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A Bangui per le emergenze pediatriche

È giunto a conclusione il progetto iniziato a settembre 2021 con lo scopo di supportare l’ospedale di Bangui nell’affrontare le emergenze pediatriche in Repubblica Centrafricana.

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    34.178 bambini sono stati assistiti in triage, 11.269 bambini ricoverati, 1.315 operati nel reparto di chirurgia, 453 i bambini sottoposti a vaccinazioni di base.

    Sono solo alcuni dei numeri che raccontano l’impegno quotidiano di Medici con l’Africa Cuamm al Complexe Hospitalier Universitaire Pédiatrique de Bangui (Chubp), unico ospedale pediatrico della Repubblica Centrafricana. Un lavoro iniziato nel 2018 che ancora continua, nonostante sia sempre più sfidante a causa del deterioramento della situazione umanitaria e sanitaria della capitale.

    Tra le problematiche più grandi c’è la violenza diffusa all’interno del Paese, che spesso coinvolge anche i bambini; a questa si è aggiunta la pandemia di Covid-19 che ha esacerbato la situazione già critica. Inoltre, la crisi, a causa della sua natura volatile, si è rivelata difficile da contrastare per l’ospedale e ha reso ancora più complesso l’adattamento ai bisogni della comunità.

    La difficoltà più grande è stata riuscire a garantire servizi di qualità per le patologie più comuni, ovvero malaria, diarrea, intossicazione, infezioni respiratorie acute, prematurità, malnutrizione neonatale, traumi ed emergenze chirurgiche. Il Cuamm si è impegnato a farlo con un progetto, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (Aics), caratterizzato da un doppio approccio: da un lato, la risposta immediata all’emergenza, fornendo medicine e attrezzature mediche, dall’altro, lo sviluppo sostenibile dell’ospedale, in particolare tramite la formazione del personale locale.

    E ancora, 34.178 bambini sono stati assistiti in triage. Tra questi, c’è Steven, “un altro miracolo africano”, come lo definisce Corinne, infermiera al Complexe. «Steven è arrivato in ospedale in braccio alla mamma, in condizioni gravissime: a 33 giorni sembrava un prematuro nato da poche ore, il suo peso non raggiungeva neanche i due chili, era in stato di shock, in ipotermia e con seri problemi respiratori. Non reagiva».

    Fin da subito, gli operatori avevano sospettato che il piccolo Steven fosse stato trattato in casa con la medicina tradizionale. «L’uso irrazionale della medicina tradizionale può rappresentare un grave problema di salute pubblica in molte regioni del mondo e, purtroppo, in Repubblica Centrafricana è molto diffusa, malgrado la sensibilizzazione fatta negli ospedali e negli centri di salute – spiega Corinne -. Si usano erbe e piante tradizionali associati a farmaci somministrati in maniera impropria».

    Trasferito in terapia intensiva, Steven ha passato giorni tra la vita e la morte, ma inspiegabilmente, in modo quasi miracoloso come avviene in Africa, piano piano è migliorato, riuscendo a succhiare il latte materno e a crescere di peso! Ora non ha più febbre, i valori sanguini sono molto migliorati, respira da solo ed è molto vivace.

    Il progetto ha garantito la presenza costante di un’infermiera e da marzo di un’assistente tecnico pediatrico, per garantire formazione sul lavoro e supporto tecnico nelle emergenze, oltre a sostenere lo staff locale con incentivi salariali. Da settembre 2021 a settembre 2022, il progetto ha formato 625 risorse del personale ospedaliero.

    Il supporto diretto al personale è stato accompagnato, poi, da interventi infrastrutturali all’ospedale per il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, oltre al rifornimento di materiale medico e di farmaci.

    Ideato con la direzione dell’ospedale e il Ministero della Salute nazionale, questo progetto è stato fin da subito caratterizzato dalla stretta collaborazione tra lo staff Cuamm e quello locale, che ha reso possibili progressi positivi nell’organizzazione della medicina d’urgenza e nella coordinazione tra i diversi servizi offerti dall’ospedale, per esempio, implementando riunioni settimanali del comitato pediatrico.

    La storia di Steven e i risultati raggiunti grazie a questo progetto sono, ancora una volta, la prova che la cura attenta e dedicata ai pazienti e la formazione continua del personale sanitario sono fondamentali. Un investimento in cui Medici con l’Africa Cuamm crede fortemente e porta avanti con dedizione assieme ai colleghi locali per accrescere il benessere delle comunità e dei bambini come Steven, a Bangui come nel resto del continente.