo dello sfruttamento delle loro enormi ricchezza ma anche del loro appoggio politico e strategico. Le debolezze degli stati africani, con un tragico elenco di episodi di grave corruzione, di scandaloso appropriamento delle risorse da parte delle classi politiche al potere e di uccisione degli avversari politici, si rivelano in molti episodi che vengono elencati con la usuale precisione e attenta documentazione. Le guerre, più o meno dichiarate, e l’imperversare di bande armate rendono instabile la situazione in molti paesi mentre un diffuso sentimento anti-occidentale crea alleanze con paesi in cui la democrazia non è neppure di facciata. Il tema della protezione ambientale, così caro, almeno nominalmente, ai paesi industrializzati non sembra interessare il continente africano che pure è quello che risente maggiormente delle conseguenze dei cambiamenti climatici. Nel panorama abbastanza sconfortante di questo inizio d’anno spicca come buona notizia una legge, a favore dei diritti delle donne, votata in Sierra Leone. Se e quanto sarà applicata, sarà da vedere.

     

    NAGORNO KARABAKH

    16 gennaio 2023 –Il Nagorno Karabakh è una enclave armena all’interno dell’Azerbaijan, con una popolazione in gran parte cattolica, mentre in Azerbaijan la maggioranza è musulmana. Da lungo tempo Azerbaijan e Armenia si contendono questa area che si è dichiarata indipendente, senza che questa indipendenza sia riconosciuta da nessuno stato.In questa regione caucasica si è assistito ad una successione ininterrotta di guerre a più o meno alta intensità e a continue migrazioni di popolazioni attraverso i confini che risentono a distanza delle tensioni tra Russia, Turchia, Stati Uniti e quindi anche delle conseguenze della guerra in Ucraina. L’ Azerbaijan ha assunto grande importanza per l’Europa per le sue risorse energetiche e la popolazione armena, già vittima in passato di uno sterminio da parte turca, non sembra trovare, ancora una volta, difensori.

     

    RESOCONTO AFRICA 2022

    7 gennaio 2023 – Il bilancio di un anno su ciò che è avvenuto in un continente è una impresa impossibile, ma per chi vuole essere CON l’Africa penso sia un dovere almeno lo sforzo di avere un quadro generale in cui si inseriscono tante realtà nazionali e locali. Il 2023 ha visto in Africa molti eventi. Colpi di stato, riusciti e non; varie elezioni, più o meno espressione reale della volontà popolare; l’espandersi del terrorismo jihadista, espressione del disagio delle giovani generazioni più che fondato su motivazioni religiose; qualche tentativo di pace o almeno di cessazione di conflitti come in Etiopia. Sullo sfondo gli effetti della guerra in Ucraina e della crisi climatiche e le loro conseguenze a cui anche i vari tentativi di soluzione (COP 27 e COP15) non sembrano capaci di dare risposte. L’augurio di un BUON 2023 è più che mai opportuno.

     

    AFRICA DICEMBRE 2022

    2 gennaio 2023 – Oltre ad un aggiornamento sulla situazione del difficile processo di pace tra Etiopia e Tigray e a tentati colpi di stato, veri o presunti, in Gambia e Ciad una particolare attenzione questo mese è rivolta all’incontro USA – Africa che si inquadra nella “corsa all’Africa” in corso da qualche tempo e alla Conferenza sulla protezione della Biodiversità COP 15 di cui ben poco abbiamo sentito parlare dai media. Un risarcimento pagato dalla Shell per i gravi danni ambientali arrecati nella Nigeria meridionale durante i processi di estrazione petrolifera è, al di là della cifra, almeno un precedente importante perché sancisce la responsabilità delle grandi compagnie nei confronti delle popolazioni locali gravemente danneggiate. Rimane sempre instabile la situazione nella RDC e sull’orlo del deflagrare di una guerra aperta con il Rwanda. Intanto si succedono i ritrovamenti nel Deserto del Sahara dei corpi di molti migranti morti nel corso dell’attraversamento e si continua una riflessione sui processi migratori in corso in Africa.