Medici con l'Africa Cuamm

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Un’ambulanza per le donne di Matany

L’Ambasciatore italiano in Uganda in visita all’ospedale di Matany, che Medici con l’Africa Cuamm sostiene sin dalla sua apertura nel 1970 e ora è al lavoro per migliorare la salute materno-infantile

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    Una foto e poco meno di 140 caratteri riassumono oltre 30 anni di sfide quotidiane, di collaborazione e di condivisione per tutelare il diritto alla salute della popolazione della Karamoja, regione ugandese tra le più povere del Paese e del mondo. L’Ambasciatore italiano in Uganda, Domenico Fornara, lunedì 13 luglio 2015 ha scelto Twitter per annunciare la donazione di un’autoambulanza da parte della Cooperazione italiana allo Sviluppo all’Ospedale St. Kizito di Matany, che Medici con l’Africa Cuamm sostiene sin dal 1970.

    Dopo la collaborazione conclusa nel 2012 che ha portato, tra gli altri risultati, alla riabilitazione della Maternità e della sala parto dell’ospedale di Matany, Cuamm e Cooperazione italiana condividono ora un nuovo obiettivo: aumentare il numero delle donne che accedono ad un parto assistito, riducendo le barriere finanziarie (il costo del servizio e del trasporto per raggiungere le strutture sanitarie), geografiche (le grandi distanze) e culturali.

    Questa nuova ambulanza, ottenuta grazie all’interessamento del precedente Ambasciatore Stefano A.Dejak, supporterà il lavoro che Medici con l’Africa Cuamm svolge in collaborazione con le autorità sanitarie locali e anche con il sostegno di FAI Fondation Assistance Internationale nell’ospedale di Matany, nei centri periferici e nella comunità del distretto di Napak per contrastare l’elevata mortalità materna e neonatale con l’offerta di servizi materno-neonatali di qualità. In presenza di parti complicati, un’autoambulanza rappresenta per le donne un’opportunità cruciale di arrivare velocemente ad una struttura adeguata a trattare queste emergenze.

    Riuscire a raggiungere i servizi sanitari, facendo in modo che siano di buona qualità, si traduce in un’effettiva riduzione della mortalità materna e neonatale e, di conseguenza, in un miglioramento delle condizioni di salute della popolazione. Sono i numeri a dimostrarlo: nel 2014 l’ospedale ha effettuato 1.060 parti assistiti, 4.681 visite prenatali e 4.859 ricoveri pediatrici.

    In questo momento a Matany sono due gli operatori Cuamm impegnati nel progetto: il chirurgo padovano Sebastiano Cipriano, capo progetto, e la specializzanda Annalisa Dolcet, in servizio come Junior Project Officer con il coinvolgimento della Clinica Chirurgica 1 dell’Università di Padova (leggi qui la sua testimonianza).

    (Nella foto, ripresa anche nel profilo Twitter dell’Ambasciatore, da sinistra: dr. Pierluigi Rossanigo – consulente sanitario della diocesi di Moroto; dr.ssa Emanuela Borghi; dr.John Bosco Nsubuga – ginecologo e Medical superintendent dell’ospedale di Matany; l’Ambasciatore Domenico Fornara; dr. Sebastiano Cipriano, capo progetto Cuamm; la dr.ssa Jpo Annalisa Dolcet; Suor Rosario – matron dell’ospedale di Matany; dr. Giuseppe Masala, capo del Development Cooperation Office presso l’Ambasciata italania in Uganda, Rwanda e Burundi).

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