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A MAPUTO ALTA FORMAZIONE PER PEDIATRI E NEONATOLOGI

Nuova proposta formativa di alto livello per giovani medici in Mozambico. Grazie al sostegno del Miur è frutto della collaborazione tra Cuamm, Università di Padova, due università locali.

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    Padova/Maputo, 2 novembre 2022 – Prende il via a Maputo, capitale del Mozambico, una nuova proposta formativa di livello superiore per giovani pediatri e neonatologi locali. È il frutto di una collaborazione tra l’Università di Padova, l’Università Eduardo Mondlane di Maputo, l’Università Cattolica del Mozambico di Beira e Medici con l’Africa Cuamm, che gode del sostegno del MIUR.

    Il progetto vede come partner in loco Medici con l’Africa Cuamm, da tanti anni impegnata nella formazione di medici in Mozambico, e ha come capofila l’Università di Padova, coinvolta in prima linea in diverse attività: dalla programmazione delle sessioni formative e del percorso di studi, alle proposte di didattica a distanza e di e-learning; dall’individuazione del corpo docente alla facilitazione di scambi interculturali tra le Facoltà; dal favorire l’accesso alle attività didattiche da parte di 20 studenti (5 provenienti da Beira) all’invio di materiali ed equipaggiamento utili alla formazione superiore.

    A dare il via, ieri 1 novembre, una cerimonia ufficiale alla presenza delle autorità locali e di una delegazione partita da Padova e composta da don Dante Carraro, direttore del Cuamm, dalla prof.ssa Liviana Da Dalt direttore del Pronto Soccorso pediatrico del Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino dell’Università di Padova, dal prof. Daniele Trevisanuto neonatologo dell’Università di Padova e referente del programma e dal dott. Giovanni Putoto, responsabile della Programmazione e Ricerca operativa del Cuamm.

    Il programma figura come il primo ed unico percorso di alta formazione rivolto in Mozambico a professionisti sanitari: medici, ma anche infermieri che hanno ora la possibilità di specializzarsi nelle emergenze pediatriche e neonatali.

    Un’opportunità che hanno colto donne e uomini provenienti da ben 5 province del paese, frutto di un lavoro lungo due anni e mezzo, che non si è arrestato neanche nel difficile periodo della pandemia di Covid-19, ma che «grazie allo sforzo titanico delle tre università coinvolte e del supporto di Medici con l’Africa Cuamm, ha permesso di concretizzare quello che oggi è un percorso di alta formazione unico nel paese che unendo competenze cliniche e metodi di ricerca, mira ad avere un impatto determinante sul tasso di mortalità pediatrico e neonatale nel paese» ha sottolineato il Prof. Jahit Sacarlal, direttore della Facoltà di Medicina dell’Università Eduardo Mondlane.

    Un traguardo strategico sottolineato anche dal Rettore dell’Università Eduardo Mondlane di Maputo, il Prof. Manuel Guilherme: «Il programma che oggi presentiamo ufficialmente nella sede dell’università Eduardo Mondlane è una vittoria di cui siamo molto orgogliosi e che è il frutto di una forte collaborazione con la vicina Università di Beira e con i colleghi della Facoltà di medicina dell’università di Padova, in Italia. Una collaborazione attraverso la quale abbiamo concretizzato la nostra visione e che permette oggi all’Università Eduardo Mondlane di diventare un centro di riferimento nazionale per la ricerca accademica. È un traguardo di cui siamo particolarmente fieri e che ci sprona a perseguire nel nostro obiettivo di offrire programmi di alta formazione in tutti i dipartimenti dell’Università. In particolar modo questo percorso, con focus su emergenze pediatriche e neonatali, apporterà un contributo fondamentale nel miglioramento dei servizi di salute rappresentando allo stesso tempo un’opportunità di crescita nell’ambito della ricerca universitaria.»

    E il Rettore dell’Università Cattolica del Mozambico di Beira, Prof. Padre Filipe Sungo, ha aggiunto: «Questo percorso di alta formazione per personale sanitario è un programma di eccellenza che gode di un prestigioso riconoscimento nazionale e internazionale e che, promuovendo i valori umani ed etici della salute, apporta un contributo decisivo al nostro amato paese. Per questo abbiamo accolto con entusiasmo la possibilità di partecipare a questo programma focalizzato sulle emergenze pediatriche e neonatali che rappresentano una reale preoccupazione non solo negli ospedali centrali ma anche nelle unità sanitarie periferiche del paese».

    Capofila del progetto è l’Università di Padova, rappresentata a Maputo dalla Prof.ssa Liviana Da Dalt e dal Prof. Daniele Trevisanuto.

     

    «Aver realizzato questo corso di alta formazione è un onore per la nostra Università che proprio quest’anno si accinge a celebrare i suoi 800 anni – ha detto la Prof.ssa Liviana Da Dalt, Dipartimento di Salute della Donna e del Bambino dell’Università di Padova –. Con questa collaborazione rinnoviamo dunque l’impegno nell’internazionalizzazione e nella collaborazione internazionale, due capisaldi per la nostra istituzione. Grazie al coinvolgimento di Medici con l’Africa Cuamm, da sempre ponte tra la nostra realtà accademica e il Mozambico, abbiamo infatti avviato nel 2006 una collaborazione con la Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica di Beira che ogni anno accoglie specializzandi in pediatria e neonatologia, impegnati per un periodo di sei mesi in attività cliniche e accademiche. Ancora una volta questo percorso testimonia la volontà comune di rispondere ad uno dei grandi problemi che affliggono i sistemi sanitari di molti paesi dell’Africa sub-sahariana e che riguarda la salute e il benessere di bambini e neonati, sempre al centro del nostro impegno.»

