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Un vaccino per “noi”: aiutaci!

Carissimi, Sono tornato qualche giorno fa dal Mozambico e il cuore stenta ancora a placarsi. Le emozioni e le sensazioni continuano a tambureggiare nell’animo e la mente è ancora zeppa di colori, danze, suoni e immagini: quelli della festa per l’inaugurazione della neonatologia di Beira, seconda città del Paese. Dopo la distruzione del ciclone IDAI

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    Carissimi,

    Sono tornato qualche giorno fa dal Mozambico e il cuore stenta ancora a placarsi. Le emozioni e le sensazioni continuano a tambureggiare nell’animo e la mente è ancora zeppa di colori, danze, suoni e immagini: quelli della festa per l’inaugurazione della neonatologia di Beira, seconda città del Paese. Dopo la distruzione del ciclone IDAI nella primavera del 2019, è venuto il momento del ‘ricostruire’. Un verbo bellissimo e laborioso, entusiasmante e faticoso, che non fa sconti, ma che diventa senso profondo del vivere e della nostra presenza in e con l’Africa. Ti chiede tenacia e ostinazione, e alla fine ti riempie il cuore di gioia. Ogni anno sono oltre 6000 i neonati che nascono all’ospedale di Beira. È per questo che oggi è festa grande: una nuova neonatologia di 600 metri quadrati completamente equipaggiata. Ricostruire è il verbo che l’Africa ci insegna: lasciar perdere le lamentele, le occasioni di disappunto e di scontento e concentrare le energie e risorse nel ricominciare. Una lezione importante che ci viene da Beira.

    Senza lasciarci intimorire nemmeno dalla pandemia. Il virus, con la sua variante sudafricana, sta colpendo duro anche il Mozambico amplificando le fragilità di un sistema sanitario già debolissimo. Nei primi mesi dell’anno i contagi hanno subito un’impennata e la rivista Science riporta che ‘il Mozambico ha perso recentemente un anestesista, un gastroenterologo, un urologo e due giovani medici generalisti’ e molti altri sono gravemente ammalati. Si tratta di perdite molto gravi per un paese che ha solo 8 medici ogni 100.000 persone. È per questo che dobbiamo vaccinarci, tutti, qui e in Africa.

    Ad aprile in Mozambico sono arrivate 400.000 dosi di AstraZeneca grazie all’iniziativa del Covax ma sono largamente insufficienti per un paese di 30 milioni di persone. Serve aumentare la quantità di dosi vaccinali. È fondamentale e urgente sospendere almeno temporaneamente il brevetto consentendo in questo modo ai diversi centri produttivi di aumentare le quantità anche per i paesi poveri. Ci uniamo a Papa Francesco, al Presidente Biden e al Primo Ministro Draghi e con loro ai tanti della società civile, delle chiese e istituzioni che la chiedono. È in corso una pandemia mondiale e l’Africa non può restare esclusa. Oltre che giusto, il farlo è garanzia per la nostra sicurezza, perché solo così potremmo interrompere la diffusione del virus e delle sue varianti.

    E poi il vaccino deve diventare “vaccinazione”. A fianco e a supporto del sistema sanitario locale, dalla capitale va trasportato nei punti vaccinali, negli ospedali e poi da questi ai centri sanitari fino agli ultimi villaggi. Serve un sistema logistico che funzioni, pick-up, motorette, box frigoriferi, generatori e carburante, personale formato, sanitario e di supporto, senza dimenticare la sfida dell’accettabilità culturale da parte delle comunità, che si supera solo con approcci di vicinanza e con campagne di informazione come sperimentiamo ogni giorno. In Mozambico, tutto questo lo stiamo iniziando a fare nelle due provincie di Sofala e Tete, popolate da quasi tre milioni di persone. E così negli altri paesi dove siamo impegnati.

    Abbiamo bisogno di aiuto. Da soli non ce la facciamo, ma insieme è possibile. Dobbiamo mobilitarci non aspettando dagli altri un gesto ma facendolo noi per primi, coinvolgendo e spronando tutti. Per sintetizzare il nostro appello abbiamo elaborato un breve ‘spot’ che allego qui sotto e che può essere utile a facilitare la condivisione. Vi chiediamo di diffonderlo ai vostri amici e conoscenti. Siamo tutti coinvolti, chiunque sente sgorgare nel cuore il bisogno di una giustizia ‘più grande’, della solidarietà con i più poveri, dell’accesso alla salute e al vaccino per tutti.

    Grazie di essere con noi!

    Don Dante

    DONA ORA

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