Medici con l'Africa Cuamm

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Vale sempre la pena provarci

Al Complexe Pediatrique di Bangui, unico centro pediatrico della Repubblica Centrafricana, le sfide sono quotidiane. Medici con l’Africa Cuamm continua ad esserci, tra difficoltà e gratificazioni.

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    «Fa caldo a Bangui. Sempre, ma in questi giorni particolarmente. Rosine l’infermiera è sfinita, la sala 1 di “Soins intensifs”, le cure intensive, è sempre piena e appena si libera un posto, viene riempito da un nuovo paziente. Il fatto che lei sia al settimo mese di gravidanza e ci siano 35 gradi non aiuta. Stamattina purtroppo c’è stato un decesso, e noi aspettiamo che dalle “urgences” trasferiscano un nuovo bambino. Mentre ci stiamo sciogliendo, ecco che ci comunicano il nuovo ingresso: un caso di malaria cerebrale. Arriva Marie, una bambina di 4 anni in stato di coma. Goccia spessa positiva, l’esame al microscopio per ricercare i parassiti della malaria; hanno già iniziato il trattamento antimalarico con artesunato. C’è la mamma con lei. Le infermiere la sistemano nel letto, prendono i parametri, trovano un nuovo accesso venoso e iniziano l’infusione. È un caso grave, ma loro fanno tutto con la tranquillità e la precisione che le caratterizza. Ora tocca a me fare l’anamnesi. Mi aiuta Rosine, perché la mamma dice poche parole in francese, parla Sango, il dialetto locale, e ho bisogno di una mano per la traduzione. Faccio le classiche domande, Rosine traduce, la mamma risponde, Rosine mi ritraduce. Ad un certo punto fa una pausa. Abbiamo chiesto alla mamma che medicine ha dato a Marie a casa, e lei tentenna. Non è un buon segno. Insistiamo, e ci dice che ha somministrato un trattamento di medicina tradizionale a base di foglie di pomodoro per via orale e intra-rettale. Questa settimana ci sono stati due decessi di bambini che erano stati trattati con medicina tradizionale prima di arrivare in ospedale. È un problema frequente qui al Complexe Pediatrique: in Rca l’utilizzo della medicina tradizionale è ancora molto diffuso ma ha effetti nocivi e comporta un ritardo diagnostico che a volte risulta fatale. Oltre agli esami previsti aggiungo la coagulazione, che spesso risulta alterata in chi ha ricevuto questi trattamenti. È così anche per Marie, dei pochi esami che possiamo fare qui al Complexe, non ce n’è uno che vada bene. Richiediamo una trasfusione di sangue, correggiamo gli elettroliti nell’infusione, avviamo un trattamento con la vitamina k. Le condizioni sono molto gravi. La mamma è visibilmente preoccupata, ci ringrazia, e siede pazientemente di fianco a lei, in attesa. Per raggiungere il Complexe Pediatrique, unico centro pediatrico del Paese, hanno viaggiato un giorno intero, e le condizioni di Marie erano già molto gravi. L’accesso alle cure sanitarie in questo Paese è davvero difficile. Penso al pronto soccorso pediatrico dell’ospedale dove lavoro in Italia, in cui arrivano mamme con i loro figli con febbre da due ore… Torno a casa sconfortata, non so se rivedrò Marie domani. Abbiamo fatto quello che potevamo, ma non sappiamo se basterà. Il giorno dopo, invece, Marie è ancora lì. Non si è ancora svegliata, non apre gli occhi e non parla, ha ancora la febbre. Proseguiamo il trattamento. Oltre alla mamma, compaiono una zia e una sorella, si danno il cambio. Quando si accompagna un bimbo malato in ospedale, qui è sempre un viaggio di famiglia. Chissà quanto è stato complicato spostarsi, chissà come se la sta cavando chi è rimasto a casa. Intanto gli esami di Marie sono stabili. L’indomani, appena entro, guardo il letto della piccola. La vedo seduta. Sono felicemente sconvolta: ce l’ha fatta! È ancora molto debole, dovrà proseguire il trattamento antimalarico per almeno tre giorni ancora e spero non ci siano complicanze neurologiche. Ci rimetterà un po’ a ristabilirsi, servirà un follow up, però è fuori pericolo. Rosine ricambia il mio sorrisone. La mamma è felice. Al Complexe ogni giorno è una sfida, le sconfitte sono più delle vittorie, ma in giornate come questa sono convinta che valga la pena continuare a provarci».

    Roberta Cinquatti, JPO di pediatria al Complexe Hospitalier Universitaire de Bangui (Chupb)

    Medici con l’Africa Cuamm opera al Chupb da giugno 2018. Il suo impegno quotidiano è reso possibile anche grazie al progetto, iniziato ad ottobre 2022, “Risposta ai bisogni sanitari urgenti in ambito pediatrico nel contesto della crisi umanitaria protratta in Repubblica Centrafricana”, finanziato dall’Agenzia Italiana Cooperazione allo Sviluppo. L’intervento mira ad aumentare la copertura sanitaria infantile, promuovendo servizi gratuiti di qualità, equi ed efficaci. Inoltre, investe nella formazione e nel rafforzamento delle capacità e competenze del personale.