    La mortalità pediatrica e neonatale in Mozambico rimane inaccettabile e ancora oggi rappresenta il 46% delle mortalità nei bambini sotto i 5 anni di età. «Le iniziative sulla prevenzione della mortalità in queste categorie di pazienti sono numerose, è vero, ma la parte emergenziale è troppo spesso trascurata eppure sono proprio i colleghi africani e denunciare un urgente bisogno di intervento. Ecco perché siamo qui, forte della lunga collaborazione che abbiamo instaurato attraverso il Cuamm e vogliamo impegnarci in questa nuova sfida» ha sottolineato il Prof. Daniele Trevisanuto, neonatologo dell’Università di Padova e referente del programma.

    «Oggi presentiamo il risultato di un lavoro lungo e silenzioso iniziato, qui in Mozambico, nel 1978 – ha affermato Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, nel suo discorso di ringraziamento. È questo lavoro fatto di impegno sul campo, ricerche e collaborazioni accademiche che ci ha permesso di individuare i bisogni reali e urgenti del paese e di condurre interventi efficaci che potessero avere un impatto diretto sull’intero sistema sanitario».

    Al termine della cerimonia, anche i ringraziamenti dell’Ambasciatore italiano in Mozambico, Gianni Bardini, che si è detto orgoglioso di questo progetto che «investe nella vita e nel futuro di questo paese e rappresenta ancora una volta un passo in avanti compiuto insieme, a testimonianza della forte storia di cooperazione tra l’Italia e il Mozambico.»

     

     


    IL CONTESTO

    Sono 28.900.000 gli abitanti del Mozambico, di questi il 49% vive con meno di 1 dollaro al giorno (Banca Mondiale). Stando all’indicatore dell’Indice di sviluppo umano, il Mozambico si classifica 180° su 187 paesi (UNDP 2019). Malgrado il progressivo miglioramento della situazione economica, presenta indicatori sanitari ancora molto preoccupanti. Nell’ambito della salute materno-infantile si registrano tassi elevati di mortalità, infatti, quella materna si attesta a 489/100.000 nati vivi e quella infantile a 79/1.000 nati vivi, (dato UN IGME 2015). In particolare, preoccupa il tasso di mortalità neonatale (27 morti ogni 1.000 bambini nati vivi), che contribuisce al 35% delle morti tra i bambini sotto i 5 anni di età (Countdown to 2030 Country Profile). Nel paese si conta 1 medico ogni 50.000 abitanti e, purtroppo, si registra scarsa qualità nell’assistenza e nella gestione di urgenze pediatriche e neonatali. In questo quadro si inserisce il progetto del nuovo master, in linea con il “Piano strategico dell’educazione superiore per il decennio 2011-2020” che si è dato il Ministero dell’Educazione del paese.

     


    LE UNIVERSITA’

    Università di Padova

    L’Università degli Studi di Padova è nata nel 1222, quando alcuni studenti provenienti da Bologna fondarono lo «Studium Patavinum» alla ricerca di libertà di cultura ed espressione. In otto secoli di storia ha ospitato grandi scienziati (uno su tutti, Galileo Galilei), aperto nuove vie e luoghi per la ricerca scientifica (l’Orto Botanico, il Teatro Anatomico) e ricevuto anche una Medaglia d’oro al valore militare (nel 1945, per il ruolo avuto durante la Resistenza). Nel 2022 festeggia gli ottocento anni dalla sua fondazione, la sesta più antica al mondo. Il suo motto è Universa Universis Patavina.

     

    Università Eduardo Mondlane, Maputo.

    È la più grande e antica università pubblica del Mozambico con una popolazione studentesca di circa 45.000 persone. È dotata di una Facoltà di Medicina dove in media si laureano ogni anno circa 50 studenti. Per la parte pratica, gli studenti frequentano l’Ospedale Centrale di Maputo, il più importante del paese. E’ partner dell’Università Cattolica del Mozambico con la quale ha stipulato una convenzione che disciplina i rapporti di collaborazione nell’ambito della didattica e della ricerca.

     

    Università Cattolica del Mozambico, Beira.

    Inaugurata nel 1995, l’Università Cattolica del Mozambico (UCM) è un’istituzione della Chiesa cattolica locale riconosciuta ufficialmente dal Governo del paese. Da allora offre una formazione di livello elevato alle popolazioni delle Province del Nord del Paese che risultano le più svantaggiate in termini di accesso alle risorse ed ai servizi essenziali materno-infantili. La Facoltà di Medicina è stata attivata nel 2000. Dal 2004 riceve supporto da Medici con l’Africa Cuamm, in collaborazione con l’Università degli Studi di Padova. Dal 2007 al 2021 si sono laureati in Medicina 373 studenti, quasi un quinto dei medici presenti nel paese. Per la parte pratica gli studenti frequentano l’Ospedale Centrale di Beira, il secondo del paese per importanza.

     


    UN PONTE TRA PADOVA E BEIRA

    Dal 2005, l’Università di Padova, attraverso il Dipartimento di Pediatria e con il supporto del Cuamm, ha stabilito dei rapporti di collaborazione con l’Ospedale Centrale di Beira e la Facoltà di Medicina dell’Università Cattolica del Mozambico che si concretizza nell’invio di specializzandi in Pediatria che possono trascorrere un periodo di 6 mesi nel paese, riconosciuto nel percorso di studi, supportati da un tutor locale. Gli specializzandi sono coinvolti attivamente nelle attività didattiche della locale Facoltà di Medicina e dell’ospedale attraverso la preparazione di lezioni frontali, la partecipazione alle verifiche degli studenti e il tirocinio pratico. Infine, con il supporto a distanza dei ricercatori e degli specialisti dell’Università di Padova, partecipano all’ideazione, realizzazione e diffusione di ricerche operative nei diversi ambiti clinici e della salute pubblica.