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Una sicurezza necessaria

Vittoria Montecchiani, JPO in pediatria, ci racconta la sua esperienza a Bangui in Repubblica Centrafricana in pieno periodo Covid-19 come unica vaccinata.

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    “Durante la mia esperienza come pediatra a Bangui, in Repubblica Centrafricana, è stato tutto molto intenso: ora mi sembra quasi di aver vissuto per un periodo in una realtà parallela, quando ne parlo, mi sembra quasi di spiegare un film, di raccontare storie. Perché qui è tutto diverso, la routine, il paesaggio, le persone, per certi aspetti, è come se qui fossi quella che sono sempre stata e là fossi un’altra persona. Ho vissuto questa esperienza in piena pandemia di Covid-19. Io ero l’unica a essere vaccinata e questo mi dava sicurezza, gli altri erano più preoccupati di me. Anche se, quando i casi sono cominciati ad arrivare, ho iniziato a spaventarmi un po’ anch’io. Mi trovavo a pensare: “oddio, ecco la variante africana che non è coperta dal vaccino”. Purtroppo abbiamo avuto dei colleghi che sono stati molto male, un collega di un’altra Ong è stato trasferito in Ghana per stress respiratorio. Ma questo è successo ad aprile, per il resto dell’anno devo dire che mi preoccupavano più la malaria o la tubercolosi del Covid, ma appunto perché la vaccinazione mi dava sicurezza”. Vittoria Montecchiani ci racconta la sua esperienza in Repubblica Centrafricana come JPO durante Covid-19 come unica vaccinata.

    “L’impatto dell’ondata pandemica sulla popolazione è stato forte, forse anche vedendo come la pandemia ha colpito duramente l’occidente, temeva che l’impatto su uno stato come l’Rca potesse essere devastante. La reazione è diventata, a volte, irrazionale come ad esempio per gli usi assurdi dei medicinali, ai primi sintomi: spaventati, molti prendevano farmaci per la malaria, o per l’HIV, rischiando epatiti. Il terrore è aumentato soprattutto nel periodo acuto, in cui si sentiva di vari parenti, amici, che l’avevano preso ed erano ricoverati. I mezzi messi a disposizione purtroppo sono minimi, inizialmente non erano disponibili nemmeno le mascherine e il Cuamm ha aiutato a procurarle – racconta Vittoria –. L’inizio delle vaccinazioni è stato ben organizzato e funzionale, ma purtroppo persiste il problema della disparità nella popolazione. La parte di popolazione più istruita, di cui fanno parte infermieri e medici, si sta vaccinando, mentre c’è una parte di popolazione che non ha la percezione dell’importanza del vaccino. Per tante madri sole con molti bambini, ad esempio, la preoccupazione principale è scappare da un villaggio all’altro per la guerra, con i figli malnutriti, per loro la vaccinazione è comprensibilmente l’ultimo dei pensieri.”

    In Rca, come negli altri paesi in cui interveniamo dove resta enorme il problema della disponibilità dei vaccini, continua l’impegno a sostenere i sistemi sanitari locali nel rendere concrete le vaccinazioni: ma c’è ancora tanta strada da fare. Continuiamo anche a sensibilizzare la popolazione sull’importanza del vaccino come lo strumento di protezione e prevenzione più efficace. L’intervento di Medici con l’Africa Cuamm è a supporto infine di tutte le altre cause di morbilità e mortalità, rese che già acute della pandemia.

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    https://ec.europa.eu/

    Il Cuamm interviene nell’ambito del progetto “Supporto al Complesso Ospedaliero Universitario Pediatrico di Bangui”, finanziato dal Fondo Bekou dell’Unione Europea e realizzato in collaborazione con Action contre la Faim. I contenuti sono di sola responsabilità di Medici con l’Africa Cuamm e non riflettono necessariamente la visione dell’Unione Europea.